Morningstar mette a confronto 100 strategic-beta europei con 77 ETF tradizionali: il risultato è uno spread dei costi, non solo legati alle commissioni.
Gli ETF di ultima generazione? Tre volte più cari degli indicizzati tradizionali. A dirlo è il report dal titolo "Assessing the true cost of Stategic-Beta ETFs", condotto e pubblicato dal team di ricerca sugli strumenti passivi di Morningstar. Lo studio analizza le commissioni, i costi di replica e di trading per 100 strategic-beta europei e li pone a confronto con 77 ETF tradizionali, domiciliati in Europa e relativi agli indici più popolari. Morningstar definisce strategic beta quella tipologia di strumenti passivi che mirano a ottenere performance migliori o un diverso profilo di rischio rispetto ai benchmark a capitalizzazione. Tradotto in numeri: i più costosi, in termini relativi, sono gli ETF azionari USA large cap value, con riferimento al paniere S&P 500 e agli indici smart a esso collegati: il Ter medio dei prodotti di nuova generazione è dello 0,43% contro lo 0,14% dei più vecchi cugini. E questo sebbene il valore medio di costo degli strategic-beta europei sia sceso da 0,43% a 0,39% negli ultimi cinque anni, principalmente a causa dell’introduzione sul mercato di prodotti di nuova generazione meno costosi.
Negli ultimi anni, questi prodotti di nuova generazione hanno registrato una crescita molto forte: a fine dicembre 2015, si contavano 950 strategic-beta per un patrimonio di 478 miliardi di dollari a livello mondiale. “Gli investitori in ETF strategic-beta, così come quelli in fondi attivi, sono più interessati alla performance e alla strategia, che non ai costi”, spiega Hortense Bioy, responsabile della ricerca sui fondi passivi in Europa di Morningstar. “Seppur comprensibile, essi dovrebbero considerare anche la grande divergenza di costo che li caratterizza, anche quando offrono esposizione a strategie simili, oltre al fatto che quelli con costi minori hanno una maggiore probabilità di successo”.
Non solo commissioni
Secondo l'analisi di Mornigstar ci sono diversi fattori che fanno lievitare i prezzi dei nuovi prodotti arrivati sul mercato: Il maggior turnover che caratterizza gli indici strategic-beta, rispetto ai benchmark a capitalizzazione, si traduce in più alte spese di replica che non sono incluse nel Ter e che rappresentano un ulteriore freno per le performance, sia per gli ETF fisici che per quelli sintetici. Mediamente, il tasso di turnover degli indici smart è di circa il 20-30% l’anno, mentre quello dei benchmark tradizionali si posiziona tra il 3 e l’8%. Come se non bastasse gli investirori potrebbero anche sostenere costi di trading più elevati. Nel complesso, infatti, si tratta di prodotti nuovi, piccoli e acquistati da investitori (buy and hold) più che da speculatori: tutti fattori che si traducono in volumi di scambi contenuti e in uno spread bid-ask più ampio.