Sjöström (Sectoral AM): “Innovazione ed emergenti, i driver per gli investimenti healthcare”

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Quest’anno il settore sanitario ha registrato delle buone performance, con l’indice MSCI World Health Care (USD) che ha performato il 20,47% di YTD (dati MSCI.com al 30 novembre 2017), a differenza del biennio 2015-2016, dove sia il segmento healthcare che quello biotech avevano in qualche modo sofferto significativamente. Tali risultati negativi dipesero dal fatto che durante la campagna elettorale americana vi erano stati diversi dibattiti sui costi dei farmaci, apportando non poche pressioni sul settore sanitario in generale. A spiegare a Funds People come si sta muovendo questo segmento di mercato è Michael Sjöström, co-fondatore e CIO di Sectoral Asset Management, investment advisor e asset manager, con 1,2 miliardi di dollari di masse in gestione, concentrata sull’offerta di strategie d’investimento focalizzate sul settore healthcare.

“Attualmente, con la nuova amministrazione Trump, personalmente ho l’impressione che le tensioni sul segmento si siano alleviate, anche se si continuerà a discutere sui prezzi dei farmaci, dato che l’obiettivo del governo è quello di contenere la spesa pubblica sanitaria. Il contesto, in generale, inizia ad essere più favorevole per le aziende del settore: nel 2017, sia l’healthcare che il biotech hanno performato positivamente. Al di là delle relative buone performance di quest’anno, le valutazioni del settore sono comunque ancora molto ragionevoli rispetto a quelle storiche, perché l’healthcare registra multipli in linea con quelli dei mercati globali, mentre in passato generalmente trattava a premio”, spiega il Sjöström.

Sectoral AM è presente in Italia con un’offerta di tre fondi UCITs: il Biotech Opportunities Fund, l’Emerging Markets Healthcare Fund, e il Global Healthcare Fund. Sparso per le tre sedi in giro per il mondo (Montreal, Hong Kong e Ginevra), il team di investimento della società è composto da 15 professionisti. Di questi, tre sono portfolio manager e gestiscono rispettivamente i tre fondi dell’offerta italiana: Stephan Patten, gestore del Global Healthcare Fund; Mina Marmor, gestore del Biotech Opportunities Fund; e Sjostrom, che oltre alla figura di co-fondatore e CIO della società svolge anche il ruolo di fund manager dell’Emerging Markets Healthcare Fund. In particolare, Patten e Marmor sono basati a Montreal, Sjöström a Ginevra, mentre Hong Kong rappresenta la base del team di analisti che si occupa dei mercati emergenti.

Puntiamo sullo stock picking, convinti che innovazione e mercati emergenti rappresentino i driver a lungo termine per gli investimenti healthcare. L’esposizione a questi temi caratterizza anche la strategia globale del Global Healthcare Fund, così come quelle più specifiche dell’Emerging Markets Heathcare Fund nei Paesi emergenti e del Biotech Opportunities Fund nell’innovazione”, spiega il CIO.

A detta del manager, M&A, fusioni e acquisizioni hanno sempre caratterizzato il settore sanitario. Questo tipo di operazioni, secondo Sjöström, rappresentano infatti un percorso quasi naturale del segmento, dove i maggiori player, con strutture organizzative più stabili, si uniscono o incorporano aziende di minori dimensioni con forte potenziale di sviluppo, più innovative, più dinamiche, le quali hanno quindi l’opportunità di generare maggiori flussi di cassa, di beneficiare di un’organizzazione commerciale e distributiva più strutturata, nonché godere di una maggiore disponibilità di capitale. “Lato nostro, ci aspettiamo che trattative di M&A rappresentino il futuro costante del settore”, aggiunge.

Sectoral AM non prevede inoltre alcun investimento in aziende pharma italiane. Il motivo sta nel fatto che i ‘large pharma’ sono maggiormente concentrati in Paesi quali UK, Germania, Francia e Svizzera. “Ci sono un paio di ‘regional player’ nel sud Europa, aziende farmaceutiche più specializzate anziché generiche, ma al momento non siamo investiti in queste società. Il numero di potenziali candidati per i nostri investimenti risulta quindi molto basso, e questo non solo in Italia, ma in generale nel sud Europa. Non abbiamo quindi nessun investimento nel Belpaese, in quanto l’Italia rappresenta un universo di investimento molto piccolo per il settore, nel quale manca il livello di liquidità che permetta di creare delle condizioni minime di investimento per i nostri fondi”, spiega l’esperto.

Le tre strategie

Sjöström entra infine nel dettaglio delle tre strategie che caratterizzano l’offerta dell’asset manager in Italia:

  • Il Biotech Opportunities Fund è un fondo che si focalizza principalmente su aziende biotech di medie dimensioni, il cui obiettivo è quello di concentrarsi su società con un elevato livello di innovazione. “Nel settore biotech vi sono molte società quotate, e l’obiettivo del nostro fondo è quello di offrire agli investitori un’alternativa agli ETFs. Se guardiamo alla composizione del nostro portafoglio, questa è quindi fatta prevalentemente da società di medie dimensioni, anche se non si esclude un’eventuale esposizione opportunistica in qualche large cap”. Il team di gestione si focalizza soprattutto su aziende che abbiano registrato ottime performance, aziende che hanno quindi portato il fondo a sovraperformare il benchmark nel 2017 (+40% del fondo vs +20% del benchmark). “Ciò che differenzia quindi questa strategia rispetto alle altre della categoria è il suo focus su aziende di medie dimensioni, innovative, e che offrono una vasta gamma di prodotti diversificati rispetto alla concorrenza”, spiega.
  • L’Emerging Markets Healthcare Fund è invece una strategia “disegnata per cogliere benefici dall’aumento dei progetti healthcare nelle economie emergenti. Questo tipo di economie infatti, in termini pro-capite, spendono dieci volte meno nell’healthcare rispetto alle economie sviluppate. Gli emergenti sono tuttavia Paesi che stanno vivendo un rapido aumento del reddito medio, dove la classe media è in continua crescita, fattore che porta ad una maggiore spesa in educazione ed in farmaci rispetto al passato. Crediamo infatti che questo aumento delle spese per la salute continuerà a lungo, con una crescita più rapida rispetto ai PIL”. A detta del CIO, il modo in cui questo fondo cerca di catturare tali opportunità è quello di investire in aziende healthcare locali, soprattutto in Cina e India, due Paesi in cui il team investe rispettivamente il 30% del patrimonio del fondo. Il sud est asiatico rappresenta un’altra regione importante per gli investimenti del team, così come il Medio Oriente, l’America Latina e il Sud Africa.
  • Il Global Healthcare Fund, infine, è una strategia che copre l’intero universo healthcare mondiale, investendo in un range di società che varia dalle large cap farmaceutiche alle small cap biotech, incluse med-tech e società di servizi. “A livello di titoli in portafoglio, il fondo è molto focalizzato in un range che va dalle 30 alle 40 posizioni, offrendo valore attraverso uno stock picking con approccio bottom-up”, conclude Sjöström.