Shriver (T. Rowe Price): “Privilegiamo l’obbligazionario a valutazioni azionarie troppo elevate”

Charles Shriver. Foto concessa: T. Rowe Price

Il giro di boa dell’anno mantiene un sentiment positivo da parte degli operatori del mercato. I programmi vaccinali in giro per il mondo, l’allentamento delle misure restrittive e gli stimoli fiscali e monetari che arrivano dai governi e dalle banche centrali sono di certo un carburante importante per continuare a sostenere l’economia. Non manco però i rischi dai quali è bene iniziare a difendersi. “Gli elevati livelli di volatilità e incertezza sui mercati globali mettono in evidenza il valore del nostro approccio strategico. Dato l’impatto incerto delle forze positive e negative che muovono i mercati finanziari globali, crediamo che l’ampia diversificazione del nostro portafoglio multi-asset e la qualità della piattaforma di ricerca di T. Rowe Price possano aiutarci a ottenere buone performance a lungo termine nei diversi contesti di mercato” spiega Charles Shriver, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global Allocation Fund, con Marchio FundsPeople e rating (C) Consistente.

IL MOMENTO DELL’OBBLIGAZIONARIO

In questa fase di mercato gli obbligazionari vengono analizzati con particolare attenzione poiché le valutazioni dell’azionario, in molti casi, appaiono elevate. “Anche se i rendimenti dei bond a breve scadenza rimangono ancorati su livelli molto bassi grazie al forte sostegno delle banche centrali, i rendimenti a lungo termine sono aumentati e alcune aree del credito appaiono più attraenti, offrendo opportunità idiosincratiche interessanti.Ulteriori stimoli fiscali, in particolare negli Stati Uniti, e il miglioramento delle prospettive economiche saranno probabilmente favorevoli per gli asset rischiosi” commenta Shriver. C’è però da sottolineare che queste positività si riflettono già ora nelle valutazioni attuali, lasciando i mercati vulnerabili a shock negativi. Secondo l’esperto la domanda di asset ad alto rendimento favorirà alcuni settori del credito, ma i rendimenti potenziali sono limitati da spread relativamente ristretti.

E POI CI SONO GLI EMERGENTI

I Paesi emergenti pagano lo scotto di una ripresa più lenta dopo la crisi della pandemia rispetto alle economie sviluppate anche per mancanza di risorse economiche per sostenere la crescita. “Abbiamo una posizione neutrale sull’obbligazionario emergente in dollari, che offre rendimenti attraenti rispetto ai quello dei Paesi sviluppati ma con valutazioni meno interessanti su base relativa dopo il rally. Abbiamo invece ridotto la nostra esposizione alle obbligazioni in valuta locale. Le valutazioni rimangono relativamente attraenti, ma l’asset class offre un profilo rischio-rendimento meno vantaggioso alla luce dell’aumento dei tassi di interesse negli USA e del rialzo dei tassi da parte delle banche centrali emergenti. Infine, abbiamo una view positiva sull’azionario emergente. Le valutazioni sono attraenti su base relativa e il loro andamento ciclico potrebbe beneficiare dell’aumento del commercio globale” aggiunge il gestore di T. Rowe Price.

CAMBIAMENTO NEL PORTAFOGLIO

All’inizio di quest’anno T. Rowe Price si è orientato verso una riduzione del peso dei titoli azionari rispetto alle obbligazioni alla luce di una ripresa divergente e disomogena ancora costellata da incertezze. “Attualmente crediamo di essere ben posizionati in alcuni settori del mercato che possono performare bene in un contesto di ripresa economica continuata, con valutazioni generalmente più sostenibili. Per esempio, al momento nell’azionario sovrappesiamo i mercati internazionali ed emergenti e nel reddito fisso le obbligazioni high yield. Tornando all’azionario, abbiamo ridotto il sottopeso verso gli asset reali sensibili all’inflazione e abbiamo incrementato l’esposizione ai titoli value statunitensi. Inoltre, abbiamo ridotto il sovrappeso verso le small-cap USA rispetto alle large-cap. A livello regionale, abbiamo diminuito l’esposizione ai titoli europei, aumentando invece quelli giapponesi” conclude l’esperto.