UBi Banca, primo statuto di popolare SpA

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foto:flickr:creative commons

UBI Banca è il primo istituto di credito ad aver avviato la trasformazione societaria in SpA imposta dal governo e la governance messa a punto prima dell’estate sarà un modello anche per le altre banche cooperative. Il nuovo modello è stato presentato al mercato lo scorso 9 settembre. Il prossimo 10 ottobre ci sarà il voto dell’assemblea straordinaria. La nuova forma statutaria indica il funzionamento di una normale società per azioni, in piena coerenza con le indicazioni della riforma. E questa farà da apripista alle future SpA. Innanzitutto, il nuovo statuto elimina il meccanismo su cui si fonda la governance delle banche popolari. In altre parole, è stop al voto capitario, ovvero se fino a oggi “il socio ha un solo voto qualunque sia il numero delle azioni possedute”, con la forma in SpA “ogni azione ordinaria attribuisce il diritto a un voto” ed è prevista l’abrogazione di tutte le previsioni relative all’ammissione a socio in quanto “non compatibili con la forma della società per azioni, dove la figura del socio viene a coincidere con quella dell'azionista”.

Non c’è più neanche il limite al numero di deleghe conferibili allo stesso soggetto, salite fino a dieci negli ultimi anni. Inoltre, molto importante, è il tetto antiscalata, la principale concessione fatta dal governo al sistema delle popolari durante l’iter di conversione del decreto che porta la firma di Renzi e di Padoan. Secondo questa decisione, l’articolo 10 del nuovo statuto di UBI stabilisce che, fino al 26 marzo 2017, nessun soggetto avente diritto al voto può “esercitarlo, ad alcun titolo, per un quantitativo di azioni superiore al 5% del capitale sociale”. Per evitare che il tetto venga aggirato, il limite (che non si applica agli organismi di investimento collettivo del risparmio italiani ed esteri) varrà per i titoli posseduti direttamente e indirettamente attraverso società controllate e fiduciarie o interposta persona. Inoltre, per presentare una lista di candidati servirà almeno l’1% del capitale, mentre finora potevano bastare le firme di 500 soci rappresentanti almeno lo 0,5%. È una soglia più alta rispetto a quella prevista per banche come Intesa Sanpaolo o Unicredit (0,5%).

Per il consiglio di sorveglianza uscente viene meno la possibilità di presentare una propria lista indipendentemente dalla quota di capitale rappresentata. Secondo le indicazioni arrivate dalla Vigilanza, poi, il nuovo statuto di UBI prevede anche uno snellimento dei consigli. Per la sorveglianza il numero dei membri scende da 17 a 15. Ridotto anche il comitato nomine, snodo fondamentale della governance di UBI, dove il numero dei membri scenderà da sei a cinque. Infine è stabilita la clausola secondo cui, se dovesse venire meno più della metà dei consiglieri originariamente eletti, verrebbe a cessare l’intero board.