Ampliamento del QE e nuovi stimoli: quali asset ne gioveranno?

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foto: autor Ccsdteacher, Flickr, creative commons

Assimilate le novità emerse dalla riunone di marzo della BCE – soprattutto quelle che hanno sorpreso il consenso -, è giunto il momento di fare le prime valutazioni sugli asset che trarranno benefici dal cambiamento dello status quo. Alcune società di gestione puntano alle nicchie che offrono maggiori opportunità.

“Nel 2016 il mercato obbligazionario ha sperimentato un rally dovuto alle aspettative sulle misure future che la  BCE avrebbe annunciato e Mario Draghi ha rivelato più informazioni di quanto i mercati si aspettassero”, ha dichiarato Tanguy Le Saout, responsabile portafogli obbligazionari europei di Pioneer Investments, che fornisce ulteriori dettagli sul comportamento del debito europeo. “Il tratto corto della curva tedesca evidenzia più pressione, principalmente a causa del rally vissuto. Il mercato lo aveva già scontato dal momento che alcuni esperti prevedevano tagli del tasso sui depositi di 20 pbs. Nonostante ciò, le scadenze a lungo termine si sono comportate bene, con i mercati periferici che hanno ottenuto risultati superiori. La durata di questo comportamento è discutibile e la nostra visione ribassista sull’Italia non è cambiata dopo l’annucio”. 

Adesso le prospettive per il credito europeo sono senza dubbio migliori rispetto a prima della conferenza stampa”, conclude Le Saout. In mancanza di ulteriori dettagli relativi alla quantità, “il solo fatto che mensilmente siano previsti acquisti di corporate bond appoggerà gli spread”. 

Sono altrettanto chiari da Muzinich: “Le decisioni della BCE sono positive per gli spread creditizi, finanziari e non, irrilevanti per il debito pubblico europeo 'core', positive per il debito periferico e moderatamente negative per l’euro”. Riguardo ai TLTRO,  dalla società newyorkese prevedono che “dovrebbero avere un impatto significativo sulle entità bancarie, eliminando i rischi di liquidità che avrebbero dovuto affrontare le banche dell’Eurozona dato il forte programma di rifinanziamento previsto per i prossimi due anni e che arriverà alla scadenza del vecchio LTRO/TLTRO”.  Sul nuovo programma di acquisto del debito corporate, gli esperti di Muzinich ritengono che “per quest’ultimo si tratta di uno sviluppo positivo” e osservano una reazione immediata, dati gli abbassamenti di spread sia del debito investment grade che dell’high yield. “Anche se potranno essere elette solo le società investment grade, la riduzione sperata dello spread nello spazio IG, la proporzione ancora più negativa del debito pubblico europeo e la ricerca di rendimenti sosterranno i flussi di entrata verso l’high yield, che adesso sta affrontando uno squilibrio ancora più strutturale tra offerta e domanda potenziale”, specificano.  

Gli analisti hanno concluso che “il mercato europeo del credito risulta tatticamente favorito perché l’impatto dei flussi immediati dovrebbe sostenere le obbligazioni denominate in euro degli emittenti domiciliati nell’Eurozona”. Allo stesso tempo, credono che questa nuova serie di misure “sia un forte incentivo ad avere obbligazioni periferiche, perché l’eliminazione del limite del 33% delle emissioni di debito favorirà quei piccoli mercati dove la domanda di investimenti internazionali e nazionali risulti stabile”. Infine, i rappresentanti di Muzinich credono che “l’impatto sulle azioni europee potrebbe essere moderatamente positivo in termini assoluti e ancor più favorevole in termini relativi rispetto ad altri mercati sviluppati”. La loro tesi è che “il contesto globale è lungi dall’essere stabile e prevarranno ancora incertezze sull’economia statunitense e sul ciclo del credito, così come sulle economie emergenti”. Nonostante ciò, il punto di vista della società è che l’high yield dovrebbe registrare quest’anno un comportamento superiore rispetto a quello delle obbligazioni. 

Vince la banca

“Da quando la Banca del Giappone ha introdotto tassi di interesse negativi con l’adozione di un sistema a tre livelli all’inizio dell’anno, gli investitori europei erano preoccupati per l’eventuale adozione di uno schema simile che avrebbe compresso ulteriormente i margini netti di interesse per le banche europee, incidendo, così, non solo sui loro profitti ma anche sulla loro capacità di aumentare i prestiti e assumere rischi”, ricorda George Efstathopoulos, gestore di fondi multi-asset di Fidelity International. “Invece”, aggiunge, “con la nuova serie di LTRO le banche saranno sovvenzionate a concedere prestiti. Questo è particolarmente positivo per il settore bancario che negli ultimi mesi è stato ipervenduto e sotto pressione”. 

Una posizione simile è quella di Yves Maillot, responsabile azionario europeo per NAM (filiale di Natixis Global AM). “Uno degli argomenti contro i nuovi stimoli della BCE è stato che tassi ancora più negativi potrebbero danneggiare le banche. Con il nuovo ciclo di LTRO e il taglio dei tassi di interesse a cui le banche possono chiedere prestiti regolarmente, la BCE sta alleviando l’onere per queste ultime”.  “Il pacchetto di misure di Draghi cerca di far fronte al problema in tutti i modi. È probabile che il nuovo programma TLTRO II abbia un maggiore impatto perché può incentivare veramente le banche a concedere finanziamenti più convenienti di quelli che ottengono dalla banca centrale”, sostiene a sua volta Patrick O’Donnell, gestore di Aberdeen. Con il resto delle misure, invece, si mostra più critico:  “La decisione di acquistare obbligazioni societarie non finanziarie potrebbe essere una misura interessante ma non sappiamo esattamente cosa si acquisterà e in che quantità. Il rischio è che la BCE decida di comprare meno di quello che il mercato spera attualmente”.