Secondo l’ultimo UBS Global Real Estate Bubble Index, l’impennata dell’inflazione a e dei tassi ha portato a un netto calo degli squilibri. A Milano nell’ultimo anno i prezzi reali degli immobili residenziali sono scesi del 2 per cento.
L’impennata dell’inflazione e dei tassi d’interesse negli ultimi due anni ha portato a un netto calo degli squilibri nei mercati immobiliari dei centri finanziari globali. La crescita dei prezzi delle case ha risentito, infatti, dell’aumento dei costi di finanziamento, dato che i tassi ipotecari medi sono più o meno triplicati dal 2021 nella maggior parte dei mercati. Di conseguenza, la crescita annua dei prezzi nominali in alcune delle principali città del globo si è arrestata dopo l'impennata del 10% di un anno fa. A metterlo in luce è l’ultima edizione dell’UBS Global Real Estate Bubble Index, uno studio che analizza i prezzi degli immobili residenziali in 25 metropoli di tutto il mondo. Delle città prese in esame solo Zurigo e Tokyo rimangono nella fascia a rischio di bolla immobiliare. Mentre per quanto riguarda l'Italia, a Milano i prezzi reali sono scesi del 2% cento e il mercato secondo il gestore svizzero è valutato in modo equo.
“Parlando in termini corretti per l’inflazione, i prezzi sono più bassi del 5% rispetto alla metà del 2022. In media, le città prese in considerazione hanno perso i guadagni di prezzo realizzati durante la pandemia e ora i prezzi sono tornati ai livelli della metà del 2020”, spiega Claudio Saputelli, head of Real Estate del Chief Investment Office di UBS Global Wealth Management.
Diminuisce il rischio bolla
Nell’edizione di quest’anno, rimangono nella fascia a rischio bolla sono solo due città (Zurigo e Tokyo, un dato in calo rispetto alle nove città di un anno fa. Toronto, Francoforte, Monaco di Baviera, Hong Kong, Vancouver, Amsterdam e Tel Aviv, che in precedenza rientravano nella zona a rischio bolla, sono ora tutte nel territorio della sopravvalutazione. Invariati rispetto all’anno precedente, anche i mercati immobiliari di Miami, Ginevra, Los Angeles, Londra, Stoccolma, Parigi e Sydney continuano a essere sopravvalutati. New York, Boston, San Francisco e Madrid hanno registrato un calo degli squilibri. Secondo l’indice, questi mercati immobiliari sono ora equamente valutati, così come Milano, San Paolo e Varsavia. Questo vale anche per Singapore e Dubai, anche se il loro essere considerati “porti sicuri” dal punto di vista geopolitico ha recentemente innescato un’impennata della domanda sia per gli affitti che per gli acquisti.
L’Italia
“Il mercato immobiliare italiano per molti anni è andato controcorrente perché lo spread elevato sul debito pubblico ha impedito di beneficiare dei tassi bassi. Per questo, il mercato immobiliare non ha vissuto l’apprezzamento registrato nel resto d’Europa tranne un negli ultimi 2-3 anni”, spiega Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS GWM in Italia. “Questo vale anche per Milano, dove nell’ultimo anno i prezzi sono comunque saliti meno dell’inflazione; infatti, i prezzi reali sono scesi del 2%, in linea con la crescita degli affitti e dei redditi locali. Ma le solide prospettive per l’economia locale, l’espansione della linea metropolitana e i prossimi Giochi Olimpici Invernali del 2026 contribuiscono a dare supporto alle valutazioni”, conclude.