Akram Gharbi (La Française): “Il valore è nel segmento high yield”

Akram Gharbi, gestore e analista, La Française AM
Akram Gharbi, gestore e analista, La Française AM

Il 25% degli asset obbligazionari globali ha rendimenti negativi. Se guardiamo nello specifico al mercato europeo, la situazione è ancora peggiore. Il 50% dei bond europei investment grade e il 69% dei titoli sovrani sono scambiati con un yield minore di zero. Quindi, è possibile ancora trovare rendimenti soddisfacenti nel fixed income? Secondo Akram Gharbi gestore e analista di La Française AM, esistono fattori tecnici e fondamentali che portano a dare una risposta positiva, in particolar modo se si guarda al segmento high yield.

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Fonte: La Française AM

Dopo diversi anni di deflussi nel segmento high yield, gli investitori sono finalmente tornati ad investire in questa asset class. Inoltre in Europa il mercato primario mostra un’offerta netta (intesa come la differenza tra le nuove emissioni e i rimborsi) molto debole, che indica volumi più bassi sul mercato primario. Entrambi rappresentano però due fattori tecnici molto interessanti.

Dal punto di vista dei fondamentali, non si possono trascurare le valutazioni sui tassi di default del mercato obbligazionario ad alto rendimento. “Abbiamo assistito ad un incremento delle probabilità di default da inizio anno, che vengono spiegate dal rallentamento dell’economia globale. Tuttavia i valori sono ancora al di sotto della media di lungo periodo. Non mi aspetto infatti che nel breve termine ci sia una recessione negli Stati Uniti e quindi un peggioramento dei tassi di default globali”, commenta Gharbi. Questo trend è stato confermato anche dai distressed ratio. Un altro aspetto di cui tenere conto è che negli ultimi anni si è assistito ad un numero maggiore di downgrade dei rating rispetto agli upgrade, sebbene fossero focalizzati su settori specifici.

“Questi fattori sarebbero preoccupanti solo se ci aspettassimo una recessione nel prossimo anno, ma non è così. Negli Stati Uniti l’economia è ancora fortemente trainata dai consumi, che rappresentano circa il 20% del pil del Paese, a differenza del commercio internazionale che contribuisce per meno del 5%. Il secondo motivo che ci convince di questo è che nel 2020 ci saranno le elezioni presidenziali, pertanto Trump farà di tutto per essere rieletto”, aggiunge il gestore.

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Fonte: BOAM.

Dove c’è più valore?

Dalla fine di dicembre dello scorso anno gli investitori hanno iniziato a temere una serie di questioni, dal rallentamento dell’economia globale, al problema della Brexit e Trade war, pertanto si sono spostati da titoli con rating B a quelli con rating BB, facendo ampliare la differenza del premio al rischio e portandola a circa 300 punti base. “Stiamo assistendo ad una decompressione degli spread nel mondo high yield”, dichiara l’esperto. Inoltre nei titoli single B si nota una maggiore dispersione delle performance, sia negli Stati Uniti che in Europa. “Questo però gioca a nostro vantaggio, perché si può sfruttare questa caratteristica per cogliere maggiori opportunità”, sottolinea Gharbi .

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Fonte: Credit Suisse AM.

Alla luce di questa attenta analisi del mercato high yield Akram Gharbi ritiene che ci siano ancora possibilità di creare valore con i titoli obbligazionari. In particolar modo predilige una duration a breve-medio termine, titoli single B poco ciclici, soprattutto europei perché meno esposti al settore energetico e delle commodities. Se la situazione politico-economica dovesse stabilizzarsi, in questo segmento si può ancora guadagnare un extra-premio. Guarda con attenzione anche all’high yield asiatico, dove il principale contributore è la Cina, che viene scambiato con un premio maggiore rispetto all’area del latinoamerica. Qualora dovessero migliorare i rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti, si potrebbe beneficiare di un extra premium.