Michele Arezzi, head of Southern Europe, e Nathan Lacaze, head of european portfolio management team della società, ci spiegano i segreti delle strategie sistematiche focalizzate sulle “dimensioni”.
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Un asset manager con presenza globale, con 577 miliardi di dollari di AUM (dati al 31 dicembre 2017) gestite seguendo un unico processo d’investimento indipendentemente dal focus geografico della strategia. Si presenta così Dimensional Fund Advisors, società statunitense fondata nel 1981 da David Booth (a lui è oggi intitolata la Business School dell’Università di Chicago). Attraverso una doppia intervista con Michele Arezzi, head of Southern Europe, e Nathan Lacaze, head of european portfolio management team, Funds People è entrata nel mondo della casa di gestione d’oltreoceano, profondamente legata fin dall’inizio al mondo accademico, visti anche i ruoli chiave che alcuni accademici vi ricoprono all’interno, tra cui Eugene Fama (premio Nobel), Kenneth French e Robert Merton (premio Nobel).
“Ciò che è però significativo a proposito dei nostri AUM è il fatto che la nostra crescita, molto forte soprattutto nell’ultimo decennio, sia stata puramente organica. In 36 anni di storia, infatti, non siamo mai stati coinvolti in fusioni o acquisizioni di alcun tipo. Di conseguenza, la nostra crescita è stata dettata esclusivamente dalla fiducia che siamo stati in grado di guadagnare nei confronti dei nostri clienti”, spiega Arezzi, incorporatosi in Dimensional FA nel gennaio 2016. Da allora, la società ha aperto rapporti con controparti in Italia e Spagna, dove il Belpaese, a detta del manager, ne è risultato il primo step e tutt’ora il mercato di maggiore interesse nella regione.
“Abbiamo adottato un approccio che è in linea con ciò che abbiamo sempre fatto negli altri mercati a livello mondiale. Una strategia volta quindi ad offrire le nostre capacità e competenze agli investitori istituzionali, con l’obiettivo di aiutarli nel raggiungere i propri obiettivi di investimento. In Italia, lavoriamo con clienti come asset manager sia indipendenti che parte di gruppi bancari, con fondazioni bancarie, e con casse di previdenza. In Spagna, la strategia è pressoché la stessa. Il nostro target di clientela è quindi lo stesso in tutto il mondo, tant’è che condividiamo la stessa filosofia in tutti i mercati”, aggiunge Arezzi.
Strategie sistematiche basate sulle "dimensioni"
Nathan Lacaze si sofferma poi sulla “radice” da cui nascono le strategie della società, ovvero il team di ricerca. Team che è stato in grado, a detta dell’esperto, di raccogliere dati storici dei prezzi e dei bilanci societari risalenti nel tempo fino a quando ve ne sia traccia, anche se solo in forma cartacea. Ciò permette di fornire evidenza empirica alle teorie scientifiche che sono alla base delle strategie dell’asset manager. “Ricerca empirica e scientifica ci hanno permesso di creare soluzioni di investimento che hanno rendimenti attesi superiori a quelli del mercato: per fare questo partiamo dal prezzo di mercato per estrarre un’ampia gamma di informazioni utili per confrontare i rendimenti attesi dei titoli che compongono l’universo investibile, sia nel mondo azionario che obbligazionario”, spiega.
Dalla casa offrono quindi le medesime strategie e prodotti a livello globale, quindi strategie sistematiche focalizzate su certi “premi”, o “fattori”, che dalla società chiamano invece “dimensioni”. “Nel mondo azionario copriamo sia i mercati azionari sviluppati che emergenti, mentre nel mondo obbligazionario investiamo solo nei mercati sviluppati. La prima strategia che lanciammo, nel 1981, fu un azionario US Small Cap, e in quel caso fummo pionieri in questo particolare segmento di mercato; successivamente abbiamo replicato la stessa strategia su altre aree geografiche, inclusi globali ed emergenti. Inoltre, nel 1993, abbiamo lanciato il nostro primo fondo fixed income. Abbiamo quindi molta storia anche in quest’universo”, sostiene Arezzi.
