Lo confermano i numeri: secondo l’ultima Global Alternatives Survey di Preqin, l’86% degli investitori istituzionali intende aumentare la propria esposizione alle strategie alternative, citando come motivazione principale proprio la diversificazione e la protezione nei momenti di turbolenza. Una tendenza in atto ormai da anni, ma che oggi acquista nuova rilevanza. In particolare hedge fund, strategie market neutral, long/short equity, global macro e relative value vengono sempre più utilizzati per costruire portafogli capaci di adattarsi a diversi regimi macroeconomici e scenari di volatilità. Secondo il World Wealth Report 2024 di Capgemini, le allocazioni in alternative da parte degli HNWI (High Net Worth Individuals) sono cresciute di oltre il 20% negli ultimi due anni, con un’attenzione particolare alle strategie liquide e trasparenti. Anche Mercer, nel suo ultimo report, ha sottolineato come il 72% dei fondi pensione europei stia rivedendo la propria asset allocation per includere un maggior peso di strumenti alternativi, in risposta alla maggiore instabilità dei mercati tradizionali. A fare la differenza, oggi, non è solo la performance assoluta, ma anche la capacità di contenere la volatilità, gestire il rischio in modo proattivo e offrire un profilo di rendimento decorrelato.
Ma come si selezionano strumenti così complessi? E come si bilancia il desiderio di rendimento con la necessità di trasparenza e controllo del rischio? Se ne è parlato durante la business breakfast di FundsPeople dedicata al mondo hedge.
Strategie alternative, il nuovo asse della diversificazione

Business breakfast fondi di fondi hedge. Foto Giulia Virgara per FundsPeople.
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