Sostenibilità in uno scenario incerto

Foto Luis Tosta ( Unsplash)
Foto Luis Tosta ( Unsplash)

Contributo a cura di Invesco. Contenuto sponsorizzato.

Recentemente, la parola “sostenibilità” è diventata sempre più popolare, poiché pressioni esogene ed endogene spingono il mondo degli affari, le istituzioni e la società civile a focalizzarsi maggiormente sulla protezione dell'ambiente, sulle diversità e sui diritti.

Lo scenario complicato in cui attualmente ci muoviamo, in particolare alla luce delle recenti crisi sanitaria ed economica, e  la consapevolezza delle nostre fragilità come individui, aziende, istituzioni e comunità, costituisce la base dell’analisi svolta da Invesco in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Una ricerca che ha analizzato e valutato l'impatto globale delle nostre azioni sulla società, sulle aziende, sul pianeta e sui mercati,  con l’obiettivo di tracciare un quadro più chiaro di una questione tanto complessa quanto fondamentale per tutto il nostro futuro.  Le stesse premesse hanno poi costituito la base dell’evento Sustainability in uncertain scenarios, tenutosi a Milano mercoledì 28 settembre, un’occasione di confronto sulle molteplici sfaccettature e opportunità legate un tema così vasto e complesso, portando testimonianze e spunti di riflessione.

Una chiara metodologia

Le aziende possono scegliere tra diversi approcci per integrare la sostenibilità nel business, allargando lo sguardo verso le tendenze future per essere più preparate e meno esposte ai rischi di instabilità. I diversi approcci sono definiti sia a seconda di come ogni specifica azienda interpreta e concepisce il rapporto tra business e sostenibilità, sia secondo i principi alla base del loro orientamento strategico.

Per un investitore è importante svolgere un’analisi approfondita delle aziende da un punto di vista ESG.

Invesco integra le istanze di sostenibilità nel  processo di investimento seguendo quattro principi :

Valutazione sistematica del rischio ESG

Incorporazione di criteri ESG in ogni analisi

Valutazione del rischio supportata da ESGIntel, uno strumento proprietario che raccoglie parametri rilevanti per il settore su più fonti come MSCI, Sustainalytics e CDP, e costituisce la base per la valutazione qualitativa e il commento da parte dell'analista

Applicazione dei criteri ESG nell’analisi fondamentale

Ricerca bottom up condotta dagli analisti azionari e di credito di Invesco

I rischi ESG sono considerati dal punto di vista della materialità, della direzione futura e da quanto si riflettono nella valutazione

Tutti i rischi ESG sostanziali vengono discussi con i PM prima dell'acquisto di un titolo

Attività di engagement su istanze ESG

Invesco interagisce e collabora con il management delle società su tavoli di lavoro ESG e non, influenzando in maniera virtuosa le decisioni delle assemblee.,  

Collaborazione attiva con il team Global ESG di Invesco

Monitoraggio del portafoglio da un punto di vista ESG.

Revisioni del portafoglio incentrate sui criteri ESG, guidate dal team Global ESG

Le revisioni coprono un'ampia gamma di parametri ESG (punteggi di rischio, punteggi di controversia, intensità di carbonio ecc.) sia su base assoluta sia rispetto ai benchmark, ove appropriato

“In particolare, riteniamo che in ambito ESG l’Engagement sia un approccio più efficace rispetto al semplice criterio dell’esclusione “ osserva Stephanie Butcher, CIO di Invesco Henley on Thames“ e può rivelare tasche di valore significative”. La manager ci invita inoltre a non fidarci delle apparenze, andando a fondo nell’analisi delle aziende quando si parla di sostenibilità: “un’azienda come Total, ad esempio, potrebbe non sembrare un campione di sostenibilità considerato il suo core business. Eppure,  la strategia di decarbonizzazione che ha implementato è assolutamente credibile e di tutto rispetto, e si prevede porti alla riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030”.

