Villani (Vontobel AM): “Nel 2023 la gestione attiva farà davvero la differenza, anche per i fund selector”

Matteo Villani, Vontobel AM_news
Matteo Villani. Foto concessa (Vontobel AM)

Un mercato sfidante, come quello del 2023, richiede una gestione degli investimenti attiva. Ne è persuaso Matteo Villani, head of Asset Management Italy di Vontobel Asset Management: “Noi siamo un gestore attivo, alla ricerca dell’alpha, lo scorso anno abbiamo un po’ sofferto con il mercato che continuava a privilegiare il beta  già tanto spinto nel recente passato dai livelli elevati di liquidità. Inoltre, c’è stata una propensione verso strumenti passivi e, allo stesso momento, un calo di attrattività nei confronti del multi-manager”.

Si potrebbe dire che quest’anno è iniziato bene per i motivi sbagliati: le aspettative di un rallentamento economico facevano presupporre un atteggiamento più morbido delle Banche Centrali e relativo rallentamento del rialzo dei tassi. Così non è stato.

“La sfida per noi, in qualità di gestore attivo, è quella di un riposizionamento della nostra gamma di strumenti in cui offriamo ed esprimiamo al meglio la nostra gestione attiva”, spiega Villani in questa intervista rilasciata a FundsPeople.

La società, in questa fase, si trova a guardare con interesse alle aziende più forti, con un marchio solido e che devono fare poco ricorso al debito. Un’altra sfida che i gestori di fondi si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi è la “competizione” aperta con i Titoli di Stato, “uno strumento che si rivela essere interessante per gli investitori ma non può essere di certo l’unico”, ammette.

Lo sviluppo in Italia

Vontobel nasce come fornitore di fondi per i fund selector e, dall’arrivo in Italia nel 2003, ha seguito fin da subito il canale wholesale. Nello stesso anno ha fatto il suo ingresso Matteo Villani, prima come direttore commerciale e successivamente, nel 2010, in qualità di Country Head. Il professionista ha deciso poi di aggiungere la componente retail e anche il canale istituzionale.

Lo scorso anno il canale dei fund selector è stato unito con quello retail, formando il “distribution”. Questa scelta trova motivazione nella convinzione che i fund selector si occupano anche della selezione per i mandati che i vari distributori decidono di lanciare. “La struttura distributiva si è in qualche modo trasformata, da una parte c’è quella più classica e dall’altra c’è un’offerta di prodotti in delega di gestione. Per questo abbiamo deciso di unire i due canali, mantenendo la figura dei relationship manager, per servire il cliente nella maniera più completa possibile”, dice Villani.

L’Italia per Vontobel è uno dei mercati chiave, dopo quello svizzero. Nell’industria del risparmio gestito siamo più avanti rispetto ad altri Paesi europei, il nostro si è dimostrato essere negli anni un ambiente più competitivo”, ammette l’esperto.

Guardando poi al prossimo futuro, Villani si dice convinto che, da qui a cinque anni, il mercato dei  servizi e prodotti degli asset manager e la loro offerta sarà molto diversa rispetto agli ultimi cinque. Trasparenza, fattori di rischio, affidabilità, accesso ai dati, saranno questi i parametri che faranno la differenza in maniera sostanziale. Da questo processo di cambiamento e rinnovamento saranno investiti anche i fondi pensione che “si stanno evolvendo nei loro processi di selezione, guardando più ai fondi che ai mandati, i primi hanno un grande vantaggio ovvero la trasparenza”, commenta Villani.  

In sintesi, al momento, l’obiettivo di Vontobel è quello di cavalcare al meglio un periodo che potrebbe rivelarsi favorevole. “Il mio progetto di più ampio respiro è posizionare la nostra società  tra i top ten degli asset manager preferiti da ogni tipologia di cliente”, commenta Villani. Come affermato anche dalla società stessa, “entro il 2030 vogliamo diventare uno dei migliori gestori internazionali nella percezione del cliente. Abbiamo la fortuna di avere gestori che da tanto tempo sono con noi e che hanno grande esperienza, anche in fasi di mercato difficili”, spiega.  

Mercati, un nuovo paradigma

Come noto, il 2023 è stato, sin dall’inizio, impattato da grandi sfide. “Venivamo da un periodo di crisi, dalla pandemia e da inflazione a livelli record. Il rialzo dei tassi ha spiazzato gli operatori di mercato, facendo perdere un’asset class, quella obbligazionaria”, commenta Villani. Si potrebbe parlare di un nuovo paradigma.

In questa fase però è tornato l’income nel fixed income e c’è da aspettarsi una rotazione nel mercato. “Alla luce della diminuzione della crescita ci dovremmo indirizzare sull’azionario di qualità, mentre sulla parte del credito della componente obbligazionaria, se la Fed rallenta il tasso di crescita questo dovrebbe indebolire il dollaro e questo potrebbe essere un vento favorevole ai Paesi emergenti”, dice.

Il consiglio di Villani è che, ai clienti privati, è tempo di tornare a parlare di multi-asset, che offrono un rendimento un po’ più alto rispetto a quello che si trova nel mercato dei titoli di stato, chiedendo una sorta di patto di fiducia per i prossimi anni. “Chi invece fa selezione dovrebbe girare il portafoglio, andare a cercare un po’ di selezione tralasciando il passivo. Il periodo dei mercati facili è finito bisogna saper fare selezione”, conclude.