Fabrizio Fiorini, responsabile degli investimenti e vice direttore generale di UBI Pramerica SGR, spiega a Funds People come sta reagendo l’UBI Pramerica Multiasset Italia in questa delicata fase di mercato.
Ci stiamo sempre più avvicinando alla fine del ciclo di misure non convenzionali introdotte della Banca Centrale Europea, il quantitative easing. Per comprendere nel particolare come UBI Pramerica SGR si stia adoperando per affrontare questo passaggio, Funds People ha intervistato Fabrizio Fiorini, responsabile degli investimenti e vice direttore generale dell'SGR.
“La cosa che riteniamo più importante per i mercati, e per il Btp in particolare, è che il reinvestimento dei titoli in scadenza continuerà e questo garantisce all’Italia un effettivo rifinanziamento sul mercato di un ammontare di debito pari solo al 100% del PIL", spiega il manager. “Rifinanziabilità facilitata dal fatto che gli stranieri, più suscettibili alla volatilità, hanno già ridotto sensibilmente la loro quota: noi oggi siamo molto meno dipendenti dagli stranieri. Per contro, anche la disponibilità delle banche italiane a comprare si è però ridotta, per problemi regolamentari".
Inoltre, bisogna prendere in considerazione la specifica situazione dell’Italia: “Al momento, il grado di fiducia è bassissimo, basta un numero a testimoniarlo: l’Italia, sulla scadenza decennale, paga 145 bp in più del Portogallo (che ha un rating leggermente inferiore e una situazione di bilancio molto simile alla nostra)”, spiega Fiorini. “L’Italia sta pagando in termini di spread molto più di quello che i fondamentali suggerirebbero; questo si spiega solo se si ipotizza che gli investitori stranieri stiano iniziando a richiedere un premio per una potenziale uscita dall’Euro, una sorta di rischio di ridenominazione del debito. Se questa idea dovesse realmente pervadere il mercato, diventerebbe poi difficile fissare un livello ipotetico di massimo allargamento dello spread”.
UBI Pramerica Multiasset Italia
Il fondo rientra nella categoria dei bilanciati obbligazionari Italia e mira ad ottenere, in un orizzonte temporale di investimento di 9 anni, una crescita graduale del capitale nominale investito.
Il comparto investe principalmente in strumenti di mercato monetario a tasso fisso e variabile e titoli di debito emessi o garantiti da governi, società, agenzie regionali, sovranazionali o altri emittenti con merito creditizio anche “sub investment grade” denominati in euro.
Il gestore utilizza sia analisi micro che macroeconomiche per la determinazione dei pesi settoriali; l’analisi fondamentale per la selezione delle società che presentano un buon modello di business, una forte tradizione di risultati economici positivi, una sufficiente prevedibilità di utili/flussi di cassa.
“Il fondo è stato a lungo gestito con un approccio strettamente bottom-up, con un'allocazione tra obbligazioni e azioni molto vicina a quella del benchmark. I movimenti dei mercati degli ultimi 18 mesi, ovvero le difficoltà gestionali legate alla crescente volatilità, hanno suggerito un aggiustamento che ha introdotto un'importante leva gestionale come la riallocazione tra le due diverse asset class con obiettivi temporali anche di breve-medio termine", spiega Fiorini. "Caratteristica comune mantenuta è quella di una gestione molto attiva fatta di scelte precise e significative”.
La view di mercato
“Riteniamo che iBbtp brevi, fino a 5 anni, abbiano ottimi rendimenti e siano quindi una buona opportunità; sul comparto azionario vediamo buone prospettive nel settore petrolifero (il prezzo del petrolio rimarrà stabile a questi livelli) e più tatticamente sulle banche italiane più grandi; offre molto anche lo stock picking su alcuni titoli di media capitalizzazione, storie italiane di successo nel mondo, molto meno sensibili di altri alle dinamiche domestiche”, conclude il manager.