Valeri (Kairos): valutare i titoli da mettere in portafoglio passa anche dalla DNF

Riccardo Valeri, foto concessa (Kairos)

Il peso della selezione ambientale, sociale e di governance (ESG) nei portafogli è ormai un “dato” numerico confermato, non soltanto dalle società più focalizzate sul settore dal primo momento, ma anche da quelle che più di recente e in linea con la spinta favorita dalla Sustainable finance disclosure regulation (SFDR) hanno dovuto fare i conti con l’allineamento agli articoli del Regolamento UE (in particolare con l’art. 8 e l’art. 9 della normativa). La spinta centrale va poi in direzione ambientale. Non soltanto perché la E di ESG è storicamente il parametro che ha assunto un maggiore peso, ma anche perché a livello normativo SFDR si interfaccia con un altro regolamento, quello relativo alla Tassonomia delle attività sostenibili. “A livello di scelta strategica per una società di gestione lanciare un fondo fuori da quest’ambito non funziona. Oggi nessuno più lancia fondi non sostenibili, sarebbero fuori dal mercato già dal primo giorno”, sostiene Riccardo Valeri, senior portfolio manager e gestore di KIS ActivESG di Kairos Partners Sgr.

IL TERZO REPORT CONSOB SULLA DNF DELLE QUOTATE

Il disegno è complesso, dunque, e come per ogni quadro molto ampio può essere apprezzato al meglio se si allarga lo sguardo. Nelle scorse settimane è arrivato anche un altro dato a supporto dell’analisi sul tema, e si concentra sull’Italia e sull’approccio delle imprese quotate ai dettami della sostenibilità. La Consob ha pubblicato per il terzo anno consecutivo l’analisi sulla rendicontazione non finanziaria (DNF) delle quotate italiane da cui emerge un quadro in via di consolidamento dopo l’avvio dell’applicazione del Dlgs 254/2016 (che recepisce la Direttiva 2014/95/EU) per le quotate con azioni ordinarie sull’MTA legate all’applicazione dei parametri ESG.

“Da una parte abbiamo la SFDR che regolamenta gli asset manager – continua Valeri –, dall’altra la Tassonomia che interessa le società ed entrerà ufficialmente in vigore nel 2022. Il processo, dunque, è iniziato ed emerge anche dall’ultimo report Consob dove si nota che, anche in Italia, l’ESG viene sempre più integrato nelle aziende a livello di business, di strategia e di remunerazione delle figure apicali. Il tema della sostenibilità ha preso importanza negli ultimi tre anni. Le società che fanno la DNF sono 151 su un totale di 228, questo vuol dire che è il 66% del totale. Ci aspettiamo dunque che questo numero possa diventare il 100% nei prossimi anni”, continua il gestore.

IL DATO SULLA REMUNERAZIONE DEI CEO

Sul fronte dei gestori e fund selector la DNF si pone come una sorta di bussola per la selezione dei titoli da inserire in un portafoglio sostenibile. “Dà l'idea che, man mano che passa il tempo sempre più società siano legate ai criteri ESG”. Interrogato sul dato più significativo all'interno del report, Valeri indica: “Osserviamo come è raddoppiata, anno su anno, la percentuale relativa al legame della remunerazione ESG dei CEO. A mio parere questo dettaglio ha impresso una forte accelerazione del sistema”. Il riferimento è al fatto che nel 2020 quasi il doppio degli emittenti rispetto al 2019 (rispettivamente, 63 e 33 aziende) ha indicato di aver collegato la remunerazione del CEO ai risultati di sostenibilità dell’azienda.

KIS ActivESG è uno dei primi prodotti ESG in Italia basato su una strategia long-short con un’allocazione patrimoniale in azioni europee di media e grande capitalizzazione. A maggio il comparto gestito da Valeri ha ottenuto una performance positiva di 0,22%, portando a +0,77% la sua performance da inizio anno, mentre la performance complessiva da lancio si attesta al 15,98% (Fonte: Elaborazione dati Kairos su classe P-EUR. Periodo 01.01 - 31.05.2021 e 11.11.2019 – 31.05.2021. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri). “A livello societario KIS ActivESG è stato un po’ un precursore. Oggi l'idea è quella di trasformare il 90% degli asset gestiti da Kairos in ESG. Questo è legato anche alla normativa SFDR che impone di calcolare il rischio sostenibilità”.