Value e growth, una linea sempre più sottile

Tavola rotonda FundsPeople. Foto Francesco Prandoni
Tavola rotonda FundsPeople. Foto Francesco Prandoni

Gli aumenti oltre norma dei tassi di interesse degli ultimi mesi hanno favorito i titoli value. Gli investitori hanno orientato di conseguenza i propri flussi verso quei titoli che distribuivano dividendi e con un valore intrinseco maggiore. Da parte delle banche centrali, tuttavia, è emersa la volontà di interrompere il ciclo di rialzi e procedere con una normalizzazione più o meno morbida. Vi sarà una conseguente rotazione in termine di stile di investimento, con tassi più bassi che favoriranno la crescita dei titoli growth?

Il 2022, inoltre, è stato il secondo anno consecutivo in cui il value ha superato la growth. Ma ha ancora senso questa distinzione? Tracciare una linea di separazione definita sembra difficile. Aziende come Alphabet, Amazon, Apple, Meta o Microsoft, ad esempio, sono state per anni considerati growth. Ma una recente revisione effettuata da S&P Dow Jones Indices, ora include in questa classificazione le società energetiche che utilizzano combustibili fossili. E titoli come Meta o Microsoft vengono definiti in parte come growth e in parte come value. Ha ancora senso questa distinzione? Lo abbiamo chiesto ai partecipanti dell’ultima parte della tavola rotonda di FundsPeople dedicata all’azionario globale.

I commenti si riferiscono al contesto del 28 marzo 2023.