Fonte: Invesco. Immagine con scopi puramente illustrativi.

Il ruolo dell’Asia-Pacifico

Investire in ESG può portare numerose sorprese, anche a livello geografico. A livello globale gli AUM investiti in asset ESG hanno superato i 3.500 miliardi di dollari nel 1 trimestre del 2022, di cui 100 miliardi di dollari provenienti dall’area Asia Pacifico1. “ I Paesi asiatici vantano mercati maturi nelle tecnologie rinnovabili, in particolare nei settori solare, eolico e dei biocarburanti” ha commentato David Chao, Global Market strategist Asia-Ex Japan di Invesco. “Il costo delle energie rinnovabili è diminuito considerevolmente negli ultimi dieci anni e anche i governi stanno svolgendo un ruolo sempre più importante nell'aiutare a far crescere la domanda e l'offerta mettendo in atto politiche e sussidi a supporto dell’adozione di queste tecnologie”.

In particolare, il maggior contributo arriva dalla Cina, Paese che ha effettuato anche i maggiori investimenti in ambito energie rinnovabili.  Il gigante asiatico prevede di raggiungere il picco delle emissioni nel 2030 e alla neutralità carbonica entro il 2060, e si prevede che l’economia del paese passerà da una relativa riduzione delle emissioni a un taglio assoluto nel 20302. “Per raggiungere l’obiettivo, oltre alle politiche attuali saranno necessari cambiamenti nel mix energetico, aggiornamenti delle apparecchiature e dei processi industriali, incrementi dell'efficienza energetica e della cattura e stoccaggio del carbonio. “Il quattordicesimo piano quinquennale cinese va in questa direzione, in quanto ben 14 indicatori di sviluppo economico e sociale su 20 riguardano l’energia e il cambiamento climatico” prosegue Chao ” e si prevedono riforme strutturali nei settori dell’elettricità, delle costruzioni, dell’industria, dei trasporti e dell’agricoltura.”

Fonte:World Bank, Citics Research, Invesco. Dati a settembre 2021.

Uno sguardo ai “replicanti”

Le masse gestite totali dell’area Emea e US con ETF ESG ammontano a 354 miliardi di dollari, appena il 4% delle masse in gestione totali degli ETF. Dal 2020, però, la media dei flussi rivolti verso ETF ESG è più che raddoppiata. “Ad agosto 2022 i flussi netti ESG dell’area EMEA da inizio anno avevano superato i flussi non ESG per quanto riguarda gli ETF, benché rappresentassero ancora solo il 17% delle masse totali” osserva Anna Paglia, Managing Director e Global Head of ETFs & Indexed Strategies di Invesco. Negli Stati Uniti la crescita di ETF ESG è rimasta piu concentrata, e il 65% dei prodotti conta meno di 100 milioni di dollari di AUM3.

“Si continuano a quotare prodotti ESG, soprattutto in Europa. Nel resto del mondo il fenomeneno è in crescita ma attualmente è meno presente” continua Paglia “Negli Stati Uniti la situazione è molto diversa dall’Europa, anche a livello culturale, e ci sono sono casi limite come ad esempio quello del Fondo Pensione della Florida che ha denunciato alcune case di gestione partendo dal presupposto che il mandato di gestione preveda la recerca del rendimento prima di tutto il resto, e non apprezzano molto la rincorsa di quelle che sono considerate filosofie utopistiche. Certo, stiamo parlando di un caso limite, consci del fatto che  le recenti sottoperformance, che pure hanno riguardato sia indici ESG sia indici standard, possono avere influenzato in negativo l’adozione di parametri ESG” conclude la manager.

Fonte: Bloomberg LP. Dati al 31 agosto 2022

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[1] Fonte Morningstar- Morgan Stanley Research. Giugno 2022

[2] Fonte World Bank, Citics Research, Invesco. Settembre 2021

[3] Fonte: Bloomberg L.P. al 31 agosto 2022