Sebbene i rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri, un'analisi di Man Group mette in luce tre tendenze che si possono evincere dai dati storici sull'inflazione.
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Abbiamo già raggiunto il picco dell'inflazione? Oppure si dovrà soffrire ancora di più in termini di aumento dei prezzi? La verità è che ad oggi le incognite sono troppe per dare una risposta a tali quesiti. E il vero dilemma nell'attuale contesto macroeconomico è che pochissimi professionisti finanziari si sono trovati a operare in un ambiente di inflazione a due cifre nei Paesi sviluppati. Quindi per ipotizzare una tabella di marcia su cosa aspettarci nei prossimi mesi bisogna guardare al passato e considerare i mercati da una prospettiva storica.
Teun Draaisma e Henry Neville, gestori del team Multi-Asset di Man Group, hanno fatto proprio quest’operazione. Hanno misurato il rendimento reale annualizzato delle principali asset class in periodi di inflazione, considerando i sei mesi antecedenti agli otto principali picchi di inflazione dal 1926 e i sei e 12 mesi dopo il picco. E, fatto salvo che i rendimenti passati non sono equivalgono ai rendimenti futuri, si possono osservare tre grandi tendenze nei momenti antecedenti ai picchi storici d'inflazione.
Tre tendenze in tempi di inflazione
La prima tendenza è che le asset class tradizionali, come le azioni e le obbligazioni, soffrono per l'inflazione. Soprattutto nei sei mesi antecedenti al picco dell'inflazione, quando c'è una sorta di crescendo nella correzione, in parte in previsione dell’arrivo della fase di recessione che tipicamente fa sì che si concretizzi il suddetto picco dell'inflazione. In questa fase si comportano bene le materie prime, l'azionario long/short momentum e il fattore trend che danno luogo a performance positive fino alla fine del regime di inflazione.
In secondo luogo, il picco dell'inflazione coincide con un punto di inflessione positivo per gli asset tradizionali. Al contrario, le materie prime e il long/short cambiano traiettoria e soffrono dopo il picco.
Terza conclusione. Cinque asset class/o strategie sono relativamente insensibili al picco dell'inflazione. Storicamente quattro di queste continuano a performare bene prima e dopo il picco dell'inflazione: strategie trend-following, oro, TIPS e azioni long/short di qualità. Una smette di scendere dopo i picchi dell'inflazione, ma senza nemmeno generare rendimenti positivi: l'high yield.
Quindi cosa facciamo con queste informazioni? Secondo i gestori, non siamo ancora vicini a un punto di inflessione rialzista per le azioni. "Indipendentemente dal fatto che l'inflazione sia al picco o meno, le banche centrali stanno aumentando i tassi in un'economia in rallentamento. Perciò i nostri modelli azionari non ci dicono di comprare", sostengono.
Al contrario, sostengono che il mercato delle obbligazioni è vicino a un punto interessante. I rendimenti si sono spostati verso l'alto, ci sono un elevato numero di notizie aggressive che sono già state prezzate e infine un rallentamento della crescita nominale è solitamente positivo per le obbligazioni, non negativo.