Tematici, sostenibilità e digitalizzazione al top nelle scelte di fund selector e clienti

FundsPeople On Stage
FundsPeople On Stage

Per i fund selector, quello dei tematici è un settore in forte sviluppo. Questa evoluzione accelerata dalla risposta del sistema finanziario all’impatto esogeno della pandemia, ha preso il via negli ultimi anni, legata a una maggiore sensibilità, lato fund selector e lato clienti, verso due grandi motori della finanza mondiale: la sostenibilità e le nuove esigenze a “trazione” tecnologica e digitale.

Ed è appunto alla crescita “dirompente” degli investimenti tematici che FundsPeople ha deciso di dedicare il primo incontro di FundsPeople On Stage, la serie di eventi focalizzati sul mondo della gestione e della selezione, approfondendo i punti centrali legati all’introduzione dei tematici nella costruzione del portafoglio. Il primo incontro, dal titolo “Investimenti tematici, da trend a esigenza” ha visto la presentazione dei risultati di un’inchiesta, condotta tra febbraio e marzo 2022, a cui hanno partecipato i fund selector delle principali società di gestione operanti in Italia e da cui emergono dettagli utili per tratteggiare lo stato dell’arte dei fondi tematici nel nostro Paese.

Il peso in portafoglio

Un primo spaccato della survey ha approfondito il peso specifico di questi prodotti nei portafogli e quali temi guadagneranno maggiore interesse nel tempo. Emerge come, nonostante soltanto il 17% dei rispondenti dichiari un peso superiore al 20% e oltre il 60% dedichi a questo segmento un peso tra lo zero e il 10%, la maggioranza dei fund selector abbia intenzione di incrementare questa quota nel corso del 2022 (il 60%). Di questi, quasi la metà procederà a un incremento compreso tra il cinque e il 20 per cento.

Fonte: FundsPeople, "Investimenti tematici, da trend a esigenza", febbraio/marzo 2022

In merito alla presenza dei tematici nei portafogli, oltre la metà dei rispondenti (52%) dichiara di averne inserito una parte nella componente core del portafoglio in un’ottica strategica, mentre il restante 48% li fa rientrare soltanto nella parte satellite del portafoglio. All’interno di questa percentuale, però, un ulteriore 17% non esclude di inserirli nella parte core dell’allocazione in futuro.

La diversificazione è il motivo principale nella scelta di queste strategie, selezionata dal 69% dei rispondenti; mentre la motivazione legata alla riduzione del turnover di portafoglio dato l’orizzonte di lungo termine ha spronato soltanto il 3% degli intervistati.

I temi più gettonati

Una volta definite le operazioni sui portafogli e le motivazioni alla base delle scelte di selezione, il fuoco dell’analisi si sposta sui fondi tematici in quanto tali. Il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale si confermano i grandi protagonisti nelle scelte dei fund selector, emergendo sia tra i temi più presenti, con il 74% delle segnalazioni, sia tra i temi che subiranno un incremento di esposizione nel corso dell’anno. Segue in entrambi i casi il tema legato alla tecnologia e alla digitalizzazione, strategie che occupano le agende non soltanto finanziarie, ma anche quelle economiche e politiche, centrali, anche nella definizione dei fondi europei per la risposta comune alla pandemia, e nel nostro PNRR. Interessante l’andamento dei fondi legati a salute e benessere e a smart city e urbanizzazione. Nel primo caso l’incremento di peso in portafoglio nel corso dell’anno sarà quasi doppio, mentre l’urbanizzazione attrae l’interesse dei fund selector che opteranno per questo tema nel 20% delle risposte.

Fonte: FundsPeople, "Investimenti tematici, da trend a esigenza", febbraio/marzo 2022

Per quanto riguarda la gestione, il 63% dei rispondenti afferma di affidarsi a una gestione esterna, mentre i fondi a gestione attiva rappresentano la stragrande maggioranza dei prodotti a gestione tematica.

Il focus sul mercato italiano

L’analisi prosegue con un focus sul mercato italiano che mostra un retroterra favorevole a questi investimenti. Il 66% dei rispondenti alla survey di FundsPeople giudica l’offerta di fondi tematici sul mercato tricolore “abbastanza completa”, un ulteriore 23% la reputa “sufficiente ma migliorabile” mentre la minoranza delle risposte si polarizza ai margini della “scala di gradimento” con un 3% che la ritiene “insufficiente” e un 6% “eccessiva”. Senza dubbio, come anticipato, un forte acceleratore di questa tipologia di investimenti è stata la pandemia con la stragrande maggioranza degli intervistati (il 69%) che l’ha individuata come “innesco” di interesse per i fund selector e il mercato in generale; mentre un 11% non la vede in questi termini e il 17% non si esprime in merito.

Fonte: FundsPeople, "Investimenti tematici, da trend a esigenza", febbraio/marzo 2022

Restando sul panorama italiano, un interrogativo fondamentale è quello legato all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, oggetto di una domanda dell’inchiesta in merito al fatto che il piano possa incidere o meno sull’orientamento degli investimenti del mercato verso i fondi tematici. Ebbene nel 66% dei casi la risposta è stata affermativa, mentre una minoranza del 17% non ritiene che abbia un impatto significativo e il 14% risponde “non saprei”.

Il ruolo del cliente

Infine una panoramica sul cliente di questa fattispecie di investimento. È evidente come oltre il 70% dei rispondenti reputi che quanti si accostano all’investimento tematico abbiano una competenza almeno sufficiente (il 49% delle risposte) e in molti casi buona (il 23%) in materia. C’è un quarto dei rispondenti che però ritiene mediocre la conoscenza del mondo tematico tra gli investitori. Si noti come nessuno degli intervistati, in compenso, la ritenga “ottima”.

Sempre sul fronte della clientela, ritornano (con diverse conferme) nella domanda finale i trend più richiesti da quanti optano per l’investimento tematico. Ancora una volta cambiamento climatico e sostenibilità ambientale catturano la maggioranza delle preferenze (77%) seguiti da tecnologia e digitalizzazione (69%), mentre i tematici legati ai consumi e ai fenomeni demografici parrebbero non aver fatto ancora breccia nei cuori degli investitori italiani (0% di preferenze).