Storno (Lombard Odier IM): "La protezione del capitale è parte integrante della nostra strategia"

Aurele Storno_Lombard Odier IM
Auréle Storno. Foto concessa (Lombard Odier IM)

Diversificazione, disciplina e spirito di adattamento. Sono queste le tre caratteristiche che emergono confrontandosi con Auréle Storno, gestore del fondo Lombard Odier All Roads.

“Se avessimo iniziato a parlare dei rischi relativi allo scenario macroeconomico solo alcuni mesi fa, la maggior parte degli esperti avrebbe certamente indicato l’inflazione. Qualcosa però è cambiato negli ultimi mesi tanto da iniziare a far parlare di staglfazione, un mix di aumento d’inflazione e rallentamento della crescita” esordisce Storno facendo una panoramica dei primi mesi del 2022.

Molti esperti però, va detto, consideravano l’inflazione come un fenomeno transitorio, gli stessi che nell’ultimo periodo hanno dovuto in qualche modo ricredersi, valutando questi livelli come strutturali. “Non solo, l’inflazione ha iniziato a pesare anche nei portafogli dei consumatori e nei ricavi delle aziende tanto che in futuro il cash flow potrebbe rivelarsi meno robusto del passato” prosegue il gestore del fondo con Rating FundsPeople 2022.

Non sono gli anni ’70

Ad ogni modo, quello della staglfazione non si configura come lo scenario di base di Storno “viene però lo stesso da chiedersi cosa accadrà se la crescita continuerà a rallentare e l’inflazione a salire. È necessario dunque capire come agire per poter proteggersi e preparare il portafogli a questo scenario, adattarlo e renderlo sufficientemente robusto e soprattutto diversificarlo” commenta l’esperto di Lombard Odier IM. La storia è maestra di vita e aiuta, anche nel caso dei mercati finanziari, a comprendere i fenomeni, prendendo spunto da ciò che è successo in passato. “L’unico esempio che abbiamo a disposizione, andando a ritroso nel tempo, è ciò che è accaduto negli anni ’70, ma bisogna tenere bene in mente che quello che stiamo vivendo oggi è uno scenario con tutt’altri elementi e pertanto dovremmo comparare e contrastare” ribadisce Storno.  

Una questione di volatilità

Ciò che spaventa non poco i professionisti in questa fase è la mancanza di visibilità sugli eventi esogeni al mercato che però hanno ripercussioni su di esso. “Basti guardare agli ultimi due anni tra il COVID-19 e l’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina. Continuiamo a non sapere quale sarà l’impatto reale nei prossimi mesi, mi riferisco ad esempio al settore oil&gas” commenta il gestore. L’incertezza generale provoca, come noto, alti livelli di volatilità che in alcuni casi possono rappresentare un’opportunità ma non è possibile estendere questa valutazione a tutte le asset class. Si pensi ad esempio ai bond “erano decenni che non si vedeva volatilità in questo comparto e il suo potenziale impatto su tutti gli asset attraverso gli opportuni interventi di valutazione può essere significativo” aggiunge.

Perché dunque, alla luce delle considerazioni fatte fino ad ora, l’approccio multi-asset può rappresentare un valore aggiunto? “Per prima cosa questa strategia garantisce, ancora una volta, diversificazione che è quello che serve in questa fase. Bisogna essere pronti a disparate condizioni di mercato e, di conseguenza, essere flessibili per affrontarle. Serve inoltre tanta disciplina e sistematicità, abbiamo bisogno di continua ricerca e di nuove analisi per comprendere lo scenario in cui ci stiamo muovendo” spiega Storno. Il gestore dunque ribadisce l’importanza di guardare ai dati attualmente disponibili senza tentare solamente di prevedere il futuro “come nel caso delle prossime mosse delle Banche centrali o ancora il proseguo di questo conflitto nel cuore dell’Europa” spiega.

L’approccio di questa strategia dunque si basa sul bilanciare di volta in volta il peso dei diversi elementi che il gestore detiene in portafoglio e che lo compongono semplicemente adattandosi al contesto.

Un portafoglio a prova di cambiamento

Il gestore inoltre spiega ancora una volta che “bisogna essere pronti a diversificare il portafoglio a seconda degli indicatori che costantemente arrivano dal mercato. C’è bisogno del giusto mix di vari asset”. Infatti, a inizio anno, gli indicatori per le asset class erano tutti negativi, eccezion fatta per le commodities, l’unica che ha avuto dei buoni indicatori di rischio fino a questo momento. "Abbiamo ridotto l’esposizione a tutte le asset class, comprese proprio le commodities, anche se in misura minore. La tendenza che hanno in molti è quella di possedere portafogli concentrati su un unico fattore di rischio, come le azioni. Questa non è la nostra filosofia. Ci basiamo su differenti asset class, per ottenere un rendimento con uno spettro molto più ampio” ci tiene a specificare Storno.

Un dato però balza all’occhio, la quota di cash presente in portafoglio, attualmente pari circa al 50 per cento. “Questo è un livello molto alto, anche se non è la prima volta che accade dal lancio del fondo nel gennaio 2012. Negli ultimi dieci anni infatti è successo almeno altre cinque volte: in occasione del taper tantrum dell’allora governatore della FED Ben Bernancke, quell’anno tutte le asset class erano negative e abbiamo protetto il portafoglio proprio con la liquidità, nel 2015 e poi ancora nel 2018 e nel 2020, anno in cui siamo arrivati a detenere una quota pari il 65% di cash” commenta il gestore.  

Si potrebbe quasi dire che detenere questa percentuale di liquidità in portafoglio “sia in qualche modo imbarazzante per un gestore che è chiamato a investire denaro. Il mio lavoro però consiste anche nella protezione del capitale dell’investitore. Qualcuno non bada troppo alla perdita di capitale poiché significa averlo investito, è parte della loro filosofia. La nostra invece è avere sì ritorni stabili ma anche proteggere il capitale e la liquidità, in alcuni casi, rappresenta l’unico porto davvero sicuro” conclude.