Ubi Pramerica SGR, sempre più vicini al cliente

Ghidoni
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Sebbene l’industria del risparmio gestito abbia attraversato un anno difficile, non bisogna dimenticare che ha comunque portato a casa dei risultati positivi.

“Naturalmente più ci avviciniamo alla fine del ciclo, più difficile sarà ottenere risultati importanti”, spiega Andrea Ghidoni, amministratore delegato e direttore generale di UBI Pramerica SGR. Il tutto è complicato dal fatto che il mercato sta sviluppando delle crescenti complessità prospettiche: un livello di servizio più alto (è richiesta una maggiore attenzione al cliente), una regolamentazione più stringente imposta da MiFID II, la riduzione degli yield a causa del livello dei tassi d’interesse, lo sviluppo di soluzioni passive e semi-passive, e infine una concentrazione del mercato della fornitura dei servizi (software e data provider) che riduce il potere negoziale degli asset manager.

Anche UBI Pramerica SGR ha registrato un andamento positivo nei primi 10 mesi dell’anno, con un tasso di crescita sensibilmente superiore al mercato, +3,6% di crescita della raccolta netta, rispetto allo 0,6% medio dell’industria. A settembre di quest’anno l'SGR ha superato i 60 miliardi di euro di patrimonio, dimostrando una crescita consistente nel tempo con, in particolare, un incremento dei mandati istituzionali. Aspetto da cerchiare in rosso proprio l’uniformità della traiettoria di crescita registrata nel corso degli ultimi 15 anni, senza discostamenti significativi su base annua. “Confrontando la raccolta del 2017 con quella dell’anno in corso, notiamo che il peso percentuale degli investitori istituzionali rispetto ai retail è aumentato significativamente. Questo perché la clientela istituzionale non ha la stessa emotività di quella retail”, fa notare l’amministratore delegato.

In un quadro sfidante come quello attuale, l’investitore retail ha in effetti sempre più bisogno di supporto qualificato per non prendere decisioni sbagliate e frutto appunto dell’emotività. Il ruolo di un gestore professionale è quindi sempre più importante. Secondo la società, occorre concentrarsi su due importanti aspetti: la comunicazione con l’investitore e la velocità di azione a livello gestionale.

Per quanto riguarda il primo elemento, Fabrizio Fiorini, responsabile investimenti e vice direttore generale di UBI Pramerica SGR, spiega che in questa determinata fase di ciclo economico non più governata dalla direzionalità dei mercati, dove l’investitore è molto più nervoso, è necessaria una chiara comunicazione delle scelte d’investimento. “Ora più che mai il cliente ha bisogno di un supporto maggiore da parte dell’investitore specializzato. In questa fase bisogna saper spiegarsi bene, altrimenti il cliente rischia di divenire compiere scelte errate, determinando quindi deflussi di capitale ingiustificati”. Secondo l'asset manager, questa maggiore attenzione al dialogo deve essere biunivoca: proveniente non solo dagli asset manager, ma anche dai clienti stessi, che devono imparare a informarsi di più.

Il secondo elemento è quello di aumentare la velocità di azione nelle decisioni di investimento. “In questi mercati è fondamentale imparare a muoversi molto velocemente: bisogna conoscere il giusto timing per entrare e uscire da un investimento, o modificare il peso di un titolo in portafoglio”, spiega Fiorini. 

“Occorre ridurre il livello di trasmissione delle informazioni, e per arrivare a questo risultato occorre assegnare al gestore una delega maggiore”, spiega Ghidoni. “Ci stiamo quindi orientando verso le soluzioni absolute return dove il porfolio manager ha più possibilità di muoversi e poter cogliere le opportunità d’investimento”. Ghidoni conclude citando le parole di Warren Buffet: puoi scoprire chi sta nuotando nudo, solo quando la marea si ritira. “È proprio per questo che, in questa determinata fase di mercato, dobbiamo essere ancora più chiari nel proporre i valori di una gestione professionale ed efficiente”.