Firmato documento congiunto da presentare alle Istituzioni europee.
Per accedere a questo contenuto
La delegazione dell’AdEPP - Associazione degli Enti Previdenziali Privati, guidata dal presidente Alberto Oliveti, ha partecipato all’incontro, organizzato dall’Associazione degli Enti di previdenza tedeschi (ABV), tenutosi ieri a Berlino, che ha visto la partecipazione delle Casse di previdenza di cinque paesi dell’Unione: Italia, Francia, Germania, Spagna e Austria.
Al centro della discussione gli sviluppi dei diversi sistemi di previdenza, con particolare riguardo agli effetti delle recenti riforme sui sistemi previdenziali delle libere professioni. "Il confronto odierno, ci ha mostrato realtà varie ed eterogenee sul campo della previdenza dei liberi professionisti in Europa ma è giunto ad una sintesi che identifica i punti comuni delle nostre attività e dei nostri progetti e prospettive. Li abbiamo condivisi in un documento firmato che seguirà i percorsi opportuni di presentazione alle nuove istituzioni europee", ha commentato Oliveti.
Le riforme pensionistiche introdotte in Italia negli ultimi venti anni (Dini, Maroni, Fornero) sono state presentate dal presidente della CNPADC, Walter Anedda, che si è soffermato sugli effetti possibili della c.d. “Quota 100” sul sistema previdenziale del Paese e sull’ininfluenza per le casse di previdenza: “Al di là delle diversità tecniche che regolano i vari enti previdenziali dei professionisti, quello che emerge è sicuramente il comune intendimento a perseguire sempre l'equilibrio dei sistemi previdenziali a prescindere dai paesi di riferimento. Questo ci conferma la capacità dei professionisti di occuparsi efficacemente del proprio futuro".
L’Austria ha illustrato il caso della risoluzione della Cassa di previdenza degli architetti e ingegneri integrata tra il 2012 e il 2013 nel sistema pubblico di previdenza e degli effetti attesi sulla sostenibilità a lungo termine della scelta compiuta dal governo austriaco (stime sui costi del sistema pubblico, prevedono che tra 40 anni il sistema pubblico costerà 75 milioni di euro l’anno, mentre nel 2013 pesava circa 8 milioni di euro).
Più complesso il caso descritto dalla Cassa di Previdenza degli avvocati francesi (CNBF), in quanto la proposta di legge Delevoye prevede la confluenza degli enti previdenziali privati nel sistema unico di previdenza statale. Ciò a fronte di un quadro demografico favorevole e della maggiore efficienza del sistema previdenziale privato delle casse rispetto a quello statale. Le riserve della CNBF, oltre 2 miliardi di euro, sono superiori ai contributi versati e la cassa è in grado di reggere gli eventuali shock demografici. Per gli avvocati francesi la riforma comporterà solo delle perdite: con un abbassamento dei rendimenti dal 9,5% del sistema attuale al 5,0% del nuovo sistema universale, al quale deve aggiungersi il versamento di un contributo pari al 2,8% del reddito lordo, privo di contropartita. I contributi quindi raddoppierebbero a fronte di una diminuzione delle prestazioni.
L’ammontare delle pensioni diminuirebbe in rapporto all’aumento della contribuzione, passando da una rendita minima di 1.440 euro/mese attualmente erogata dalla cassa degli avvocati ai propri iscritti, a una rendita di 1.000 euro/mese al minimo. La discussione seguita a ogni intervento, ha messo in luce la necessità di preservare i regimi pensionistici specifici delle libere professioni, non solo a vantaggio degli iscritti ma, anche, a favore dei sistemi di previdenza generali, che riducono così sia rischi di coperture che costi di trasferimento fiscale. La sussidiarietà orizzontale realizzata dai corpi intermedi dello Stato, nel caso delle Casse si esplica nell’autonomia gestionale e nella responsabilità economica e di categoria, a garanzia del diritto alla previdenza sociale, tra l’altro contribuendo, come avviene in Italia, alla fiscalità generale con il proprio patrimonio.
I partecipanti hanno condiviso che la tutela della previdenza dei professionisti rappresenta un interesse comune e una buona pratica. A conclusione dell’incontro i partecipanti hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta sui sistemi previdenziali delle libere professioni in Europa che sarà presentata alle istituzioni europee nei prossimi mesi.