Il Consiglio di Amministrazione di UBI Banca ha visionato la comunicazione relativa all’offerta di Intesa Sanpaolo e ha conferito delega al Consigliere Delegato, d’intesa con il presidente e sentito il vicepresidente, di nominare gli advisor finanziari che assisteranno il Gruppo nello svolgimento delle attività di valutazione delle informazioni finora rese pubbliche, del documento d’offerta una volta disponibile, con le alternative possibili.
Nella lettera inviata da Victor Massiah e riportarta dal Sole 24 Ore, l'amministratore delegato di Ubi Banca, scrive ai dipendenti del Gruppo spiegando che l’operazione di offerta pubblica di scambio non era stata concordata. “Care colleghe e cari colleghi, al termine della importante giornata in cui abbiamo presentato il nostro piano industriale, accolto dal mercato e da tutti gli stakeholder con grande consenso e apprezzamento, abbiamo appreso da un comunicato stampa dell'operazione (OPS) lanciata da Intesa Sanpaolo sulla nostra Banca. Come rappresentato dalla stessa istituzione promotrice dell'offerta, tale operazione non era concordata né a conoscenza del nostro Consiglio di Amministrazione e del nostro management”.
Naturalmente non è ancora il momento per considerare il deal concluso. “È molto presto per trarre considerazioni, ma è importante sottolineare come questa operazione rappresenti, per il momento, solo una proposta che, prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti e di approvazione da parte delle assemblee”.
Secondo quanto dichiarato da Intesa Sanpaolo, l’offerta verrà depositata in Consob entro il 7 marzo prossimo e prima dell'inizio del periodo di adesione, previsto entro fine giugno, il consiglio di amministrazione di Ubi Banca dovrà esprimersi al riguardo. “Qualunque sia lo scenario futuro che ci attende, il modo migliore per poterlo affrontare è continuare a lavorare con l'impegno di sempre, senza minimamente allentare l'attenzione e la focalizzazione sugli obiettivi che ci siamo dati. Lo dobbiamo ai nostri clienti, ai nostri stakeholder e a noi stessi”, conclude.
