Anche nei primi mesi del nuovo anno la volatilità potrà restare su livelli elevati, ma non mancheranno comunque opportunità. Da tenere sotto controllo nel futuro prossimo la dinamica delle commodities.
Lo avevano sottolineato già a gennaio e febbraio dello scorso anno che il Qe messo in atto dalla BCE ed l'euro debole avrebbero potuto fare del 2015 l’anno del recupero per le borse europee – così come è accaduto – ma dall’altra parte si era già evidenziato come a fare il suo ritorno in prima fila, sulla scena dei mercati finanziari, fosse stata la volatilità. Per il team gestionale di Anima SGR è troppo presto per dire se il meglio del bull markets è alle spalle, in quanto all’orizzonte potranno presentarsi sorprese positive e negative.
Dopo un 2015 di ricostituzione della volatilità sui mercati, "si aspetta che le fasi di tensione e nervosismo anche nel 2016 si possano mantenere su livelli elevati". Tuttavia, la maggiore chiarezza sulle modalità di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve - all’indomani dell’attesissimo meeting dello scorso 16 dicembre - e sulla determinazione delle politiche espansive di Bce e BoJ - nonché l’uniformarsi delle previsioni sulle principali economie - dovrebbero impedire gli 'scoppi' di volatilità che hanno caratterizzato l’intero corso del 2015, con un vero e proprio picco a partire dalla scorsa estate, dopo la prima correzione del mercato azionario cinese", dicono gli esperti della società.
Prudenza sui mercati azionari
Anche per il primo trimestre del 2016 il team gestionale di Anima, in termini relativi, continua a preferire i mercati europei rispetto a quello americano, in quanto quest’ultimo dovrà fare i conti, nei prossimi mesi, con una politica monetaria meno favorevole. Il giudizio sulle Borse emergenti rimane invece negativo e restano sorvegliate speciali. Nonostante dalla Cina arrivino segnali di stabilizzazione, molte economie emergenti risultano ancora in rallentamento, i margini societari sotto pressione e le stime sugli utili comunque a rischio di revisioni negative. Le valutazioni sono attraenti ma è difficile contare su una significativa espansione dei multipli prima di intravedere la ripresa della crescita economica, che si manifesterà in modo graduale, una volta 'digerita' la stretta monetaria della Fed.
Infine, per quanto riguarda il mercato azionario giapponese, va tenuto presente che in Giappone la congiuntura domestica resta stabile a fronte di una congiuntura esterna in rallentamento nell’area asiatica. Con uno yen stabilmente debole vendite e profitti saranno in rallentamento, ma crescita e valutazioni rimarranno attraenti, almeno in relativo. Il progresso della rivitalizzazione economica, i tagli delle tasse per le società e il potenziale ulteriore easing monetario attesi per sostenere il mercato a inizio anno, lasceranno poi spazio all’exit strategy e alla tassa sui consumi verso la fine del 2016. Da tenere sotto controllo nel futuro prossimo la dinamica delle commodities, in quanto i fondamentali non suggeriscono ancora l’acquisto; in ottica storica la sottoperformance appare tuttavia eclatante e i prossimi trimestri potrebbero offrire opportunità per costruire all’interno dei portafogli azionari posizioni in un orizzonte di medio/lungo periodo. "Del resto il 2015 verrà ricordato come l’anno del continuo calo del prezzo del petrolio", concludono.