La società, a distanza di quasi un anno dalla quotazione dei suoi primi prodotti a Piazza Affari, traccia un primo bilancio. Perché puntare sull’ibrido della gestione attiva in uno strumento per sua natura passivo? Parla il CEO.
La società, a distanza di quasi un anno dalla quotazione dei suoi primi due prodotti a Piazza Affari, traccia un primo bilancio della propria attività. Investlinx, fondata nel 2021 da Mario Bonaccorso e guidata dal CEO Matteo Solfanelli, vede al momento due ETF a gestione attiva quotati su Borsa Italiana, un azionario globale, l’Investlinx Capital Appreciation ETF (LINXC) che vanta ora 140 milioni di masse, la maggior parte delle quali provenienti da investitori istituzionali. E un bilanciato, l’Investlinx Balanced Income ETF (LINXB), oggi a 37 milioni di AuM.
Perché l’ibrido della gestione attiva in uno strumento tipicamente, per sua natura, passivo? I vantaggi, racconta il CEO Solfanelli, spiccano sia nel confronto con i tradizionali fondi attivi che con gli ETF passivi. Rispetto ai primi, questi ETF presentano tutti i vantaggi della classica gestione passiva: “Un processo di sottoscrizione più semplice, la certezza del prezzo di sottoscrizione e di riscatto, una maggiore liquidità e i costi più bassi”. Ma oltre a questo propongono un valore aggiunto dato appunto dalla gestione attiva. Spiega Solfanelli: “Gestione proattiva dei rischi di portafoglio e la possibilità di sfruttare le inefficienze del mercato”. In generale, rendimenti maggiori. “L’obiettivo degli ETF di Investlinx è quello di offrire ritorni aggiustati per il rischio superiori”.
Parola chiave flessibilità
Un esempio, l’Investlinx Balanced Income ETF dà la possibilità di investire in single securities, quindi direttamente in titoli azionari e obbligazionari. “Questo ci dà una maggiore flessibilità sia nell'eliminare tra i titoli azionari settori o società che non ci piacciono, riducendo il rischio di portafoglio, come ad esempio abbiamo fatto durante l’ultimo anno, comprando società di alta qualità”. Sia nella componente obbligazionaria, dove gestendo la duration del portafoglio, “siamo stati meno esposti alla volatilità dei tassi. Grazie alla selezione di titoli di qualità e l'esclusione di alcuni settori che hanno subito importanti flessioni, quest'anno anche durante la crisi bancaria abbiamo registrato performance decisamente positive”. Questo ha messo in luce il “rischio contenuto” di questi prodotti, che hanno infatti “attirato l’attenzione degli investitori istituzionali, che hanno investito in maniera importante nei nostri prodotti".