Alla ricerca dei rendimenti. Come si muovono gli investitori?

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Gli investitori stanno muovendo i capitali. Dall’inizio del 2015 i fondi azionari europei continuano a ricevere denaro per circa 35,6 miliardi di dollari. Mentre sul comparto obbligazionario Deutsche Bank stima in tal senso un deflusso dall'Europa di circa 300 miliardi di euro. Questo perché molti investitori scelgono obbligazioni in dollari in previsione di un rialzo dei tassi negli USA, anche se non proprio imminente, secondo le ultime decisioni della FED. Non c’è dubbio che “la ricerca dei rendimenti è la chiave principale” spiega Enrico Vaccari, portfolio manager di Consultinvest SGR. Oggi, sotto la guida di Maurizio Vitolo, la società di gestione modenese che gestisce 1,3 miliardi di euro si posiziona tra i player indipendenti più dinamici del mercato anche grazie alle recenti operazioni di acquisizione di reti di promotori finanziari e società di intermediazione. 

“In questo momento le azioni americane sono più sopravvalutate rispetto a quelle europee, quindi l’investitore azionario sta cercando valore, cosa corretta, perché le azioni europee hanno ancora un buon margine di apprezzamento, soprattutto se ci sarà una ripresa economica. Viceversa i rendimenti obbligazionari si sono stretti a tal punto che gli investitori non solo si spostano verso l’area statunitense ma anche verso tutte quelle aree dove è previsto un rialzo dei tassi d’interesse. Penso ad esempio al Regno Unito, dove si presume che i tassi saliranno prima che in altre aree”. La verità è che, quest’innalzamento dei tassi non ci sarà nemmeno in tempi così rapidi, come si è appreso dal discorso della FED. Anzi, la decisione di Janet Yellen in merito all’aumento dei tassi d’interesse, azzerati da oltre sei anni, che molti davano per certa addirittura ad aprile, slitterà quasi certamente a giugno o settembre e, forse, perfino al 2016. 

“Il vero problema è che il Quantitative easing è una manovra di emergenza che le Banche centrali hanno adottato per la prima volta e da cui uscire non sarà così semplice”, continua il gestore di Consultinvest SGR. “Bisogna uscirne solo quando gli effetti sull’economia sono tangibili e un rialzo dei tassi non danneggia la crescita economica. Insomma ci aspetta un fase non semplicissima. D’altronde i comunicati della FED e quello che accade in questi giorni ci fanno capire che l’uscita sarà lenta e andrà gestita bene per evitare i problemi che ci sono stati ad esempio nel 2013, quando solo l’annuncio del tapering causò quel crollo dei mercati emergenti e di tutti i mercati a catena. Nei prossimi mesi le Banche centrali si troveranno, nell’exit strategy, ad affrontare difficoltà maggiori”, spiega Enrico Vaccari.

Il fund manager ha ricevuto un riconoscimento, nell’ultima edizione del premio Alto Rendimento 2014, per le performance raggiunte lo scorso anno da Consultinvest Reddito, il fondo obbligazionario flessibile da lui gestito insieme a Maurizio Vitolo, che investe esclusivamente in obbligazioni denominate in Euro, spaziando tra titoli governativi e societari ed anche, in maniera contenuta, in titoli non investment grade. “Il punti di forza? Abbiamo scommesso sul restringimento generalizzato degli spread di credito sulle obbligazioni in tutta l’area europea, in particolare sui titoli di Stato dei Paesi periferici, come Btp e titoli spagnoli. Cosa che è avvenuta è sta continuando. Segno di un buon inizio per il 2015. Alla base della perfomance c’è poi una grande diversificazione, in modo da non prendere rischi troppo concentrati. Occorre diversificare moltissimo il rischio emittente, proprio perché eventuali shock esterni potrebbero colpire in modo particolare i titoli a tasso fisso”.