L'opinione di tre asset manager che mettono a confronto le opportunità rintracciate in questo comparto con particolare attenzione all'Europa.
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Ci sono alcune buone ragioni per pensare che possa tornare a splendere il sole sulle small cap dopo un periodo non particolarmente positivo.
"Le aziende più piccole offrono diversi livelli di allineamento rispetto gli SDG ONU, giocando ruoli critici nel più ampio sistema della sostenibilità, e spesso hanno maggiori probabilità di apportare benefici alle comunità locali. Tenendo conto che ci troviamo nell'anno in cui la maggior parte delle banche centrali si sta preparando a tagliare i tassi di interesse, dobbiamo ricordare che le azioni small e mid cap tendono a recuperare più velocemente nel corso delle recessioni e a sovraperformare su periodi più lunghi"; dice Tzoulianna Leventi, fund manager azioni small e mid cap di abrdn.
Secondo l'esperta, nonostante siano considerate rischiose, è probabile che gli investitori a lungo termine in grado di sopportare una certa dose di volatilità (e i periodi di sottoperformance ciclica) vengano premiati.
Uno sguardo all'Europa
Nello specifico, vale la pena soffermarsi sullo scenario europeo, a confronto con quello statunitense. Secondo Francesco Lomartire, responsabile di SPDR ETFs per il Sud Europa, lo scenario delle small cap europee ha mostrato notevoli miglioramenti sia in termini assoluti che relativi nel corso del 2024. "L’inflazione in Europa sta rallentando in modo più convincente rispetto agli Stati Uniti, rendendo i tagli dei tassi a giugno lo scenario di base nell’Eurozona e nel Regno Unito. Riksbank e BNS hanno già iniziato il processo di riduzione, fornendo un effetto trainante per gli asset rischiosi. L’allentamento in Svezia riveste un’importanza particolare, dato che il piano delle scadenze del debito è strutturalmente breve", dice.
A detta dell'esperto, tutto sommato, è probabile che l’attività economica rimanga molto più attenuata rispetto agli Stati Uniti. Tuttavia, i tagli dei tassi all’orizzonte, i miglioramenti delle prospettive economiche e l’assenza di recessione stanno a nostro avviso creando le condizioni favorevoli per le small cap europee. Queste infatti vengono scambiate a multipli economicamente vantaggiosi non solo rispetto alle large cap, ma anche alla loro storia. "Il rapporto prezzo-utile (P/E) a 13,0x si trova nel secondo decile più basso degli ultimi 10 anni. In questo periodo, in media, l’Indice MSCI Europe Small Cap ha scambiato ad un livello di P/E del 9% superiore rispetto all’Indice MSCI Europe. Attualmente viene scambiato con uno sconto del 7%, uno dei livelli più bassi degli ultimi 10 anni. Questi livelli possono rappresentare un punto d’ingresso interessante, poiché i tagli dei tassi sono prossimi e le economie europee stanno resistendo meglio del previsto", commenta Lomartire.
L'esperto di SPDR ritiene che, probabilmente, la differenza più importante riguarda la composizione settoriale, con gli industriali che rappresentano quasi un quarto dell’esposizione nelle small cap. "Questo settore è supportato da tendenze di lungo termine favorevoli, tra cui la transizione green, la sicurezza energetica e la riorganizzazione delle catene di approvvigionamento. Un altro importante sovrappeso è il real estate, un settore martoriato che potrebbe registrare un recupero ora che la lotta contro l’inflazione è stata vinta e le banche centrali in Europa sono chiaramente più orientate a tagliare i tassi d’interesse", sottolinea.
Gli fa eco Wolf von Rotberg, Equity Strategist di J. Safra Sarasin spiegando che dopo essere diventati più positivi sulle small cap statunitensi all'inizio del quarto trimestre dello scorso anno, ritengono che ora ci siano buone ragioni per esserlo anche sulle quelle dell'area euro.
"Ciò che ci rende più ottimisti è il fatto che gli utili non hanno subito lo stesso tipo di separazione dai dati ciclici che ha caratterizzato la performance relativa. Le revisioni degli EPS rispetto alle large cap sono diventate positive per la prima volta dal 2021, in linea con lo slancio del PMI, che ha contribuito a stabilizzare la redditività negli ultimi mesi. Allo stesso tempo, lo sconto di valutazione rispetto alle large cap ha continuato a salire, con i rapporti relativi prezzo-utile e prezzo-valore contabile che hanno toccato i rispettivi minimi storici negli ultimi tempi", sottolinea.
Secondo von Rotberg, a contribuire al potenziale sostegno dei tassi è il miglioramento del ciclo interno in Europa, a cui le small cap sono particolarmente esposte. "La recente ripresa dei dati macro-globali è stata guidata principalmente da Stati Uniti e Cina, ma sta iniziando a trasmettersi ai dati interni europei, come dimostrano le sorprese positive dei PMI dei servizi dell'area dell'euro di aprile e delle vendite al dettaglio di marzo", prosegue.
In conclusione, secondo l'esperto di J. Safra Sarasin, le valutazioni delle small cap dell'area dell'euro, gravemente depresse, appaiano interessanti, in quanto i dati ciclici hanno favorito gli utili e stanno iniziando ad avere un impatto più positivo sul ciclo interno in Europa, mentre i venti contrari ai tassi dovrebbero attenuarsi, data la prospettiva di un repricing dovish.