A causa di tensioni geopolitiche, l’inflazione in crescita e il rialzo dei tassi, nel corso del 2022 gli investitori hanno disinvestito dal credito, restando però fedeli alle azioni. A ottobre però la situazione sembra cambiare bruscamente: secondo l'ultimo sondaggio sui gestori di fondi di BofA la capitolazione sarebbe iniziata. L'analisi storica mostra diversi indicatori del sentiment degli investitori ai massimi storici e un numero record di gestori (72% netto) che prevedono un'economia più debole nei prossimi mesi. Il livello di pessimismo sulla crescita globale è ai massimi e il mercato azionario ha iniziato a riflettere questo sentimento ribassista.
Le prospettive di politica monetaria poi cambiano: i professionisti intervistati nel sondaggio BofA ritengono più probabile una svolta di politica monetaria nei prossimi 12 mesi e così la possibilità che i tassi di interesse si abbassino nei prossimi 12 mesi.
In che modo allora gli strumenti passivi possono sostenere i portafogli in questa fase di “capitolazione”? In questa tavola rotonda ne abbiamo parlato con Credit Suisse AM, Fidelity International e VanEck.
Equity

“Siamo convinti che l'azionario, e in particolar modo quello del settore dell'estrazione di materie prime legate alla transizione energetica, siano molto interessanti”, esordisce Salvatore Catalano, director Sales per l’Italia di VanEck. “Sono anni che queste società presentano valutazioni molto interessanti. Nell'ultimo decennio si sono ristrutturate, hanno previsioni di domanda stabile per gli anni a venire, si considera che abbiano debiti societari praticamente inesistenti e che paghino dividendi abbastanza elevati”. Proprio quello che gli investitori in questo momento cercano: strumenti che possano generare income in questo periodo per aspettare poi il recupero.
Fixed Income
Il director Sales Catalano, si dice poi positivo sul fixed income: “Nel contesto di inflazione degli anni '70, l'oro registrava una performance estremamente positiva. All'epoca c'era poca fiducia nella Federal Reserve e il prezzo dell'oro salì alle stelle”. Ma cosa succederebbe con una Fed fiduciosa nei confronti del mercato, come accade oggi? Prosegue Catalano: “Se escludiamo i rendimenti dell'oro e delle materie prime di quegli anni, la classe di attivi che registrava le migliori performance è stata, sorprendentemente, quella delle obbligazioni. Quando i tassi d'interesse sono molto bassi, un aumento dei tassi può danneggiare molto le obbligazioni, come abbiamo visto finora quest'anno. Il 2022 è stato l'anno peggiore per le obbligazioni dal 1976. Se si considera la seconda metà degli anni '70, tuttavia, i tassi sono aumentati dal 5% al 10%, eppure le obbligazioni hanno continuato a guadagnare. Le ragioni sono due. In primo luogo, un aumento dei tassi di interesse dal 5% al 6% è molto meno drammatico di un passaggio dall'1% al 2%. In secondo luogo, se si riceve una cedola del 6-7% e la si reinveste, si ha un enorme effetto di capitalizzazione. Per questo motivo ritengo che le obbligazioni siano un asset class interessante su cui puntare in questo momento”.

“L'economia globale si è trovata ad affrontare una congiuntura caratterizzata da una serie di shock che sono andati ad aggiungersi l’uno all’altro a distanza di breve tempo”, prosegue poi Dorcas Phillips, director ETF di Fidelity International. “Il sentiment dei mercati ha continuato a ridursi man mano a causa dei livelli persistentemente elevati di inflazione, del conseguente aggressivo inasprimento delle politiche monetarie globali, della stretta russa sull’energia, della debolezza della fiducia dei consumatori e di altri elementi di distorsione”. Il deterioramento delle prospettive macro potrebbe però non riflettersi nelle previsioni degli utili, prosegue Phillips: “Sebbene gli indici azionari generali siano scesi significativamente dai loro massimi, le valutazioni e le attese attuali sugli utili potrebbero suggerire un ulteriore ribasso. I flussi di cassa a più lunga scadenza si sono ridotti e il valore si è dimostrato resistente al calo dei mercati azionari. Sebbene l'inflazione possa aver iniziato a scendere, non è chiaro quanto l'aumento dei tassi possa danneggiare gli utili societari. Nei mercati del reddito fisso gli investitori dovrebbero dare priorità alla protezione in questo contesto di potenziale recessione. Le decisioni di asset allocation del portafoglio oggi sono probabilmente più importanti che mai e in questo contesto, gli strumenti passivi offrono un metodo trasparente e a basso costo per implementare nelle scelte di asset allocation la view degli investitori”.
Il ruolo degli ETF

“Le strategie di investimento indicizzate sono da sempre utilizzate dagli investitori sia con finalità strategiche che tattiche”, conclude Enrico Camerini, head of Fund Buyer business Italy di Credit Suisse AM. “In un contesto come quello attuale, dove sempre più investitori integrarano nel processo di investimento considerazioni di tipo ambientale, sociale e di governance, gli strumenti passivi su indici ad ampio spettro e sostenibili come l’MSCI World ESG Leaders sono sempre più utilizzati nella parte core del portafoglio e si rivelano molto utili nel perseguire entrambe le finalità dell’investimento: ottenere risultati finanziari in linea con quelli del mercato e, allo stesso tempo, migliorare sensibilmente il profilo ESG del portafoglio”. Passando poi alle applicazioni tattiche degli strumenti indicizzati, prosegue Camerini: “Questi strumenti possono essere utili all’investitore per assumere e trasferire il rischio di mercato o del settore in sintonia con le investment view di breve periodo. Ad esempio, nel contesto attuale il sottopeso di azioni generato dalla contrazione delle quotazioni a cui stiamo assistendo può essere colmato attraverso l’acquisto di ETF sul mercato azionario globale o su specifici segmenti dello stesso, come rappresentati dagli indici MSCI USA, MSCI USA Small Cap, DAX 50 ESG, MSCI USA Tech 125 ESG o FTSE EPRA Nareit Developed Green. Con una singola operazione è possibile prendere esposizione a questi panieri di azioni in modo tempestivo ed efficiente, catturare il premio al rischio implicito nelle quotazioni attuali e poi, quando ritenuto opportuno, chiuderle attraverso un’operazione di segno opposto con la stessa tempestività e facilità operativa”.