Presentata la prima ricerca condotta da Forum per la Finanza Sostenibile e ANIA sull’integrazione dei criteri ESG nella governance, negli investimenti e nell’attività di sottoscrizione dei rischi delle compagnie italiane.
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“Le compagnie assicurative devono potersi preparare per tempo alle nuove esigenze, per poter mettere in atto procedure e processi utili a fronteggiare le esigenze future. E un quadro normativo, chiaro e coerente, rappresenta un elemento imprescindibile per il contributo che queste entità daranno alla crescita del Paese”. Il messaggio di Maria Bianca Farina presidente dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) è chiaro. In apertura di una delle varie tappe romane delle Settimane SRI organizzate dal Forum per la Finanza Sostenibile, Farina partendo dalla necessità di un sistema normativo ferreo sul fronte delle assicurazioni ESG e sulla necessità di rafforzare l’impegno pubblico e privato, ha "dato il la” alla presentazione prima edizione della ricerca “La sostenibilità nel settore assicurativo italiano” avviata dal Forum e ANIA. Lo studio ha coinvolto 21 compagnie e gruppi assicurativi, che coprono il 73% del mercato italiano (in termini di premi).
Realizzata con il sostegno di Etica SGR, Prometeia Advisor SIM, Reale Mutua Assicurazioni e Unipol Gruppo, la ricerca ha voluto indagare la sostenibilità delle assicurazioni, nel duplice ruolo di investitori istituzionali e fornitori di coperture assicurative.
Gli investimenti del settore assicurativo italiano, d’altronde, superano i mille miliardi: “il 60% del PIL italiano”. Dato che configura queste ultime come i primi investitori istituzionali. "Le compagnie di assicurazione possono dare un contributo molto rilevante per far sì che si realizzi una transizione giusta ed equa”, afferma il direttore generale del Forum Francesco Bicciato, sottolineando come in un contesto difficile come quello attuale “l’integrazione dei fattori ESG negli investimenti e nelle attività di underwriting delle assicurazioni” sia “fondamentale per accompagnare organizzazioni, imprese e famiglie in questo difficile percorso verso il raggiungimento degli obiettivi climatici e di un modello di sviluppo più sostenibile e inclusivo”,
La ricerca
Lo studio ha preso il via da un approfondimento legato alla governance. Alessandra Diotallevi, responsabile coordinamento attività regolamentari e responsabile servizio bilanci e sostenibilità, ANIA, riporta l’esistenza di “una diffusa governance specifica per la parte di sostenibilità nelle imprese di assicurazione”. Dalla ricerca risulta che il 62% delle 21 rispondenti dichiara di aver istituito una funzione aziendale dedicata. Inoltre, relativamente alle politiche di remunerazione, per la parte variabile delle retribuzioni, la quasi totalità delle società (81%) si avvale di indicatori di sostenibilità per valutare il raggiungimento di obiettivi ESG. “La materia è in evoluzione, non assistiamo a una struttura organizzativa prevalente”, afferma Diotallevi.
L'integrazione nelle politiche di investimento
La seconda parte del questionario si è concentrata sul ruolo di investitori istituzionali delle assicurazioni e, in particolare, sull’inclusione dei criteri di sostenibilità nelle politiche di investimento. Un dato, su tutti, mostra lo stato dell’arte del settore: tutte le compagnie che hanno partecipato alla survey includono i criteri ESG nelle decisioni di investimento. E la maggior parte include nella propria offerta prodotti classificati come artt. 8 o 9 SFDR “e la totalità inserisce le considerazioni ESG, sia nei portafogli diretti sia in quelli in delega”, rimarca Arianna Lovera, senior programme officer del Forum. Le politiche di investimento sostenibile coprono una quota maggioritaria del totale degli investimenti e vengono applicate mediante diverse strategie SRI. Nelle classi di attivo liquide (equity, corporate bond e titoli di Stato) le più diffuse risultano esclusioni e impact investing. Nelle asset class alternative, la strategia SRI più attuata è quella degli investimenti tematici, con un focus per lo più su energie rinnovabili, efficienza energetica e salute.
ESG e attività di sottoscrizione dei rischi
Terzo e ultimo approfondimento della ricerca ha riguardato l’nclusione dei criteri ESG nell’attività di sottoscrizione dei rischi. Le assicurazioni, d’altronde, non sono solo importanti come asset owner ma anche come assicuratori”, afferma Isabel Reuss, senior climate and social advisor del Forum che sottolinea come imposizione normativa e rischio reputazionale siano le due forze motrici dell’inserimento dei criteri ESG nell’attività dell’assicurazione. La quasi totalità delle rispondenti o ha già incluso i criteri ESG nell’offerta di prodotti assicurativi diversi dai prodotti di investimento o ha avviato valutazioni in merito, che sono in stadio abbastanza avanzato. L’inclusione dei criteri di sostenibilità avviene attraverso la limitazione dell’offerta di prodotti assicurativi per le attività esposte ad alti rischi ESG, tra cui figurano soprattutto il tabacco e il gas. Altre modalità di inclusione dei criteri ESG nell’underwriting sono o la definizione di prodotti specifici per favorire l’inclusione assicurativa oppure l’offerta di prodotti assicurativi con requisiti premiali per le attività esposte a bassi rischi ESG, quali quelle operanti nei settori delle energie rinnovabili e della mobilità sostenibile.
Alla luce di questi dati, conclude Reuss “Il settore assicurativo italiano può posizionarsi come leader per il cambiamento verso una just transition”.