"Le perplessità relative al settore bancario prevalgono ampiamente sul miglioramento dell’economia italiana, nonostante si rafforzino le evidenze della ripresa in atto", dicono dalla SGR.
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Giudizio negativo sugli Usa e sulla Cina, neutrale invece sulle Borse asiatiche. L'Europa tiene testa e continua ad essere dal punto di vista geografico l'aria preferita. Sull'Italia, poi, il giudizio resta neutrale. Questo in soldoni la view del team d'investimento di Anima SGR che, sebbene condivida l'idea di una qualche schiarita all'orizzonte enuncia alcune preoccupazioni che sono maturate nel corso dell'ultimo mese: le possibile conseguenze del brexit, l'indebolimento del quadro economico generale, a partire dallo stato di salute dell'economia americana e ancora l'alta pressione sul settore bancario, come quello Italia.
Se in merito ai rapporti tra Regno Unito ed Unione Europa la società di gestione spera che al prossimo referendum vinca il "no", il rallentamento dei consumi in Usa hanno spinto molti analisti a "rivedere al ribasso le prospettive di crescita per gli Stati Uniti, e lo stesso ha fatto l’Ocse, portando le sue stime 2016 dal 2,5% al 2%", anche se "il mercato del lavoro resta in salute". Per quanto riguarda i titoli azionari bancari, secondo il team d'investimento c'è "un'ansia per il deterioramento del quadro macro, ma soprattutto dalla consapevolezza che le scelte più aggressive delle banche centrali stanno generando pressioni ribassiste sempre più forti sui profitti. Emblematico il caso della Banca centrale giapponese, che da fine gennaio ha applicato a sorpresa tassi negativi a una porzione delle riserve bancarie per bloccare l’apprezzamento dello yen, con scarsi risultati sui mercati valutari ma con un effetto negativo sui titoli bancari giapponesi".
In attesa di capire cosa succederà giovedì 10 marzo nella riunione della Bce, "la volatilità continua a viaggiare su livelli elevati e gli investitori navigano a vista, pertanto la visione di Anima resta nel complesso prudente: il team gestionale ha riportato a neutrale, rispetto al precedente sottopeso, la visione sull’asset class azionaria, e ha ripristinato la preferenza in ambito obbligazionario per la parte periferica a discapito di quella Core. Ancora ha modificato in positivo, dal precedente sottopeso, la visione sui mercati obbligazionari emergenti.
In merito ai mercati azionari europei, infatti, la SGR crede che "l'attuale fase di stabilizzazione possa creare delle opportunità. Di qui il modesto sovrappeso sulle Borse europee, che restano da un punto di vista geografico l’area preferita in relativo, rispetto al mercato americano, supportate della politica monetaria sempre più accomodante della Bce per stimolare la crescita e raggiungere il target di inflazione del 2%, oltre che da un ciclo economico nel Vecchio Continente ancora in una fase meno matura". In merito all'Italia il team d'investimento spiega: "Il mercato azionario italiano in apertura del 2016 è stato penalizzato dalla forte pressione sul settore bancario domestico: nonostante buoni livelli di capitalizzazione gli investitori istituzionali si sono preoccupati per l’ingente stock di “sofferenze”, per i quali i valori di carico sembrano ancora lontani dal potenziale valore di realizzo e ulteriori svalutazioni impatterebbero i ratio patrimoniali. Ecco allora che allo stato attuale le perplessità relative al settore bancario prevalgono ampiamente sul miglioramento dell’economia italiana, nonostante si rafforzino le evidenze della ripresa in atto (dopo tre anni di recessione, trainato dai consumi, il Pil è tornato a crescere dello 0,8% rispetto al 2014; bene anche il mercato dell’occupazione che ha creato 300mila nuovi posti di lavoro). Perciò attualmente il giudizio sul mercato azionario domestico è neutrale".
Sul fronte dei mercati obbligazionari, torna positiva invece la view sui governativi periferici: "è stato mantenuto un modesto sovrappeso sia sui titoli governativi italiani – con preferenza di curva 5-7 anni e in misura minore su titoli inflation linked – sia su Portogallo e Irlanda (moderata preferenza di curva per la parte 5-10 anni). Posizione di sottopeso sulle obbligazioni governative Core, con preferenza relativa per Germania e Olanda rispetto a Francia, Belgio e Austria", spiegano. Per quanto riguarda invece le obbligazioni societarie "i portafogli corporate presentano un sottopeso di duration, in un contesto di sempre maggiore diversificazione, e un sovrappeso di beta. Si preferisce ancora avere emissioni con rendimenti più elevati, ma su orizzonti temporali ravvicinati anche con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana".