Secondo quanto riportato da AIFI, in collaborazione con Deloitte, i numeri per la prima parte dell’anno sono molto soddisfacenti. Ecco cosa commentano alcuni operatori del settore.
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AIFI ha presentato, in collaborazione con Deloitte, i dati del mercato del private debt in Italia nel primo semestre dell’anno, confermando un particolare sviluppo del settore. “La crescita del fundraising dei fondi di debito nel primo semestre è positiva anche se è principalmente di origine domestica”, afferma Innocenzo Cipolletta presidente AIFI, “anche il numero degli investimenti effettuati è in crescita, pur se si tratta di operazioni di taglia più piccola rispetto al precedente anno, tanto che il valore complessivo degli investimenti è sceso nel primo semestre del 2019”. Sono stati raccolti infatti 273 milioni di euro, in crescita del 94% rispetto ai 141 del primo semestre 2018; dall’inizio dell’attività (2013) a oggi, il fundraising complessivo ammonta a 2,3 miliardi di euro. Per quanto riguarda la tipologia della fonte, il 48% del capitale è arrivato dalle banche, il 28% da fondi di fondi istituzionali e il 15% da fondi pensione e casse di previdenza.
Evoluzione della raccolta sul mercato
Fonte: AIFI
Le fonti della raccolta dal 2015 al I Sem. 2019
Fonte: AIFI
Nella prima parte dell’anno sono stati investiti 200 milioni di euro, -55% rispetto al primo semestre del 2018. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 74 (+21%) distribuite su 63 target (+21%). Il 59% dell’ammontare è stato investito da soggetti domestici che hanno realizzato il 71% del numero di operazioni. Il 54% delle operazioni sono state sottoscrizioni di obbligazioni, mentre il 45% finanziamento e l’1% ha riguardato strumenti ibridi. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è di 5 anni e 4 mesi, mentre sulle dimensioni delle sottoscrizioni, il 90% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 5,5%.
Fonte: AIFI
Evoluzione dell’ammontare investito (Euro Mln)
Fonte: AIFI
Cosa ne pensano gli operatori?
Barbara Ellero, partner e responsabile private debt di Anthilia SGR attribuisce le ragioni del significativo aumento della raccolta alla ciclicità del business.” i fondi che hanno aperto il mercato quattro o cinque anni fa sono giunti alla conclusione del proprio periodo di investimento; i gestori più attivi hanno pertanto lanciato nuovi prodotti, che proprio nel 2018 si sono aperti al fundraising. Questa attività ha ulteriormente stimolato la raccolta complessiva, sebbene ancora contenuta rispetto a private equity e real estate, ma positiva se si considera il fatto che riguarda un mercato completamente nuovo”, commenta l’esperta. “Interessante è anche il dato inerente alle sottoscrizioni, aumentate in numero ma diminuite in valore. L’informazione ha una duplice valenza: da un lato, ci segnala come gli imprenditori stiano imparando a conoscere lo strumento dell’emissione obbligazionaria e a comprenderne la strategicità quale fonte di finanziamento complementare al credito bancario; dall’altra, la riduzione del ticket è rappresentativa del fatto che sempre più piccole e medie imprese abbiano accesso a questo mercato, evidenziandone la crescente apertura e inclusività fondamentali per contribuire in modo concreto allo sviluppo del tessuto imprenditoriale italiano”, conclude la Ellero.
Anche Francesco Franchini, responsabile private debt di Ver Capital SGR ritiene che nel complesso i dati siano molto positivi sia per la dimensione del mercato italiano, dato che parliamo di un’asset class ormai affermata e presente da anni, sia per i rendimenti, con un tasso di interesse medio del 5,50 che risulta particolarmente attraente in un contesto di tassi bassi o negativi e per i risultati di raccolta. “La riduzione degli investimenti non ci preoccupa particolarmente, considerando la natura tipicamente discontinua di questa asset class, che non può essere analizzata nel breve termine. Noi per questo abbiamo deciso di puntare sul private debt in Italia, con la gestione del fondo Ver Capital Credit Partners Italia V e con un nuovo fondo Ver Capital Crédit Partner SMEs VII in fundraising, che ha obiettivo di raccolta di 300 milioni di euro”, dichiara il gestore.