Un nuovo fondo obbligazionario "rivoluzionario" per Invesco

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Diego Jimenez, Unsplash

Invesco ha lanciato un nuovo fondo obbligazionario che mira a offrire agli investitori una piattaforma ideale per cogliere opportunità d’investimento derivanti dalla “Belt and Road Initiative” (BRI) cinese. Invesco Belt and Road Debt Fund mira a beneficiare della potenziale crescita e rendimenti derivanti dai mercati obbligazionari della regione interessata dal progetto. Questa ambiziosa strategia di sviluppo è sostenuta nel lungo termine da una delle economia a maggior crescita mondiale. “La domanda di soluzioni tematiche da parte della clientela wealth management è aumentata notevolmente negli ultimi anni, per la volontà di cogliere nel medio termine nuove opportunità derivanti da trend macro economici, sociali e culturali”, commenta Giuliano D’Acunti, responsabile commerciale di Invesco per l’Italia.

Lanciata nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, la BRI è stata istituita per promuovere la connessione via terra e via mare tra Asia, Europa, Medio Oriente e Africa, con l’obiettivo di stabilire e rafforzare partnership economiche e la collaborazione fra queste regioni. 

“La Belt and Road Initiative sembra imperniata sulla Cina, ma in realtà offre una grande opportunità agli investitori obbligazionari con prospettive multiregionali”, afferma Ken Hu, chief investment officer, Fixed Income, Asia Pacific di Invesco e gestore del nuovo fondo1. “Nel quadro di questa iniziativa, la Cina ha investito enormi capitali a lungo termine in tutta l’Asia, in Africa, nel Medio Oriente e in Europa, risvegliando il grande interesse di Stati Uniti, UE, Regno Unito e Giappone ad aumentare gli impegni di capitale nella regione. Sono così emersi temi d’investimento a lungo termine”.

Come spiega Hu, sulla scia della crescente attività economica nella regione BRI, gli emittenti governativi e non governativi dovranno emettere un maggior numero di obbligazioni per finanziarsi. A suo avviso, nuove emissioni selezionate di obbligazioni nella regione dovrebbero offrire così un rendimento totale più interessante rispetto a obbligazioni con rating creditizi e scadenze simili sui mercati obbligazionari tradizionali. Al contempo, la maggiore collaborazione economica e l’incremento della produttività derivante dalla crescita degli investimenti diretti nei Paesi BRI dovrebbero portare a miglioramenti della solvibilità e liquidità della maggior parte di questi Paesi, aprendo la strada a promozioni dei rating del credito sovrano. Ciò gioverebbe anche ai profili di credito dei sistemi bancari, delle imprese statali e private dei paesi coinvolti, rendendo più attraenti le loro obbligazioni.

Invesco Belt and Road Debt Fund è il primo fondo obbligazionario ad offrire esposizione diretta a questo specifico e potenzialmente interessante tema d’investimento. Il fondo investe principalmente in obbligazioni sovrane in dollari USA, obbligazioni societarie investment grade e high yield di emittenti selezionati che potrebbero beneficiare, direttamente o indirettamente, dei crescenti flussi commerciali e di capitali attirati dalla BRI. Il fondo miraa rendimenti totali di lungo termine tramite un approccio flessibile all’investimento top-down e bottom-up, con allocazioni geografiche attive e la possibilità di esplorare un’ampia gamma di titoli, senza vincoli di benchmark. Il fondo può investire fino al 10% in azioni della regione BRI. È attuata una importante gestione del rischio per limitare la volatilità e la liquidità sarà aumentata tatticamente fino al 30% in previsione di un incremento dei rischi di mercato. Il fondo esclude le obbligazioni di Paesi che hanno i rating ESG peggiori.

Il fondo è gestito da un esperto team pluripremiato di professionisti dell’investimento, guidato da Ken Hu, che vanta oltre 20 anni di esperienza nel settore ed è stato nominato “Manager of the Year” nel Benchmark Fund of the Year Awards 2017. Il team può avvalersi delle notevoli competenze d’investimento interne offerte dalla nostra rete globale di gestori e specialisti nelle varie asset class. Ciò aiuta il fondo ad accedere a una vasta gamma di opportunità, puntando a particolari idee e temi, con il beneficio di profonde competenze.

La CNN ha calcolato che la BRI coinvolgerà potenzialmente progetti in 68 Paesi in tre continenti, coprendo il 65% della popolazione mondiale e il 40% del PIL mondiale al 2017. Anche se altri governi finanzieranno i loro progetti infrastrutturali, la Cina è attualmente in testa degli investimenti, che secondo le stime di Invesco ammonteranno a 150-200 miliardi di dollari USA nei prossimi cinque - dieci anni. Finora, 50 imprese statali cinesi hanno investito in quasi 1.700 progetti, fra cui strade, porti, ferrovie e infrastrutture digitali e, secondo i media cinesi, sono già stati spesi 1.000 miliardi di dollari USA e molti altri ne verranno spesi nei prossimi anni. Per contrastare gli ambiziosi piani internazionali della Cina, gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Giappone hanno annunciato un aumento degli investimenti diretti nella regione BRI. Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che prevede la concessione a una nuova agenzia – la International Development Finance Corporation (IDFC) – di 60 miliardi di dollari USA da investire in paesi in via di sviluppo ed emergenti, che sostanzialmente coincidono con quelli situati nella regione interessata dalla BRI. Nell’ambito dell’“Indo-Pacific Economic Vision” di Trump, gli Stati Uniti si sono impegnati a investire 113 milioni di dollari USA in nuove tecnologie, energia e infrastrutture nell’Asia emergente, come annunciato alla fine di luglio 2018 dal segretario di Stato Mike Pompeo. I primi accordi sono già stati firmati. Gli Stati Uniti hanno anche firmato un accordo con la Mongolia che prevede investimenti per 350 milioni di dollari USA per lo sviluppo di nuove fonti idriche. Inoltre, a settembre 2018, la Commissione Europea ha proposto di concedere un finanziamento di 60 miliardi di euro per il Piano per gli Investimenti Esterni dell’Unione Europea allo scopo di migliorare la connettività tra Europa e Asia.

Il fatto che la BRI sia stata inclusa nella Costituzione cinese a ottobre 2017 è, a nostro avviso, garanzia del fatto che rimarrà una priorità a lungo termine per le autorità governative e le imprese private. Secondo Hu, l’impegno cinese nella BRI dovrebbe inoltre aumentare a fronte dell’escalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. “La Belt and Road Initiative è diventata un’operazione su larga scala che sta ridisegnando la cartina geografica mondiale con ferrovie, porti, autostrade, emittenti wireless e parchi industriali”, sostiene. “Vista la portata spettacolare dell’iniziativa, man mano che saranno implementati gli attuali progetti e altri inizieranno a prendere forma, si definirà il suo impatto su molti settori. Sfruttando il vantaggio di chi compie la prima mossa, il nostro fondo si prefigge di cogliere opportunità d’investimento derivanti da questa tendenza e, a nostro avviso, può essere adatto a investitori che ricercano reddito sostenibile e potenziale crescita del capitale nel medio-lungo termine”.

 

Nota:

1Gestori: Ken Hu, Jeff Feng and Yifei Ding.