Sidoti (WisdomTree): “In futuro per gli investitori sarà difficile ignorare la tendenza della digitalizzazione dell’economia”

Antonio Sidoti (WisdomTree)

Il mercato delle criptovalute, nonostante qualche scossone, si conferma di anno in anno un successo in fatto di acquisti presso la clientela retail mentre il pubblico degli istituzionali si muove ancora con i piedi di piombo. Questa tendenza sembra destinata a cambiare sul lungo periodo, specie grazie a contenitori come ETP e ETN, che permettono di beneficiare dell’aumento del valore di queste monete digitali senza che sia necessario possedere un wallet, poiché ne replicano l’andamento del prezzo. A conferma di questa evoluzione, la notizia delle ultime settimane per cui big dell’asset management tra cui BlackRock e WisdomTree, negli Stati Uniti hanno presentato domanda all’autorità di regolamentazione per la quotazione di ETF-spot a replica del Bitcoin, facendone impennare il prezzo.

“A nostro avviso, la digitalizzazione dell'economia come tendenza, è destinata a rimanere. Rappresenta una cartina di tornasole per tutte le attività umane e di come queste si stiano spostando verso la digitalizzazione, blockchain è la parola chiave”, spiega Antonio Sidoti, head of Southern Europe Sales di Wisdomtree. Sono otto gli ETF su criptovalute che l’asset manager americano distribuisce in Europa, di cui uno a replica Bitcoin, e la richiesta alla SEC per il mercato americano sembra la dimostrazione di una strategia che punta ad allineare l’offerta USA a quella europea. Ad oggi la SEC americana ha infatti dato il via libera solo a prodotti future-based, perché considerati meno rischiosi, ma rispetto ai corrispettivi spot presentano diversi svantaggi. Per gli investitori sarà difficile ignorare questa tendenza in futuro, spiega Sidoti.

Per quanto oggi gli investitori istituzionali non si concentrino sul mercato delle criptovalute, il loro interesse sta crescendo e cercano di capire le dinamiche che vi stanno dietro per essere pronti ad allocare in un determinato momento. “Gli ETP sulle criptovalute sono prodotti complessi e gli investitori di tutte le taglie devono avere il giusto livello di conoscenza prima di approcciarli. Ogni criptovaluta è ben più di una valuta, in quanto rappresenta anche una tecnologia di per sé e le diverse applicazioni di tale tecnologia”. C'è un forte legame con le implicazioni economiche che una queste possono avere in determinati settori e questo per gli investitori significa fare la dovuta due diligence e gestire con attenzione la volatilità. “La domanda che gli investitori dovrebbero porsi è: cosa compro, la volatilità o un'idea commerciale?".

Europa vs Stati Uniti

Le due tipologie di clientela si muovono però in Europa con logiche molto diverse rispetto agli Stati Uniti, specie nel campo della gestione passiva. Il veicolo ETF è ormai un punto fermo nella cultura dell'investimento in Europa e il mercato si sta evolvendo, anche grazie all'evoluzione dell'offerta. Secondo i dati di Borsa Italiana a fine 2022 il patrimonio degli ETF in Europa si attestava a 1.272 miliardi di euro, con una raccolta nell’anno pari a circa 80 miliardi di euro.

Prosegue Sidoti: “La transizione energetica e la decarbonizzazione rappresentano l'approccio che l'Europa vuole avere per distinguersi. Gli investitori istituzionali europei stanno guardando agli ETF con un chiaro scopo di investimento che include l'opportunità di prezzare il futuro con temi come questi”. La clientela retail nel nostro continente è però ancora focalizzata sul trading, come abbiamo visto anche nel caso delle criptovalute. In generale, il mercato della gestione passiva made in USA è molto più importante del nostro: è sempre Borsa Italiana a dire che alla fine dello scorso anno il patrimonio in ETF contava qui 6.510 miliardi di dollari, con una raccolta netta nell’anno pari a 607 miliardi.

Anche se le masse del mercato europeo non possono essere distinte in maniera netta tra clientela retail e non, sappiamo che gli investitori non istituzionali giocano un ruolo molto importante in questo mercato così esteso e che il vecchio continente in questo senso ha ancora molta strada da fare. Una volta che gli ETF saranno pienamente riconosciuti come strumento di asset allocation dal segmento retail, si potrà sbloccare il pieno potenziale di questo strumento di investimento e a quel punto il divario con il mercato statunitense potrebbe essere colmato rapidamente. Il potenziale del mercato degli ETF in Europa dipende dall'evoluzione del mercato europeo, in particolare dal punto di vista retail, e da come i prodotti si adattano alle esigenze degli investitori”.