Alla ricerca di asset class più rischiose

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Da prudente a neutrale. Il giudizio espresso dal team gestionale di Anima SGR sta alla base della fase di recupero dei mercati, soprattutto per le scelte di politica monetaria di Fed e BCE, che in occasione delle riunioni di marzo si sono dimostrate ancora più accomodanti delle attese. "Riteniamo che i fattori che hanno determinato il recupero dei mercati continuino ad essere importanti, ma al contempo coesistono diversi e rilevanti elementi di incertezza: rischi politici e geopolitici, primo fra tutti a giugno quello legato alla permanenza o meno della Gran Bretagna all’interno della Ue (referendum sulla “Brexit”); la possibilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed già a giugno; l’evoluzione del settore finanziario bancario in tutta Europa, in quanto un contesto di tassi bassi potrebbe pesare sull’andamento futuro dei profitti degli istituti di credito; l’assenza di sviluppo in merito alle attese sugli utili sia europei che americani; e ancora i timori legati al trend e al modello di crescita in Cina".

Se le nuove misure della BCE sostengono dunque i mercati, è anche vero che spingono verso il basso i rendimenti nel reddito fisso. Come posizionarsi dunque sulle varie asset class? Una cosa è chiara: "per rendere più efficienti i portafogli perciò occorre spostarsi verso asset class più rischiose, ma anche più remunerative", dicono gli esperti.

Trovare le opportunità nei mercati obbligazionari

Il team di Anima SGR conferma la sua preferenza per i bond della periferia in Area Euro a scapito di quelli Core. Ma all'interno dei portafogli dei fondi obbligazionari, dicono, "stiamo salendo lungo la curva del rischio/rendimento, cominciando ad investire in modo selettivo e prudente in asset class come le obbligazioni emergenti (su cui la view è diventata positiva da una posizione di sottopeso), le obbligazioni high yield (su cui la view è neutrale) e quelle convertibili. In particolare è stato mantenuto un modesto sovrappeso sia sui titoli governativi italiani - con preferenza di curva 5-7 anni e in misura minore su titoli inflation linked – che su Portogallo e Irlanda (moderata preferenza di curva per la parte 5-10 anni)" .

Per quanto riguarda le obbligazioni societarie, in generale i portafogli corporate presentano un sottopeso di duration, in un contesto di sempre maggiore diversificazione e un sovrappeso di beta. "Si preferisce ancora avere emissioni con rendimenti più elevati, ma su orizzonti temporali ravvicinati anche con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana. Le indicazioni fornite dalla BCE hanno prodotto un restringimento degli spread sull’intero comparto dei corporate, permettendo ai comparti a più “alto beta” di sovra-performare gli indici di riferimento. In termini di allocazione settoriale si conferma una marginale preferenza per il comparto dei titoli utilities, industriali e telefonici, ma anche nei comparti del debito subordinato di alcuni player di elevato standing". 

Mercati azionari: costruttivi in Europa, negativi in Usa

Tra Europa e Stati Uniti i gestori della SGR milanese non hanno dubbi: "continuiamo a preferire, in termini relativi, e nel medio lungo periodo le Piazze europee, non solo per i futuri possibili rialzi dei tassi della Fed, ma per l’economia americana che presenta ormai un livello di maturità rispetto a quella europea. In un contesto di tassi ancora estremamente bassi (talvolta negativi), all’interno dei portafogli dei nostri fondi, tendiamo a privilegiare, trasversalmente, i titoli in grado di distribuire dividendi interessanti e potenzialmente crescenti".

Nei portafogli europei la preferenza dei gestori va per il comparto dei consumi, pur avendo recentemente aumentato l’esposizione al settore industriale. In generale restano sottopesati i titoli finanziari. Soprattutto italiani: "il contesto di tassi bassi determina problematiche di redditività per gli istituti di credito, senza contare che lo smaltimento dello stock di crediti deteriorati, sui cui la BCE ha molto insistito, non ha ancora visto una soluzione. Quindi nell’ambito di un’allocazione generalmente prudente preferiamo, oltre al tema trasversale dei dividendi, titoli maggiormente esposti alla ripresa della domanda domestica e dei consumi in particolare, come ad esempio il settore media".