I frontier market sono diventati una valida alternativa per avere portafogli ben diversificati e per l'Africa è un momento di grandi opportunità. 8a+ è la prima SGR italiana a lanciare un prodotto specializzato, il fondo Kilimanjaro.
“This time for Africa”, recitava la colonna sonora dei mondiali sudafricani del 2012. E i dati economici lo confermano: per il continente nero è un momento di grandi opportunità. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, sette dei dieci Paesi con il più alto tasso di crescita nel quinquennio 2011-2015 si trovano in Africa: sono Etiopia, Mozambico, Tanzania, Congo, Ghana, Zambia e Nigeria. Un continente che può contare su 1 miliardo di abitanti (il 15% della popolazione globale), su una crescita del Pil del 5,5% almeno fino al 2017, sull’essere sesto tra i 10 paesi a più veloce tasso di crescita del mondo. L’indice Msci dei mercati di frontiera nel 2014 ha guadagnato il 21,6% (in euro). Per gli operatori istituzionali e privati, comunque, i frontier market sembrano diventati una valida alternativa per ottenere dei portafogli ben diversificati. Delle 30 economie a più alto tasso di crescita a livello mondiale (misurate attraverso l’andamento del Pil reale), 23 appartengono a Paesi di frontiera.
È stato il rallentamento dei BRIC a far emergere con forza negli ultimi mesi lo sviluppo dell’Africa (dell’area sub-sahariana in particolare), che grazie al miglioramento dei principali indicatori socio-economici sta diventando un serbatoio inesauribile di opportunità. "Opportunità è la parola chiave, spiega Andrea Pastorelli, amministratore delegato di 8a+ Investimenti. "Da sempre la nostra società ha come obiettivo la generazione di opportunità per gli investitori privati e istituzionali. Finora le abbiamo ricercate sui mercati europei, crediamo tuttavia che l’Africa rappresenti uno strumento di diversificazione molto interessante per i portafogli dei nostri clienti".
Per questo 8a+ è la prima SGR italiana a lanciare un prodotto specializzato, il Kilimanjaro, un comparto di Sicav che investe sui mercati azionari e obbligazionari dei Paesi africani, con un occhio di riguardo per Sudafrica, Nigeria, Kenya, Ghana, Mauritius. Il fondo, lanciato a settembre dello scorso anno e cogestito da Carlo Luoni e Ilaria Saporiti, prevede un’esposizione a strumenti azionari tra il 30% e l’80% del portafoglio complessivo e un’esposizione a strumenti obbligazionari tra il 20% e il 70%. È gestito con uno stile attivo e investe in un numero limitato di titoli (indicativamente 25-30 azionari e 15-20 azionari), avvalendosi della collaborazione dei migliori broker locali ed è frutto di un processo di selezione basato sullo stock-picking.
"Tra gli indicatori a favore della scommessa sull'Africa, quello che più mi piace ricordare, aggiunge Pastorelli, è quello relativo alla correlazione. Oggi tutti i mercati finanziari sono molto più correlati fra loro, per effetto della globalizzazione: l’Africa, al contrario, presenta un fattore di correlazione molto basso rispetto a tutte le principali macro-aree finanziarie, e pertanto rappresenta una vera opportunità di diversificazione per chi investe".