Small caps, quando le piccole battono le grandi capitalizzazioni

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Lo si era percepito già a marzo: le small cap macinano perfomance invidiabili, battendo le società a più alta capitalizzazione di mercato in tutti i segmenti (value, bland e growth). Ad aprile arriva l'ulteriore conferma e i titoli delle piccole imprese continuano a brillare rispetto alle aziende a media e grande capitalizzazione. Lo confermano gli analisti di Morningstar, che in uno studio raccontano di un +7,1 delle small caps di stile value nel mese di marzo e di un +6,1% ad aprile. "Il miglior andamento da inizio anno di questo segmento di mercato (fatta eccezione per le stock con stile growth, che hanno perso il confronto con le mid e le large cap) spiega il più elevato rapporto prezzo/fair value (P/FV). Al momento il comparto più caro è quello delle small blend, che presentano un P/FV di 1,05 (in aumento rispetto all’1,02 di marzo)", spiega Fernando Luque, senior financial editor di Morningstar Iberia.

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Se il 2015 è stato un anno favorevole all'investimento azionario, anche il 2016 si conferma dunque un anno fruttuoso. "Le performance di aprile hanno evidenziato marcate differenze tra i vari settori economici" continua l'analista di Morningstar. "Sugli scudi le azioni attive nei comparti energia e materi prime, che hanno guadagnato rispettivamente l’8,9% e il 7,8%, mentre hanno sofferto quelli nei settori telecom e tecnologia (in calo del 5,1% e del 2,5%). In seguito a questi risultati i titoli finanziari risultano quelli scambiati alle valutazioni più convenienti, seguiti da quelli nell’healthcare e nei beni di consumo ciclici. Molto alta, invece, è la percentuale delle stock sopravvalutate dal mercato nei comparti energia, tecnologia e beni di consumo difensivi".

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