Presentato a Milano l’outlook sui prossimi 12 mesi. Nel primo semestre bene i BTP, restano le prospettive positive sul mercato azionario, in particolare USA. L’elezione di Trump avrà un effetto importante, ma è opportuno tenere anche uno sguardo a Est.
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Quello che si apre nei prossimi mesi è “un momento positivo per gli investimenti, in cui si dovrebbero sviluppare dinamiche lontane dalla recente narrazione”. È la view che Filippo Di Naro, responsabile direzione investimenti di Anima SGR, restituisce in occasione della presentazione dell’outlook 2025 ai giornalisti presenti nella sede della SGR a Milano ieri, 28 novembre. La società, afferma l’esperto, è “più costruttiva” sui mercati obbligazionari “dopo un anno di performance ancora deludenti”. E in questo scenario l’attesa sui BTP è per una performance positiva, almeno nel primo semestre. Per quanto riguarda gli altri titoli di Stato, negli Stati Uniti, specifica l’outlook, i rendimenti storicamente elevati rappresenteranno la maggior fonte di reddito, mentre lo spazio per una discesa significativa dei tassi è limitato. Mentre in area euro, “una ripresa moderata e una crescita che resterà sotto potenziale potrebbero favorire un calo dei rendimenti dai livelli correnti, in particolare nella prima parte dell’anno”.
Mercati azionari
Prospettive ancora positive per i mercati azionari globali, sull’altra sponda dell’Atlantico, “proseguono le attese sulla crescita degli utili superiore al 10%”. In termini settoriali, prosegue Di Naro “ci sentiamo di dire che preferiamo i settori ciclici rispetto ai difensivi e quelli growht e quality”, con una preferenza geografica sugli USA. Diverse le attese per l’equity in zona euro,
Fronte valuta, il dollaro forte sarà sorretto dagli attesi dazi doganali che Trump intende introdurre “prima contro la Cina e poi verso il resto del mondo”. “Inoltre – affermano gli esperti –, la nuova presidenza americana potrebbe al margine aumentare i rischi di un rallentamento del processo disinflativo verso la fine del 2025, spingendo la Fed ad adottare un approccio più cauto in tema di taglio dei tassi.
La view macro
A determinare l’asset allocation le attese di un 2025, in cui proseguirà “il processo di normalizzazione delle politiche economiche attualmente in corso”. Negli Stati Uniti, specifica Fabio Fois head of investment research & advisory di Anima, “il ‘soft landing’ continua in maniera ‘più soft’ rispetto a quanto si aspetta il mercato”. Andamento che non dovrebbe essere interrotto neanche “dall’esito delle elezioni statunitensi”. Mentre in area euro “non ci aspettiamo una recessione, ma restiamo più cauti”.
Certo il 2025 sarà un anno con differenti presupposti anche di ordine “elettorale” dopo un 2024 punteggiato da appuntamenti alle urne che hanno, in alcuni casi (quello statunitense in particolare), impattato sui mercati, ma anche nei prossimi 12 mesi l’incertezza geopolitica non potrà arretrare dati i conflitti in corso. A tenere più alta l’attenzione, oltre alle attese sulla decisione di Trump di tener fede o meno alle promesse elettorali, saranno le mosse della Cina, governo e Banca centrale (PBOC), a fronte di due temi che Fois rimarca nel corso della conferenza: “Le notizie sugli aggiornamenti macro saranno appuntamenti chiave per il mercato, e ci aspettiamo che il governo cinese indichi come vuole uscire dalle secche della crisi del mercato immobiliare”, spiega a FundsPeople, a questo l’esperto aggiunge anche “gli appuntamenti della Bank of Japan”. Uno sguardo attento a Est, dunque “è ragionevole”.
Banche centrali
Nello specifico delle banche centrali, Anima si aspetta un allentamento di 125 pb entro fine anno da parte della Fed “impegnata in un ciclo di tagli disinflativo”. Mentre la BCE dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base ad ogni riunione fino a giugno 2025, portando il tasso sui depositi al 2 per cento. Il rischio, in questo caso, “è che nel secondo semestre si scenda sotto il livello di neutralità, se la crescita dovesse indebolirsi più del previsto e/o l’inflazione core calare più rapidamente”. Attese di allentamento della politica monetaria anche in Cina, “di pari passo con il potenziamento degli stimoli fiscali, per massimizzare il sostegno all’economia”.
Elementi di rischio
In un contesto generalmente positivo per i mercati, gli esperti di Anima indicano alcuni fattori “regolamentari e geopolitici” che potrebbero minare il quadro generale. In primis l’incertezza sulle politiche commerciali innescata dall’esito delle elezioni statunitensi, tra le conseguenze del risultato elettorale anche una possibile riduzione della forza lavoro legata a nuove paventate politiche sulle immigrazioni verso gli USA. Altri punti critici sono le green economy e la regolamentazione sulle big tech. Gli esperti di Anima sono cauti anche sui titoli legati all’AI “un settore che ha trainato la corsa dei listini azionari americani e globali grazie alle stime ottimistiche sulla crescita degli utili: se queste previsioni dovessero essere disattese, si potrebbe registrare una correzione importante”. Infine un altro rischio prettamente di mercato è quello della liquidità, soprattutto nel mondo dei bond societari ad alto rendimento (high yield): gli spread sono vicini ai minimi storici e potrebbero allargarsi repentinamente in caso di drenaggio della liquidità, con impatti negativi anche per l’asset class azionaria.