Nel 2015 i mercati ingranano la marcia. Il primo quello europeo - e italiano -, ma per i responsabili di alcune SGR bisogna dare uno sguardo anche a Cina e USA. Attenzione però alle politiche troppo accomodanti.
Sarà la volta buona? Usando una degli hashtag preferiti dal premier Matteo Renzi all'ITForum2015 di Rimini si respira aria di ottimismo. Il 2015 sembra l'anno "buono" per la svolta sui mercati, grazie ad una serie di elementi ben noti: il calo del prezzo del petrolio, l'avvio del programma di Quantitative easing da parte della Banca centrale europea, una valuta più debole e le previsioni di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve. E proprio le previsioni sui mercati finanziari sono state protagoniste di una tavola rotonda tra responsabili investimenti, gestori e strategist delle principali case di gestione. Filippo Casagrande, responsabile investimenti Generali Investments Europe, Michael Clements, responsabile team European Equities del gruppo SYZ, Lucio De Gasperis, responsabile investimenti mobiliari Banca Mediolanum e Bruno Rovelli, head of investiment advisory di BlackRock Italia, d'altronde paiono essere d'accordo sulla visione positiva in Europa.
"I mercati sono pronti a dare fiducia - spiega De Gasperis - anche in Italia, grazie alle riforme di governo che portano maggiore stabilità politica, cosa fondamentale per gli investitori". Anche Casagrande si dice ottimista: "Vedo per le aziende a livello micro condizioni molto favorevoli in Europa". Stessa sensazione raccolta da Bruno Rovelli: "La visione è buona: molti problemi sottostanti oggi sono stati risolti. Per la prima volta dal 2009 in Europa si guarda a politiche simili e nei prossimi due o tre anni c'è spazio per soprendere in positivo". Per Michael Clements poi l'Eurozona è il principale partner commerciale. "Noi guardiamo dove ci sono le opportunità. Abbiamo una buona esposizione al mercato francese e italiano, quasi il 45% del nostro portafoglio. Opportunità che nascono sulla base delle previsioni del PIL dei Paesi. Francia e Italia hanno avuto delle previsioni più negative, il che significa che molte aziende dove siamo esposti rappresentano un ottimo valore, come ad esempio i titoli di Atlantia, società di autostrade in Europa. Il Qe però non aiuta le società quotate, ma in generale le piccole imprese".
Se per Filippo Casagrande poi i mercati emergenti, soprattutto quello cinese, andrebbero guardati con molta attenzione per l'effetto ricchezza creato che potrebbe diventare un ottimo volano su alcuni settori e mercati - come i beni di lusso made in Italy - per Rovelli, dall'altra parte dell'Oceano, i fondamentali economici sono solidi: "La spesa per investimenti e la domanda per i consumi oggi hanno basi robuste. La posizione di bilancio delle famiglie americane non è mai stata così florida e la dinamica salariale dovrebbe mostrare segni di ripresa. Si aspetta dunque un rialzo dei tassi a settembre e in diverse fasi del 2016". Ma non è tutto oro quel che luccica: le politiche monetarie accomodanti sono un rischio per probabili bolle finanziarie, concordano i responsabili delle case di gestione. Nel 2015, conclude Lucio De Gasperis di Banca Mediolanum, "è necessario essere ben attrezzati contro eventuali shock".