Secondo Samantha Gleave, co-head of Cashflow Solutions di Liontrust, bisogna essere molto selettivi: “Credo che al momento sia importante fare caso alle forze che guidano i mercati perché i titoli value hanno significativamente sottoperformato per oltre un decennio. A nostro avviso sono ancora molto convenienti rispetto alla loro media storica, e vengono ancora scambiati con un sostanziale sconto. Il rerating è iniziato nel 2021, e in una certa misura è continuato nel 2022. Negli ultimi tempi, tuttavia, assistiamo a crescenti rischi di recessione e ad alti livelli di inflazione, di conseguenza bisogna essere molto selettivi sui titoli value, e negli ultimi 18 mesi abbiamo operato delle transizioni su questa tipologia di titoli. Nel 2020, ad esempio, quando si diffuse l’epidemia da COVID-19, i titoli contrarian value erano eccezionalmente economici, pertanto abbiamo incluso molte azioni di questo tipo nei nostri portafogli. Poi, nel 2021, il value ha recuperato. Infine, più o meno a inizio 2022, abbiamo aggiunto al portafoglio più titoli difensivi e qualitativi, come ad esempio GlaxoSmithKline e Ipsen, titoli del comparto sanitario europeo. Le azioni high growth hanno sofferto tanto da inizio anno”, ha poi aggiunto Gleave, "e le valutazioni attuali, rispetto al loro andamento storico, sono ancora piuttosto costose, il che lascia margine per un’ulteriore correzione. Anche in questo caso, c’è differenza tra titolo e titolo. Alcuni titoli consumer staples, ad esempio, erano molto cari a fine 2021 e ora sono meno costosi. Anche in questo caso, se si desidera aggiungere titoli al portafoglio in questo contesto, bisogna essere molto selettivi, viste le crescenti preoccupazioni a livello macroeconomico”.
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