L'edizione di quest'anno ha preso il via a Parigi con un'intervista alla CEO Valérie Baudson,e all'ex premier italiano ed ex presidente della Bce.
L'edizione 2023 del World Investment Forum di Amundi ha avuto un ospite d'eccezione: Mario Draghi. Nel suo intervento, l'ex premier italiano ed ex presidente della Bce ha esordito evidenziando le quattro sfide fondamentali che definiranno il futuro: la guerra in Ucraina, il rapporto con la Cina, l'inflazione e l'intelligenza artificiale.
Per quanto riguarda la guerra, l'ex leader italiano ritiene che "non ci sia altra alternativa che vincere la guerra e raggiungere una pace stabile". Non è un compito facile, ma cedere significherebbe rinunciare all'Europa. "L'Europa si basa su valori che sono stati violati da Putin. Se non ci battiamo per essi, l'Europa non sarà più tale", ha sottolineato. A suo avviso, l'UE dovrebbe iniziare a prendere in considerazione l'idea di un'Ucraina al suo interno.
Per quanto riguarda l'inflazione, non c'è altra scelta che continuare a lottare per la sua riduzione. Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, Draghi ritiene che avrà enormi conseguenze. "Con una velocità di sviluppo esponenziale, se non viene gestita bene, può avere effetti negativi molto difficili da risolvere", ritiene.
Cambio di regime
Alla domanda sul cambio di regime economico e sulla possibile revisione degli obiettivi di inflazione, Draghi ritiene che "le banche centrali debbano continuare a fare quello che fanno. Non si possono cambiare gli obiettivi ora, si creerebbero problemi di credibilità e di fiducia". Ciò che accadrà in seguito dipenderà in larga misura dalle politiche fiscali. "Negli Stati Uniti la politica fiscale è rimasta espansiva e non hanno dovuto preoccuparsi più di tanto dei prezzi dell'energia. In Europa, invece, c'è stata un'espansione fiscale solo a causa della pandemia e, inoltre, l'impatto della guerra è stato di molto maggiore sui prezzi dell'energia", sottolinea. In prospettiva, a suo avviso, è inevitabile che la transizione energetica porti a un aumento considerevole della spesa pubblica, il che significa più deficit e anche tassi più alti.
Il futuro dell'Europa
Per quanto riguarda il futuro dell'Europa, per Draghi la risposta dell'UE all'invasione dell'Ucraina è stata un momento definitivo e determinante, che ha messo in evidenza la necessità di affrontare congiuntamente le grandi sfide sovranazionali che deve affrontare: "la lotta al cambiamento climatico, la migrazione, la costruzione di una difesa comune e la gestione dell'ingresso dell'Ucraina", spiega.
Alla luce di tutte queste sfide, ritiene che "sia necessario cambiare il modo in cui vengono prese le decisioni, perché, ormai, si è rivelato obsoleto". L'ex leader ribadisce la "necessità di costruire più Europa". Un'Europa che lavori in modo più congiunto, più cooperativo, più efficiente".
A suo avviso, i confronti con gli Stati Uniti sono talvolta sfavorevoli. Ad esempio, nel caso della lotta al cambiamento climatico, "la politica europea è troppo prescrittiva e troppo dipendente dalla spesa pubblica e dalle tasse". Al contrario, con l'IRA negli Stati Uniti, ci sono meno prescrizioni e più sussidi al settore privato. "L'Europa potrebbe non raggiungere i suoi obiettivi se non cambia alcune delle sue decisioni", ha concluso.