Analisi delle analogie e delle differenze nel peer group dei fondi obbligazionari flessibili globali che hanno ottenuto il Marchio FundsPeople 2020.
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Tratto dall'analisi comparativa mensile FundsPeople di Settembre - Rivista 043: “Obbligazionario alle prese con pandemia, crisi e correzione dei mercati".
Una strategia con un approccio globale ha una prospettiva sufficientemente ampia da riuscire a trovare idee per mitigare i rischi e generare extra-rendimento. Questo solo in teoria. La realtà è che l’obbligazionario è rimasto intrappolato per anni in una fase congiunturale non favorevole. Gli incentivi monetari di cui tanto hanno beneficiato i mercati azionari hanno significato per le obbligazioni rendimenti prossimi allo zero. È vero che l’inflazione non è in agguato come nei decenni scorsi ma, a questi livelli, i TIR hanno più margine di ribasso che di rialzo. È con questa zavorra che i fondi obbligazionari globali hanno aperto il 2020 e, a metà anno, sono stati messi a dura prova da una pandemia, la relativa correzione e, ora, da una crisi globale esogena.
“È impossibile ignorare le vendite massicce di asset rischiosi subite a marzo 2020 nel momento in cui è diventato evidente l’impatto della pandemia da Coronavirus. La portata e la velocità delle oscillazioni del mercato sono state più estreme di quelle registrate nei primi giorni della crisi finanziaria globale del 2008”, hanno ricordato i gestori del fondo TwentyFour Strategic Income di Vontobel AM. Il fondo a inizio 2020 era posizionato per navigare nell’ultima e costosa fase del ciclo, stando a quanto dichiarato. Forse era preparato anche per uscire indenne da una correzione tardiva, ma non di certo da una profonda recessione globale. La correzione di febbraio e marzo è stata una vera sfida anche per i gestori più esperti. Frank Lipowski, gestore del Flossbach von Storch Bond Opportunities, ricorda come, nel momento più difficile della crisi da Covid-19 di marzo e aprile, alcune delle posizioni più difensive in portafoglio, che erano state incrementate a inizio anno, non sono riuscite a fornire la protezione attesa.
“Ma investire è uno sport di resistenza e, alla fine, è tutta una questione di performance a lungo termine”, sostiene il gestore. Perché se c’è un elemento che i sei fondi analizzati in questo confronto hanno in comune è la flessibilità dei rispettivi mandati. Una flessibilità che i gestori non hanno esitato a utilizzare, sia per resistere alla crisi di marzo, sia per sfruttare in maniera opportunistica opportunità emerse all’orizzonte. È stata questa la reazione dei gestori di J.P. Morgan Funds Global Strategic Bond Fund, Bob Michele e Lain Stealey. Quando la crisi ha cominciato a farsi sentire, i gestori hanno deciso di aumentare l’esposizione a emittenti di qualità, incrementando la duration e riducendo rapidamente la posizione nell’high yield e nel debito emergente. “Questo ha contribuito a proteggere il portafoglio dalla volatilità del mercato e la flessione del fondo è stata molto più contenuta rispetto a quella di altri singoli settori”, hanno sottolineato dalla società di gestione.
“Ci siamo ripresi rapidamente e completamente nel secondo trimestre, e da inizio anno abbiamo registrato una performance positiva”, dicono da J.P. Morgan. Al momento i gestori stanno investendo in asset che, dal loro punto di vista, sono ben posizionati per beneficiare degli acquisti di corporate investment grade delle Banche centrali, oltre che di alcune parti dei mercati cartolarizzati. Quanto accaduto ha rappresentato anche un’ottima opportunità per i fondi di dimostrare di essere entrati nella crisi con tutte le carte in regola. Nordea AM segnala da tempo che una chiara minaccia alla costruzione di un portafoglio bilanciato è costituita dalla duration, un buffer di rischio tradizionale che non è più in grado di svolgere il suo compito.
Pertanto, uno degli obiettivi espliciti del Nordea 1 Flexible Fixed Income Fund è quello di cercare fonti alternative di rendimento difensivo. Per la società di gestione nordica, uno dei maggiori successi dell’anno è stato quello di limitare le perdite durante la fase di maggiore instabilità del mercato e di chiudere il mese di giugno recuperando completamente le perdite subite. Un risultato che è stato reso possibile dalla protezione garantita dalle valute difensive (secondo il management team è stato particolarmente utile il posizionamento lungo sullo yen giapponese) e dal successo del posizionamento tattico prima, durante e dopo la correzione.
Guardando al secondo semestre dell’anno, tale flessibilità risulterà ancora utile ma questa volta andando alla ricerca di opportunità senza mettere a rischio il capitale. “Le società e i mercati dovranno affrontare diverse sfide, ma gli incentivi introdotti da Banche centrali e governi saranno d’aiuto e contribuiranno a ridurre il rischio sistemico. Negli ultimi mesi si è registrato un forte rialzo, ma in futuro ci aspettiamo di assistere a una maggiore differenziazione, con asset di qualità superiore e con fondamentali più forti che continueranno a realizzare buone performance rispetto agli asset più sensibili al ciclo economico”, afferma Dan Ivascyn, gestore del PIMCO GIS Income Fund.
I fondi obbligazionari flessibili globali
Di seguito, evidenziamo sei strategie nella categoria obbligazionario flessibile globale (EAA Fund Global Flexible Bond) che hanno ottenuto il Marchio FundsPeople 2020 in Italia, Spagna e Portogallo:
Fonte: Elaborazione propria su base dati Morningstar.
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