L’esperto evidenzia inoltre come la collaborazione col mondo accademico abbia portato al lancio della prima strategia ‘value’ nel 1992, quando in concomitanza con la pubblicazione dell’universalmente conosciuto paper di E. Fama e K. French sul “three factor model”, Dimensional FA lanciò la sua gamma di fondi value. “Anche in questo campo ci sentiamo pertanto dei pionieri. In seguito, nei primi anni 2000, abbiamo lanciato un terzo tipo di prodotto, chiamato ‘core’: si tratta di soluzioni in cui facciamo coesistere varie dimensioni dei rendimenti attesi; in gergo anche chiamate strategie multi-fattoriali”.
Con riferimento alle masse gestite della casa, dei 577 miliardi di dollari in gestione, circa 115 miliardi sono in obbligazionario, circa 82 miliardi in azionario dei mercati emergenti, e il resto in azionario dei mercati sviluppati, ovvero 196 miliardi di dollari in quello americano, 38 miliardi in quello globale e 112 miliardi nei mercati globali ex USA. “Abbiamo inoltre un expertise in commodities, con 1,7 miliardi di dollari, e infine nel listed real estate (REITs - Real Estate Investment Trusts) dove gestiamo circa 20 miliardi di dollari. Tutte le nostre masse sono gestite seguendo lo stesso processo e filosofia di gestione con l’obbiettivo di cogliere i premi legati alle dimensioni”, aggiunge Arezzi.
Ultimamente si nota una sorta di evoluzione nelle scelte di investimento degli investitori italiani, dato che, rispetto al passato, si registrano dei movimenti dai classici depositi e titoli di Stato a favore dei fondi di investimento. Ed è quì che, a detta di Arezzi, Dimensional Fund Advisors sta riscuotendo interesse, “avendo fondi che ricoprono l’intero range geografico sia in fixed income che equity”. Lacaze sottolinea come dalla casa abbiano un range di prodotti già molto vasto che può soddisfare qualsiasi tipo di clientela in giro per il mondo. “Siamo comunque sempre disponibili nel lavorare insieme ai nostri clienti per costruire soluzioni che ancora non fossero presenti nella nostra gamma”.
In questo, Dimensional FA mette a disposizione un approccio commerciale diverso: “non lanciamo semplicemente prodotti per poi proporli, ma li lanciamo solo se a seguito di richiesta di un cliente. In questo modo, si instaura una relazione più vicina con la clientela, e lo abbiamo sperimentato anche in Italia, dove abbiamo avuto diversi dibattiti costruttivi con clienti per creare strategie in linea con le loro esigenze e, in un caso, ciò ha portato alla customizzazione di uno dei nove prodotti ad oggi distribuiti in Italia”, afferma Arezzi, che aggiunge: “Abbiamo infatti otto prodotti pre-esistenti che si sposano perfettamente con i bisogni della clientela italiana e che sono stati registrati anche in Italia, più un altro fondo che abbiamo lanciato a seguito della richiesta di un cliente italiano”.
Su questo punto interviene in maniera decisa Lacaze: “Vogliamo sapere il più possibile dei nostri investitori, vogliamo conoscerli, sapere quali sono le loro aspettative, obiettivi, e utilizzare le nostre capacità per soddisfare i loro bisogni di investimento, in modo da avere delle relazioni di lungo periodo e di fiducia”.
Infine un commento sui possibili impatti delle dinamiche geopolitiche sul business della società: “Non cerchiamo di prevedere il futuro, dato che è molto difficile farlo in maniera accurata e ripetitiva. Possiamo invece concentrarci nella gestione del rischio delle nostre soluzioni di investimento in modo da fornire ai nostri clienti lo strumento più adeguato”, spiega Lacaze. Arezzi conclude infine con un concetto che sta alla base dell’approccio di Dimensional FA: “In altre parole, non cerchiamo di essere più veloci o più smart di tutto il resto dei partecipanti al mercato messi insieme; ma piuttosto utilizziamo il sapere collettivo di quest’ultimi, che si riflette nei prezzi, per costruire portafogli che abbiano ogni giorno rendimenti attesi superiori al mercato”.