Il Fondo Pensione Previp mostra due caratteristiche particolari: la presenza di una linea assicurativa collegata a una gestione separata, e il fatto di non essere un fondo di categoria.
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Un fondo pensione unico nel panorama previdenziale italiano. Previp, è un fondo preesistente, in quanto nasce nel 1989, prima della riforma pensionistica del Dlgs 124/93, e come tale ha limitazioni precise in termini di adesioni (possono aderire soltanto le aziende che avevano attuato la previdenza complementare prima del ‘92). A questa caratteristica “si affiancano due peculiarità che differenziano Previp dai fondi di nuova istituzione” spiega a FundsPeople Alberta Siciliano, presidente del Fondo, “la presenza di una linea assicurativa collegata a una gestione separata e il fatto che Previp non è un fondo di categoria: aderiscono aziende e lavoratori appartenenti a diversi settori, assicurativo, bancario, chimico-farmaceutico, manifatturiero”. Dettaglio importante per spiegare l’andamento sul fronte iscritti e masse negli ultimi anni: “In primis, siamo intersettoriali. Se un settore attraversa un momento di crisi possiamo contare sui flussi provenienti da aziende appartenenti ad altri settori. Questo ci conferisce maggiore stabilità. Nonostante i vincoli normativi, quindi, continuiamo a crescere e negli ultimi dieci anni il nostro patrimonio è raddoppiato”.
Curva demografica in salita
A oggi Previp gestisce masse per circa 3,25 miliardi, e conta oltre 33 mila iscritti (dati al 30 agosto 2023). Anche il numero di iscritti merita attenzione. Come anticipato, in quanto preesistente Previp non può ricevere sottoscrizioni da aziende costituite dopo il ‘92. Tuttavia la curva demografica è in salita: secondo i dati del X Report di Itinerari Previdenziali, l’aumento del 2022 è stato dello 0,48%; percentuale positiva e in scia a risultati ancora più indicativi sul 2021 (+1,86%) e sul 2020, anno in cui si è classificato in testa alla classifica dei fondi preesistenti per tasso di crescita degli iscritti (+11,67%; Fonte: VIII Report Itinerari Previdenziali).
Le motivazioni? “Le aziende associate a Previp hanno una forte presenza in Italia, parliamo di realtà storiche e finanziariamente solide che continuano ad assumere e ciò spiega in parte l’aumento della domanda di adesione; il fondo, inoltre, è spesso coinvolto in operazioni di aggregazione di fondi interni preesistenti”. Un’altra particolarità è poi legata allo scarso turnover per cui, “si riscontra un alto tasso di aderenti che hanno perso i requisiti di partecipazione, ma mantengono la posizione e continuano a contribuire, contenendo così le uscite. Noi li chiamiamo ‘soci fedeltà’”, afferma Siciliano, indicando come si tratti di circa 6 mila soggetti.
I comparti
Il patrimonio del fondo è strutturato in quattro linee di investimento. Oltre alla già citata linea 1 assicurativa, che non sconta la volatilità dei mercati, le tre linee finanziarie presentano una gestione bilanciata con livelli di rischio crescenti. Nel dettaglio: la linea 2, obbligazionaria, con un rapporto 75% obbligazioni e 25% azioni; la linea 3, perfettamente bilanciata (50 e 50); e la linea 4, azionaria con un rapporto 10-90 per cento. “Sono gestioni a benchmark attive – sottolinea l’esperta –, quindi il gestore può variare il peso delle due componenti, entro i limiti del mandato(la linea 4, ad esempio, può raggiungere il 100% di azioni)”. Qui interviene un’altra particolarità: “Consentiamo di ‘spacchettare’ sia i flussi sia la posizione già accumulata su più linee (anche tutte e quattro) con percentuali a totale scelta del singolo aderente, in modo da favorire il bilanciamento tra l’esigenza di protezione e la ricerca di rendimento”. Alla base di questa scelta la presenza di diverse categorie di lavoratori e diversi settori, per cui “la varietà dei bisogni previdenziali dei nostri iscritti non sarebbe gestibile senza questa flessibilità.
Un ultimo accenno va alla tendenza degli iscritti a spostarsi sulle linee finanziarie: “Se in passato la linea 1 cubava il 90% del patrimonio, di recente si registra un nuovo trend: chi già aveva la linea assicurativa sposta le riserve, e soprattutto i flussi futuri, anche su linee finanziarie; chi aderisce per la prima volta investe almeno una parte in finanza”. Questo si traduce, oggi in un patrimonio suddiviso al 25% su linee finanziarie e al 75% su quella assicurativa, ancora più evidente il dato dei flussi (40% linee finanziarie, 60% assicurativa). “È chiaro che sono percentuali destinate a mutare in favore delle linee finanziarie, anche se lentamente– conclude Siciliano – rispetto ai 3 miliardi di patrimonio, i flussi rappresentano circa 200 milioni annui".
Leggi l'intervista anche sul magazine FundsPeople di novembre, n. 78.