Gli assets in gestione dei 300 fondi pensione con il maggior patrimonio del mondo sono aumentati del 6,2% nel 2013 mentre la crescita accumulata tra il 2008 e il 2013 è stata del 42,5% rispetto al 17,3% del periodo 2007-2012.
Dopo il fallimento di Lehman Brothers, è cominciato uno dei capitoli più turbolenti del mondo degli investimenti, con il crollo indiscriminato degli assets (tranne il reddito fisso) e rischio sistemico ovunque. Investire i risparmi per la pensione non è stato un compito facile durante questo periodo, ma i 300 fondi pensione con il maggior patrimonio del mondo sono riusciti a chiudere questo lustro nero con risultati di tutto rispetto.
È quanto emerge dall’analisi di Towers Watson 300, in cui la società di consulenza analizza con restrospettiva l'evoluzione dei 300 fondi pensione più grandi del mondo nel periodo 2008-2013. Ecco alcuni dati per stuzzicare l'appetito: le masse in gestione di questi fondi sono cresciute del 6,2% nel 2013, rispetto al 9,8% nel 2012; tuttavia, la crescita accumulata tra il 2008 e il 2013 è stata del 42,5% rispetto al 17,3% del periodo 2007-2012. Gli analisti di Towers Watson spiegano che questa differenza, circa 2,5 volte in più, è dovuta in gran parte al fatto che la crescita è iniziata da una base inferiore, dopo la radicale caduta del valore degli assets dei piani pensionistici.
La crescita del patrimonio in gestione dei fondi della top 20 a livello mondiale è stata del 6,2% nel 2013, in linea con tutti i fondi analizzati. Va notato che la somma del patrimonio di questi 20 fondi è pari al 39,3% dei 300 che compongono la classifica. Inoltre Towers Watson fornisce alcune indicazioni dettagliate sul settore dei fondi pensione. Per cominciare, evidenzia la crescita dei veicoli americani che nella top 20, hanno visto aumentare la loro presenza dal 20,8% al 23,9%, anche se questa cifra è ancora inferiore al 36% registrato nel 2007. Parallelamente, la presenza di fondi nella regione Asia-Pacifico si è ridotta lo scorso anno dal 45,9% al 43,1%. "Questo può essere in parte spiegato dalla performance negativa dei fondi giapponesi", dicono gli autori del rapporto. Per concludere questa panoramica regionale, la quota europea è rimasta stabile al 25,2%.
In termini di redditività, sette dei 20 maggiori fondi sottolineano nelle loro relazioni annuali che il 2013 è stato uno dei migliori anni in termini di rendimento. A loro volta, cinque di questi fondi attribuiscono il buon andamento al rally del mercato azionario mentre per altri 11 fondi attribuiscono alla diversificazione del portafoglio il buon risultato delle loro strategie. Sette prodotti hanno sottolineato la volatilità e l’incertezza nei mercati globali come una ragione per diversificare i propri investimenti, mentre i restanti due hanno messo in evidenza la preoccupazione su come possono essere influenzati dal cambiamento nella tabella di marcia della FED.
Sei fondi hanno evidenziato tra le preoccupazioni con rispetto alla gestione degli assets l'invecchiamento della popolazione e l'aumento della speranza di vita “come potenziali minacce alla sostenibilità dei piani pensionistici". Infine, tre fondi hanno anche affermato che i loro risultati sono stati influenzati dai bassi tassi di interesse.