La società lancia la sua prima gamma di portafogli di investimento SRI. Nella selezione degli strumenti, oltre a un set standard di metriche ESG, un modello proprietario che fa leva su 5 criteri di selezione.
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La rivoluzione sostenibile conferma, ancora una volta, il proprio peso nella definizione dell’offerta agli investitori. In questo scenario Moneyfarm ha annunciato il lancio della sua prima gamma di portafogli di investimento socialmente responsabile: un parterre di sette portafogli in ETF diversificati e pensati per soddisfare diversi profili di investitore in termini di propensione al rischio e orizzonte temporale. I nuovi portafogli sono accomunati dall’obiettivo di inglobare i fattori di sostenibilità, escludere le società non allineate a standard sociali internazionali e includere esplicitamente la valutazione dell’attivismo dell’emittente nel processo di selezione degli strumenti.
Il risultato di un processo di definizione dei dati ESG
Secondo quanto sottolinea la società in una nota, la nuova gamma arriva al termine di un processo di costruzione di un modello che coinvolge la crescente disponibilità di dati necessari per inglobare i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) senza compromettere le potenzialità di rendimento. Nell’ultimo anno, infatti, “le informazioni a disposizione dei gestori sono decisamente migliorate sia in termini quantitativi che qualitativi”. "La filosofia di Moneyfarm è quella di generare il miglior risultato nel lungo periodo in termini di rischio e rendimento”, dichiara Giovanni Daprà, co-fondatore e CEO di Moneyfarm, riportando, in proposito, come un recente sondaggio tra i clienti della società indichi una netta maggioranza (il 67%) interessata ad allocare almeno il 25% dei propri investimenti complessivi in un portafoglio socialmente responsabile. Lo stesso sondaggio riporta come il 76% dichiari di avere una comprensione limitata del mondo ESG e non si sentirebbe a proprio agio nel prendere decisioni di investimento in totale autonomia. “Con il nostro modello ibrido – afferma Daprà – i clienti possono scegliere portafogli socialmente responsabili senza dover affrontare le complessità della valutazione degli strumenti”.
Cinque criteri di selezione ESG
Per la selezione e il monitoraggio degli ETF che compongono i nuovi portafoglio SRI, Moneyfarm utilizza un set standard di metriche ESG e un modello proprietario che fa leva su cinque criteri: riduzione dei rischi, attenzione agli aspetti sociali, prioritizzazione di quelli climatici, esposizione attiva e attivismo dell’emittente. Il primo aspetto riguarda la riduzione del rischio finanziario derivante dai fattori di sostenibilità attraverso il miglioramento del rating ESG fornito da MSCI, secondo un approccio di negative screening su rating bassi e di best in class sui rating elevati. La seconda metrica è finalizzata alla riduzione dell’esposizione dei portafogli alle aziende con esternalità sociali negative (con l’esclusione delle aziende esposte a controversie severe e non in linea con gli standard internazionali UN Global Compact e International Labour Organization) e selezione di ETF allineati a valori universali e che riducono l’esposizione a settori controversi quali tabacco, gioco d’azzardo e armi. La prioritizzazione degli aspetti climatici fa riferimento al miglioramento dell’impatto climatico aggregato del portafoglio (con la misurazione delle emissioni di CO2 medie e l’allineamento alle richieste della Cop21). Il portafoglio è costruito prediligendo strumenti che escludono dall’universo investibile aziende i cui ricavi derivano dall’estrazione di combustibili fossili quali carbone termico e, ove possibile, la preferenza va a strumenti che selezionano le aziende con minor impatto di CO2 secondo un approccio best in class. A questi tre criteri si somma quello legato all’incremento dell’esposizione ai ricavi derivanti da aziende allineate ai Goal dell’Onu al 2030 (SDGs) e, a parità di altre condizioni, si privilegiano gli ETF di emittenti che presentano il livello di attivismo più elevato.
ESG Engagement Layer
Moneyfarm analizza l’attivismo degli emittenti attraverso una due diligence che tiene in considerazione la frequenza e le modalità del voto sulle tematiche ESG, il coinvolgimento nelle tematiche ambientali, l’allineamento agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, le politiche e la struttura del voto per delega nonché l’eventuale sottoscrizione di iniziative di responsabilità sociale o ambientale. Oltre a informare la valutazione degli strumenti questa due diligence permette a Moneyfarm di dialogare con gli emittenti di ETF relativamente al loro attivismo con le aziende.
La gestione
Il team di Asset Allocation Moneyfarm guidato dal CIO Richard Flax costruisce e gestisce i nuovi portafogli, ribilanciandoli all’occorrenza così come accade per i portafogli tradizionali. Si applica un’unica commissione di gestione annua, compresa tra lo 0,4% e l’1% a seconda del capitale investito (come per i portafogli tradizionali), che comprende lo screening continuativo degli strumenti, la gestione attiva del portafoglio e un consulente d'investimento dedicato. "Non esiste un'unica definizione di ESG – afferma Flax –, ma la crescente disponibilità di dati e informazioni condivise dalle aziende, unita a un lavoro di squadra durato diversi mesi nella definizione dei principi del nostro approccio, ci rendono fiduciosi di avere offerto ai nostri clienti una proposta che incentiva pratiche più responsabili con i risparmi, sempre naturalmente con l’obiettivo di generare rendimenti positivi nel lungo termine".