Non solo un impatto positivo a livello uguaglianza sociale. Investire nella gender diversity migliora anche le performance finanziarie. A spiegarlo è Soliane Varlet, senior portfolio manager del fondo Women Leaders di Mirova, boutique di Natixis Investment Managers impegnata su vari fronti negli investimenti sostenibili. “Esiste una correlazione positiva tra il tema della gender diversity sul posto di lavoro e migliori performance finanziarie. Molte ricerche lo dimostrano. Ecco perché abbiamo deciso di lanciare un fondo che combina la ricerca di rendimento all'impatto sociale positivo”, dichiara il gestore.
Molta strada da compiere
La gender diversity è uno dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) stabiliti dalle Nazione Unite. La consapevolezza dell'importanza del tema è aumentata negli ultimi anni, ma la strada da fare è ancora molta. Allarmante è il dato diffuso recentemente dal World Economic Forum: procedendo ai ritmi attuali per colmare il divario di genere si stima ci vorranno ben 257 anni. Inoltre la crisi del Covid ha peggiorato ulteriormente tale deficit. Se ci si sofferma sull’Italia, gli impatti negativi sulla crescita in seguito alla della pandemia hanno accentuato delle difficoltà pre-esistenti. Lo evidenzia, Antonella Massari, segretario generale di AIPB che mette in relazione arretratezza in termini di crescita e gender gap: “Nel nostro paese partiamo da una situazione di ritardo rispetto alla media europea, con una partecipazione delle donne al mercato del lavoro del 48,6% contro una media UE del 62,4%. E questo divario può essere una delle cause della bassa crescita del Paese”, dice.
Secondo le previsioni, il PIL italiano rimarrà sotto il livello del 2008 fino al 2024. Ciò in parallelo ad una situazione in cui il gender gap è sì diminuito, ma in una misura inferiore rispetto agli altri Paesi europei. E la crisi del Covid ha acuito le difficoltà: dei 444 mila posti di lavoro persi durante la crisi 312 mila sono lavoratrici donne, rivela l’Istat.
Interesse per la ‘S’ di ESG nel post-covid
Ciononostante il gender gap in prospettiva può anche essere visto in termini positivi: potrebbe essere se attivato da adeguate politiche un’opportunità in termini di potenziale inespresso a favore della crescita. In questo senso, la finanza può svolgere un ruolo di primo piano a sostegno delle politiche di genere: “Gli SDGs sono un punto di riferimento per dirigere e ri-orientare i capitali, quindi per cambiare il sistema”, afferma Barbara Galliano, deputy country head, head of Retail Distribution di Natixis IM. “Vi è un interesse in aumento per le soluzioni ESG, in particolar modo tra gli investitori professionali, con un beneficio sostanziale sia in termini di apporto di alfa che di contenimento del rischio”, afferma Galliano che aggiunge: “Con la pandemia la componente ambientale degli ESG, che prima era dominante, ha lasciato lo spazio a quella sociale e di governance”, afferma Galliano.
La selezione delle aziende del fondo Women Leaders
“Identifichiamo le società in cui le donne hanno accesso al top management. Si tratta di un indicatore chiave della risposta alla gender equality, che crea un effetto a cascata in tutta l'azienda”, insiste Varlet. “Quando una donna è CEO, c'è il doppio delle possibilità che anche il CFO lo sia. Inoltre esiste un collegamento tra maggiore diversity nei ruoli apicale e migliori ritorni economici. Operiamo una selezione dei titoli attraverso sia indicatori quantitativi che qualitativi. In primis puntiamo su aziende con ampia partecipazione delle donne nei comitati esecutivi, identificando le aziende con un CEO o con un CFO donna. Valutiamo anche la rappresentazione femminile a livello di forza lavoro globale e dal punto di vista qualitativo guardiamo alle policy e alle misure per accelerare l'accesso alla leadership delle donne. Ad esempio la presenza di programmi di formazione senza bias o un buon bilanciamento lavoro vita”, conclude.