Il country head Italia e business development manager del Sud Europa Erich Stock illustra gli elementi distintivi del modello di business e dell’offerta della casa di gestione globale.
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Focus saldo sul lungo periodo, offerta personalizzata a 360° basata su competenze consolidate e impegno per la sostenibilità. Queste le caratteristiche distintive con cui Wellington Management, tra i maggiori gestori attivi a livello globale, con circa 1.100 miliardi di dollari statunitensi di asset a settembre 2023, sfida le complessità di un’industria del risparmio gestito in costante evoluzione. Qualità che costituiscono il fondamento del successo del gestore, conferendogli la capacità di pianificare con sicurezza il percorso di crescita futura, in cui il mercato italiano riveste un ruolo di primo piano. “Il nostro assetto proprietario è una private partnership. Siamo una delle poche case di gestione di queste dimensioni che ha mantenuto questa struttura. Non dipendendo da un gruppo bancario o assicurativo e non essendo una società quotata, abbiamo una maggiore libertà d’azione, senza l’obbligo di dover rendere conto ogni trimestre agli azionisti di riferimento o ai mercati. Da questo ne derivano alcune conseguenze che, a nostro modo di vedere, sono a favore dei nostri clienti. Grazie al modello della private partnership, infatti, ci possiamo concentrare realmente sul lungo periodo, sia per quanto riguarda le decisioni di investimento sia nello sviluppo delle attività commerciali”, spiega in un’intervista a FundsPeople Erich Stock, country head Italia e business development manager del Sud Europa di Wellington Management. “Tale asseto societario ha avuto nel tempo anche dei benefici sul piano della stabilità organizzativa: ha permesso di attrarre e di mantenere il talento all’interno del gruppo, offrendo la possibilità ai professionisti di valore di crescere e diventare dei partner. Questo è un vantaggio anche per i nostri clienti, i quali valutano positivamente la continuità nelle relazioni poiché consente di instaurare rapporti di fiducia”, continua il manager.
Il secondo aspetto distintivo di Wellington Management è il modello di business rivolto alla sola attività di gestione, in cui tutti gli sforzi sono indirizzati a generare idee di investimento per i portafogli dei clienti. Infine, l’ultimo elemento chiave è il modello investimento che vanta delle competenze di gestione a 360°, che includono azionario, obbligazionario e asset alternativi (hedge fund e private equity). Un’ulteriore peculiarità è l’assenza in Wellington Management della figura di un chief investment officer che redige una view di mercato principale per la società. Ogni team dispone, quindi, di piena autonomia e indipendenza nel prendere decisioni di investimento, laddove il gestore è il responsabile ultimo dei risultati della propria strategia. “Questo, abbinato al peculiare modello proprietario, promuove un interesse diffuso nel successo condiviso e una maggiore collaborazione all’interno dei team di gestione”, assicura Stock. “La collegialità nelle decisioni e la cultura della condivisione sono spiccate nella nostra azienda”, dice. A livello di capacità specifiche, Stock mette in luce la conoscenza approfondita interna ai team di investimento dei settori industriali globali, garantita da figure definite global industry analyst che si elevano al rango di veri e propri esperti nei relativi ambiti. “Disponiamo di oltre cinquanta global industry analyst che seguono un settore industriale a livello mondiale per tutta la loro carriera. Rappresentano per i gestori una fonte interna di ricerca indipendente e a loro volta collaborano alla gestione dei portafogli con una totale consapevolezza di cosa significhi operare delle scelte orientate al rendimento”, spiega.
Sostenibilità
La sostenibilità e l’azione per contrastare il cambiamento climatico tramite gli investimenti sono da tempo al centro delle attività di Wellington Management, con un impegno in questi ambiti al di là delle mode del momento. “Nel 2018 abbiamo lanciato una partnership con il Woodwell Climate Research Center, il principale centro di ricerca climatica indipendente al mondo. Utilizziamo i dati scientifici dell’istituto per integrarli nelle nostre analisi finanziarie. Ci forniscono informazioni cruciali per anticipare e comprendere l'esposizione a rischi climatici come inondazioni, siccità o incendi dei nostri portafogli”, dice Stock. Più recentemente Wellington Management ha stretto un accordo con il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, per contribuire allo sviluppo della transizione verso la decarbonizzazione. “Nonostante non siamo gestori attivisti, ci impegniamo attivamente con le società su temi climatici ed ESG, attratti anche dall'interesse reciproco derivante dalla nostra posizione tra i 15 maggiori gestori attivi al mondo”, aggiunge Stock. “Per noi l’engagement è fondamentale. Ciò è evidente nel nostro ruolo di membri fondatori della Net Zero Asset Managers Initiative alla fine del 2020, mentre Wendy Cromwell, la nostra responsabile degli investimenti sostenibili, siede nel board dell'UN PRI", afferma.
Un ulteriore esempio che dimostra l'impegno concreto in questo ambito riguarda l'accordo volto a neutralizzare le emissioni di CO2 realizzatosi nel 2022, che prevedeva un Power Purchase Agreement (PPA) con Enel Green Power per acquistare energia rinnovabile per coprire il consumo di elettricità degli uffici USA e dei dipendenti a casa. "Questo rende Wellington Management una delle prime aziende a compensare l’uso domestico di energia dei dipendenti con energia rinnovabile”, dichiara. “Infine, a livello di offerta abbiamo applicato una politica molto rigorosa sulla classificazione dei fondi articolo 9, fattore che ci ha permesso di superare indenni l’ondata di downgrade degli ultimi anni”, dice il manager.
L’Italia
Wellington Management vanta una presenza consolidata sul mercato italiano, che riveste una grande importanza nei piani di sviluppo della società. Nel 2021 la casa di gestione ha aperto l’ufficio di Milano per seguire più da vicino la clientela locale. “Sebbene le nostre attività in passato fossero principalmente legate al mondo degli investitori istituzionali, ci siamo progressivamente aperti alle opportunità del settore che definiamo Global Wealth Management, degli intermediari finanziari, acquirenti e distributori di fondi, sia in Europa che in Asia. È uno sviluppo che abbiamo intrapreso da circa una decina di anni e che oggi interessa anche il mercato italiano. Chiaramente si tratta di un'attività per la quale una presenza locale è estremamente importante, al fine di accrescere il dialogo e la prossimità ai clienti”, afferma Stock. “La nostra strategia non è focalizzata sulla quantità degli accordi di distribuzione, ma piuttosto sulla qualità e sull'importanza di tali accordi per i distributori stessi. Bisogna notare che il panorama delle reti di distribuzione in Italia è notevolmente cambiato negli ultimi anni, rendendo le negoziazioni più complesse e impegnative”, spiega il manager.
Un’altra direttrice di crescita è nel mercato delle sub advisory, ovvero della gestione di fondi in delega, un campo in cui la società è leader, riflettendo una lunga esperienza nel campo che ha avuto inizio alla fine degli anni '70 con la gestione in delega di parte dei fondi attivi di Vanguard.
A oggi più della metà delle masse gestite da Wellington Management sono infatti in fondi in delega, con una quota globale di mercato di oltre il 25 per cento. “In Italia, ci posizioniamo tra i primi cinque-sette gestori in delega, consolidando così un punto di forza derivante dalla nostra ampia esperienza pluriennale in questo ambito. La nostra competenza ci distingue nel supportare lo sviluppo di questi rapporti, offrendo assistenza ai partner non solo in termini di gestione, ma anche nell’educazione finanziaria e nella creazione di soluzioni su misura. Questo costituisce un trend rilevante che si è manifestato negli ultimi dieci-quindici anni in Europa e che si prevede sarà sempre più cruciale”, conclude Stock.