È il momento di stare short sullo S&P 500? Soros raddoppia le sue posizioni ribassiste

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Heinrich-Böll-Stiftung, Flickr, Creative Commons

Lo S&P 500 ha approfittato dell’estate per aggiornare i suoi massimi storici. Considerando la scarsa capacità delle imprese statunitensi di continuare a far crescere i propri utili (fatta eccezione per il buyback dell’ingegneria finanziaria, ovvero il riacquisto di azioni), molti investitori hanno iniziato a chiedersi se l’indice emblema dell’economia degli USA non sia entrato in una fase di euforia. A tal proposito, l’ultima mossa del guru George Soros si è rivelata particolarmente significativa. Recentemente, infatti, ha comunicato alla SEC (la Securities and Exchange Commission, l’ente preposto al controllo del mercato finanziario statunitense) di aver raddoppiato la sua scommessa ribassista sullo S&P 500, stando a quanto riporta il Wall Street Journal.

L’operazione si è realizzata attraverso il Soros Funds Management, l’hedge fund che gestisce la fortuna della famiglia Soros. Il 30 giugno l’investitore e filantropo ha informato dell’acquisto di circa quattro milioni di azioni (rispetto ai 2,1 milioni di azioni dichiarate il 31 marzo) in opzioni put sul fondo quotato SPDR S&P 500 ETF, uno degli strumenti più noti a livello globale per replicare lo S&P 500. Nonostante tale mossa, la posizione sugli ETF continua a essere quella di maggior valore nel portafoglio dell’hedge fund.

Allo stesso tempo, il fondo di Soros ha tagliato drasticamente la sua esposizione all’oro, un’altra decisione significativa visto l’impennata del metallo giallo nel corso dell’anno. Nello specifico, è stata comunicata la vendita delle posizioni su Barrick Gold (il maggior produttore di oro del mondo) e sulla società mineraria Silver Wheaton, acquisite durante il primo trimestre, e la riduzione della posizione su un ETF che pure riproduce il comportamento della commodity. La prestigiosa testata interpreta questi movimenti come un posizionamento tattico da parte del guru per proteggere i propri investimenti dallo scoppio di un’altra crisi, come già fatto nel 2007, quando fu tra i primi ad anticipare la crisi finanziaria.

Soros ha anche ridotto la sua esposizione ad altre materie prime: nel secondo trimestre ha venduto la sua posizione in Schlumberger, la società di servizi petroliferi di maggior capitalizzazione del mondo. Di contro, ha acquistato una partecipazione di due milioni di azioni in un titolo distressed, la C&J Energy Services, che aveva dichiarato bancarotta. Per quanto riguarda le acquisizioni, il guru ha deciso di ampliare la sua esposizione alla Cina acquistando una posizione (la seconda più grande, per valore) nella compagnia mediatica Liberty Broadband.

Le informazioni sulle posizioni sono state dettagliate nel report 13F, il documento con carattere trimestrale per gli investitori statunitensi con più di 100 milioni di dollari in gestione.