Ecco come usare gli Etf per combattere l’inflazione

inflazione1025
inflazione1025

Anche se le performance da record dei mercati del 2021 lasciano pensare che la fase più acuta della crisi legata alla pandemia possa ormai essere lasciata alle spalle, rischi inflazionistici e crisi della supply chain mettono nuovamente in discussione lo scenario per il prossimo anno. Nella seconda tavola rotonda organizzata per Insights ETF, il progetto di FundsPeople con focus sul mondo della gestione passiva, abbiamo chiesto ai protagonisti dell’industria se gli outlook per il 2021 siano meno incerti di quelli dello scorso anno. E in che modo l’industria ETF, la cui crescita sembra inarrestabile, risponde.

Rimbalzo 2021

“Nel 2021 abbiamo visto un rimbalzo importante, con una crescita dell’economia e dei mercati che continueranno a essere sostenuti il prossimo anno”, spiega in apertura della tavola rotonda organizzata da FundsPeople Anna Paola Marchi, responsabile clientela wholesales di Credit Suisse AM in Italia. “La spinta arriverà anche dalle politiche fiscali e monetarie, prosegue Marchi. Verranno quindi supportati gli attivi di rischio, in primis l’azionario. Ci sono i dubbi relativi all’inflazione e interrogativi riguardo la supply chain che potrebbe subire degli stress a causa della quarta ondata della pandemia. Infine va detto che affrontiamo questa fase di incertezza con mercati che presentano valutazioni elevate che assorbono tutte queste notizie negative con meno flessibilità”. Conclude Anna Paola Marchi: “In Credit Suisse AM rimaniamo positivi sull’equity, anche se ci siamo riportati di fatto su posizioni neutrali, e negativi sull’obbligazionario”.

Nuove incertezze

L’incertezza rimane però il fil rouge che lega l’anno che si conclude al 2022 e tuttavia nell’attuale quadro generale rimaniamo costruttivi, privilegiando il comparto azionario sostenuto da utili in aumento e prospettive di crescita positive, sottolinea Sabrina Principi, head of business development ETF & Index Solutions South Europe di BNP Paribas AM Italia. “Un anno fa le maggiori incertezze erano legate alla diffusione della pandemia, ai possibili nuovi lockdown e alla capacità di rendere disponibile su larga scala il vaccino Pfizer appena annunciato”. Oggi però le problematiche sono differenti. Prosegue Principi: “Abbiamo imparato a convivere con il Covid-19 e i fattori di incertezza sono soprattutto economici. Secondo noi la prima parte del 2022 continuerà probabilmente ad essere caratterizzata dalle strozzature della catena di approvvigionamento e del mercato del lavoro che abbiamo visto finora e che hanno portato all’aumento dell’inflazione. Valutare quanto temporaneo sarà questo rialzo, sarà la cartina di tornasole sui mercati”. In questo contesto BNPPAM sceglie quindi di continuare ad essere positiva nel medio termine. Prosegue Principi: “Il nostro ufficio di ricerca ritiene comunque che gli impatti su crescita e inflazione nel 2022 dovrebbero essere limitati. Se le aspettative di inflazione dovessero però inasprirsi”, conclude Principi, “queste posizioni dovranno essere riviste”.

Strumenti passivi da record

“In termini di raccolta i numeri sugli strumenti passivi sono da record”, prosegue Franco Rossetti, ETF Senior Relationship Manager di Invesco. “Hanno sorpassato gli attivi l’anno scorso e riteniamo che il 2022 possa anche essere migliore. Abbiamo fatto una statistica: un trade su tre negli Stati Uniti oggi è un ETF. In Europa uno su sei”. Concorde con le colleghe di Credit Suisse e BNP Paribas AM, Rossetti sottolinea: “L’Equity è a nostro avviso da sovrappesare. A fronte dei record appena registrati e del fatto che gli Stati Uniti sono usciti bene dall’emergenza economica conseguente alla pandemia, siamo positivi sul mercato americano”. E un discorso simile può farsi anche sulla Cina e Europa. Prosegue Rossetti: “Stiamo guardando anche ai mercati emergenti. Nella componente azionaria la Cina, che è sempre stata cara, ma ora vive una crisi del real estate, potrebbe essere un’opportunità. Ultima non ultima l’Europa, sulla quale, l’attività è molto forte”.

Duration

Diana Lazzati, senior sales executive di Vanguard, conclude la tavola rotonda mettendo il focus sul tema della duration, non solo in ambito obbligazionario: ”In questo momento è un elemento di forte contraddizione. In molti preferiscono le duration cortissime sull'obbligazionario, mentre si lasciano andare con duration molto lunghe sull'azionario con i tematici, l’Esg, la tecnologia. C'è un forte sbilanciamento del portafogli, tuttavia vediamo che gli investitori si stanno riavvicinando ai benchmark, perché vogliono iniziare il nuovo anno con un portafoglio più pulito”. Il risultato è che per riequilibrare i portafogli si allungano le duration sul lato obbligazionario e si accorciano su quello azionario. Di conseguenza, conclude Lazzati, “cresce l’attenzione per gli ETF sui governativi in euro, sebbene in italia c’è ancora molta reticenza nei confronti delle duration troppo lunghe”.