L’head of Multimanager Investments, raggiunto da FundsPeople per la nuova serie di interviste dedicate al mondo della fund selection, spiega come si articolano lavoro di squadra e processo di selezione.
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L’head of Multimanager Investments, raggiunto da FundsPeople per la nuova serie di interviste dedicate al mondo della fund selection, spiega come si articolano lavoro di squadra e processo di selezione.
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Accompagnare l’attività di fund selection a quella di portfolio management è il segreto per avere il polso delle scelte di investimento di tutta la divisione asset management. Ed è la formula “vincente” proposta da Eurizon Capital, per cui l’analista non è soltanto una figura che seleziona fondi che saranno inseriti in portafogli gestiti da qualcun altro: “È lui stesso a utilizzare i prodotti selezionati”. A delineare la strategia, le competenze e gli obiettivi del team di fund selection della società di gestione del Gruppo Intesa Sanpaolo è Filippo Stefanini, head of Multimanager Investments di Eurizon, raggiunto da FundsPeople nella sede della società milanese. Dodici professionisti, con background differenti, accomunati da una lunga storia personale sul campo (“in media l’esperienza di investimento è di oltre 20 anni”) che si pone come “centro di competenza per la divisione asset management sulla fund selection”.
“Il nostro è un team eterogeneo e diversificato – specifica Stefanini –. Ci sono laureati in economia e commercio, e in ingegneria, master in quantitative finance, master in economics, ci sono CFA, ci sono CAIA. Sono presenti elementi di differenziazione, a livello di competenze e background, che favoriscono un approccio all’analisi di un prodotto con punti di vista differenti”. D’altronde, l’eterogeneità si sposa anche con la richiesta di un mercato che va via via allargandosi, velocizzandosi e facendosi “multipolare”, come sostiene lo stesso responsabile. Ed è visibile fin da subito dalla composizione del team che vede una parità di genere (sei donne e sei uomini) e la presenza di nuove leve (due dei fund selector sono under 35).
In ordine alfabetico, oltre al responsabile, la squadra è composta da Mattia Basilico, Antonio Cannizzaro, Cristina Dalia, Andrea Loraschi, Matteo Luini, Elisabetta Micheli, Fabio Mori, Gaia Resnati, Cinzia Schininà, Sara Turata e Silvia Tenconi. “Ciascuno di noi segue una o più asset class tradizionali”, continua Stefanini ricordando come esistano “anche figure specializzate su strategie di investimento alternative”, dal momento che il team nasce dalla fusione di due precedenti squadre: una dedicata alla selezione di fondi hedge e una a quella di fondi tradizionali.
1/3Uno dei compiti principali, sottolinea il responsabile del team, “è mantenere una buy list di fondi da noi creata, approvata dal comitato investimenti e aggiornata a cadenza mensile in base alle nostre proposte”. La selezione include fondi tradizionali, liquid alternative e ETF provider. “Curiamo anche un’attività di review, su base settimanale, che mettiamo a disposizione di tutti i fund user interni di Eurizon”.
La selezione dei fondi segue un processo rodato che si articola in diversi momenti a partire da un’analisi quantitativa svolta sul peer group di interesse. “Abbiamo definito una metodologia di scoring proprietaria, che ci consente di mappare i prodotti sulla base dei nostri criteri di preferenza”, spiega Stefanini. Lo scoring va dunque a tradurre in criteri “quantitativi” il nostro set di preferenze sulla selezione, ad esempio riguardo alle caratteristiche di rischio-rendimento. Alla luce di questo primo round di selezione emergono i candidati (“in genere due o tre fondi interessanti”). Il secondo passaggio consiste nel contatto con le fund house, seguito dalla review del materiale sul prodotto. “A questi passaggi propedeutici segue, poi, una due diligence più approfondita e dettagliata”. Il colloquio con il gestore è un passaggio chiave nella selezione: “Ci permette di capire meglio lo stile di investimento, la costruzione di portafoglio, la gestione del rischio e come è stata generata la perfomance passata. L’obiettivo – rimarca l’esperto – è trovare fondi con caratteristiche rischio-rendimento persistenti nel tempo”. Una volta che il materiale è pronto, il singolo analista propone l’idea di investimento in una riunione interna al team: qui i colleghi pongono una serie di domande e fanno “challenge” sulla proposta. “Si tratta di una fase molto importante perché emergono spunti di riflessione interessanti che, tipicamente, portano a un secondo round di approfondimenti con il gestore e con la fund house terza, in questa sede si definisce la conviction sul gestore e l’eventuale proposta per il comitato investimenti”.
2/3Tra le evoluzioni che più da vicino hanno toccato il mondo della selezione dei fondi, Stefanini pone molta enfasi sulla sostenibilità. “Si tratta di un tema molto sentito, sia a livello aziendale sia a livello di clienti”, afferma. “E per far fronte a questa richiesta abbiamo mantenuto l’attività di fund selection aggiornata in base all’evoluzione normativa”. Parallelamente, dunque, Eurizon ha fatto evolvere la propria due diligence arricchendola con l’integrazione dei criteri ESG. “Una due diligence sia a livello di fund house sia a livello di fondo, che affianca la due diligence più tradizionale. Ciascuno di noi mira a costruire portafogli che abbiano un MSCI ESG Score superiore a quello del benchmark. La sfida in questo caso, conclude Stefanini – è incorporare nella fund selection una dimensione trasversale a obiettivi puramente finanziari di portafoglio”.
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