Una radiografia del mercato degli hedge fund

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Markus Spiske, Unsplash

È un anno agrodolce quello degli hedge fund. Dolce, perché i rendimenti medi registrati da tutte le categorie sono positivi, e aspro perché, nonostante i buoni risultati ottenuti e lo sforzo degli ultimi anni per ridurre le commissioni, i deflussi di denaro di questi prodotti continuano. Secondo i dati di eVestment, una società americana provider di servizi di analisi per gli investitori istituzionali, tra gennaio e agosto di quest'anno i deflussi nel settore hanno raggiunto 63,6 miliardi di dollari. È una cifra che si somma ai 37,2 miliardi che sono svaniti lo scorso anno e che ha lasciato il patrimonio totale degli hedge fund a 3,25 bilioni. Cosa sta succedendo?

Per rispondere a questa domanda, dobbiamo analizzare le cifre con molta attenzione. Prima di tutto, è importante sottolineare che quasi la metà dei deflussi di denaro che l'industria degli hedge fund ha subito quest'anno interessa soprattutto le strategie azionarie long/short (circa 31 miliardi di rimborsi). Queste strategie non sono state in grado di ‘capitalizzare’ la grande domanda degli ultimi tempi di prodotti alternativi che aiutino a decorrelare i portafogli e a diversificare il rischio. E ciò è dovuto principalmente agli scarsi risultati ottenuti in termini di redditività.

“La storia dei deflussi dei fondi azionari long/short è sempre la stessa, dipende dai risultati raccolti. C'è stata una chiara insoddisfazione da parte degli investitori per questa tiologia di prodotti, che hanno avuto un cattivo comportamento nel 2018, a cui si è contrapposto un chiaro entusiasmo per i prodotti che invece hanno registrato buoni risultati. Purtroppo per il settore, l'ultimo gruppo non è grande e, di conseguenza, ci sono stati pochi gestori long/short equity che quest’anno sono riusciti a raccogliere”, spiegano da eVestment.

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Se analizziamo più a fondo i dati, si evince l'influenza che la redditività sta esercitando sull'evoluzione dei flussi. C'è una relazione chiara. Pertanto, ad esempio, le strategie long/short equity con oltre 1 miliardo di dollari di AUM che nel 2018 sono riusciti a generare un rendimento superiore al 5%, hanno raccolto quest'anno quasi 25 miliardi. Al contrario, quelli che nel 2018 hanno registrato rendimenti inferiori allo 0%, hanno perso tra gennaio e agosto quasi 43 miliardi. Quelli nell'intervallo dello 0-5% di redditività sono rimasti praticamente stabili in termini di flussi.

Nell'ambito del long/short equity, la categoria di hedge fund più popolare con un patrimonio netto stimato di circa 760 miliardi, l'investitore scommette chiaramente su quei gestori che hanno ottenuto risultati migliori lo scorso anno. Esattamente lo stesso accade nelle strategie global macro, la seconda tipologia di hedge fund da cui quest’anno è uscito più denaro(-18,6 miliardi). I prodotti con oltre 1 miliardo di AUM, che nel 2018 hanno offerto ai loro clienti un rendimento superiore al 5% hanno registrato flussi in entrata di circa 6 miliadi, mentre quelli che hanno ottenuto rendimenti negativi hanno subito rimborsi che,complessivamente, ammontano a 22 miliardi.

 

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Rendimenti 2019

Per quanto riguarda i risultati ottenuti, l’Hedge Fund Aggregate, indicatore che consente di analizzare l'evoluzione del settore, ha registrato una performance YTD ad agosto del 6,7%, rispetto al 18,3% dello S&P 500 e 11,6% del 50% MSCI World / 50% Citi WGBI. Si tratta di gap importanti.

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Per quanto riguarda le categorie, l'anno è stato positivo per tutte le strategie di hedge fund, esattamente l'opposto del 2018, quando solo una aveva registrato in media un rendimento positivo.

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Uno dei soliti dubbi degli investitori di hedge fund è se le strategie più grandi (quelle con un volume di attività superiore a 1 miliardo) facciano meglio di quelle piccole o se sia esattamente il contrario. Quest'anno, ad esempio, gli hedge fund con meno di 250 milioni di attivo sono quelli che hanno generato i rendimenti più elevati (7,14%), un punto percentuale in più rispetto al loro massimo (6,1%). Tuttavia, nel 2018 i fondi minori hanno subito perdite in media di -6,1%, quasi il doppio dei prodotti più grandi (-3,3%). Comunque, per cercare di giungere a una conclusione, questa è una questione che dovrebbe essere analizzato categoria per categoria.

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