Designato poco più di un anno fa alla guida della branch italiana, oltre che a un ruolo più ampio in Sud Europa e nel segmento europeo del wealth management, Sergio Trezzi è convinto che Nuveen sia pronta ad esprimere tutto il suo potenziale nel nostro mercato. E che i margini di crescita siano elevati. Secondo il managing director le competenze chiave della società d’investimento controllata da TIAA (il Fondo pensione degli Insegnanti Americani) su cui far leva per espandersi nel nostro Paese sono due: l’expertise sui mercati privati e quella sugli investimenti responsabili, due capacità che nell’offerta della casa di gestione sono tra loro opportunamente combinate e pensate come un tutt’uno. “Il mio primo anno in Nuveen è stato denso di attività. L’obiettivo era gettare le fondamenta della filiale italiana, costruire il team assumendo nuovi talenti e di connettere la piattaforma locale al mondo Nuveen a beneficio della clientela italiana”, spiega il professionista che, passato lo scorso anno da Invesco a Nuveen, vanta 25 anni di esperienza nel settore dell’asset management.
Uno dei principali punti di forza di Nuveen su cui Trezzi insiste è il fatto di ricoprire il ruolo sia di asset owner che di asset manager. “Quando la società è stata acquisita da TIAA ne ha fatto il braccio per gestire i propri investimenti. Ancora oggi circa 300 miliardi di dollari di asset dei 1.300 miliardi gestiti complessivamente dal gestore sono del general account. Questo è un aspetto molto importante che testimonia il nostro commitment in quanto asset manager, dal momento che le strategie di investimento che abbiamo sviluppato negli anni sono nate per gestire il nostro stesso patrimonio”, illustra. Strategie che sono state sviluppate in coerenza con i principi del responsible investing, un’area in cui Nuveen detiene un track record di oltre cinquant’anni. “Nuveen è stata pioniera nell’impact investing”, spiega Trezzi. “Abbiamo ricevuto una valutazione A+ dai Principi per l’Investimento Responsabile delle Nazioni Unite su tutti i moduli segnalati nel 2020 e i nostri team hanno incorporato i fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) nei processi di investimento di tutte le asset class, pubbliche e private”, afferma.
L’offerta del gestore
La società offre agli investitori un’ampia gamma di strategie alternative liquide (UCITS) e illiquide tra cui asset reali (terreni agricoli, boschi, infrastrutture, clean energy), private equity e private debt e real estate, oltre agli asset tradizionali e al reddito fisso. Nuveen si caratterizza per essere un gestore orientato al lungo termine e sul versante dell’offerta il valore aggiunto è ancora una volta il legame con TIAA: “Spesso le nostre strategie vengono lanciate prima per TIAA e poi sono aperte a nuovi investitori. Questo ci permette di puntare su strategie consolidate che abbiamo già ‘in casa’ per renderle poi disponibili per clienti terzi, con il vantaggio di avere dei track record e delle size già consistenti al momento del lancio. Perciò il nostro modus operandi non è lanciare una strategis ogni qual volta emerga un nuovo tema dettato dalla moda del momento, ma di pensare strategicamente all’evoluzione dei mercati e a come coglierne le reali opportunità”, evidenzia Trezzi.
In quest’ottica può esser letta la strategia con la quale Trezzi punta a crescere sul mercato italiano: puntare sulle capabilities di Nuveen per poi declinarle in soluzioni liquide o in veicoli di investimento per i mercati privati, in un processo di avvicinamento del know how sui private markets a quello dei public markets. “In un contesto di tassi bassi e inflazione crescente i rendimenti offerti dai private markets risultano molto appetibili e gli investitori italiani si stanno aprendo sempre di più a questo trend”, spiega Trezzi. “La nostra divisione Nuveen Real Asset da 140 miliardi comprende Real Estate (top 5 al mondo per livello di attivi in gestione), Natural Resources (Farmland, Timberland, Nature solutions, …) e Infrastructure (clean energy e globali), oltre che una divisione dedicata al Private Capital (Churchill) con oltre 35 miliardi in senior lending, Junior capital e Private equity . A ciò si aggiungono oltre 500 miliardi in obbligazioni, 400 miliardi in azioni e 90 miliardi in Multi Assets, spesso realizzando investimenti con un forte focus sull’impatto”, spiega.
Per questa elevata attenzione sull’impact e il responsibile investing le soluzioni del gestore sono rivolte anche a risolvere le crescenti esigenze di decarbonizzazione dei portafogli, sullo sfondo dell’impegno dell’industria dell’asset management nel raggiungere gli obiettivi net zero. “Si stima che la transizione energetica coinvolga oltre 40.000 miliardi di dollari di asset. Per questo motivo nei prossimi anni ci troveremo davanti al più grande ‘market arbitrage’ mai visto nei mercati. Il raggiungimento dell’obiettivo di emissioni nette a zero è quindi possibile solo con l’adozione di modelli di rischio e rendimento in grado di integrare l’intensità delle emissioni di carbonio”, afferma Trezzi. “Accanto all’adozione di strategie che integrano i criteri ESG e a impatto prevediamo che ci sarà anche una crescita di strategie real assets nei portafogli, con strumenti che investono nei temi delle energie pulite, infrastrutture green e immobiliare a zero emissioni. Su quest’ultimo punto tengo a precisare che i nostri investimenti in real estate saranno net zero carbon entro il 2040”, dice. “Per noi responsibile investing significa un miglioramento della performance grazie ad un miglioramento dell’impatto”, continua. “L’aggiunta della dimensione dell’impatto nelle nostre strategie e una dimensione ulteriore che non va ad intaccare i rendimenti attesi, anzi punta a migliorarli, essendo la sostenibilità un fondamentale nel lungo termine”, afferma.
Ricezione nel mercato italiano
“Abbiamo avuto un’ottima ricezione da parte degli investitori italiani, in particolare sul versante istituzionale”, spiega Trezzi. “La nostra capacità è riuscire a intercettare a 360° i bisogni dei fondi pensioni e delle compagnie di assicurazione, perché affrontano problematiche simili a quelle che abbiamo affrontato internamente come TIAA”, commenta. “