Le case di gestione internazionali della community di FundsPeople presentano le strategie su cui puntano per i prossimi dodici mesi per navigare il mercato delle azioni.
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Le politiche "America First" di Trump e la minaccia di nuovi dazi preoccupano gli investitori, soprattutto per le possibili conseguenze su crescita e inflazione. A complicare il quadro si aggiungono le politiche monetarie divergenti delle banche centrali, le tensioni geopolitiche e le sfide legate al cambiamento climatico. Nonostante queste incertezze, gli investitori guardano al 2025 con fiducia, sostenuti dai solidi risultati registrati dalle azioni nel 2024, un anno favorevole per le attività di rischio. Ma le performance eccezionali del mercato statunitense e delle "Magnifiche 7" sollevano il pericolo di un’eccessiva concentrazione nei portafogli.
A partire da questo scenario, è stato chiesto alle case di gestione internazionali della community di FundsPeople di presentare le strategie su cui puntano per i prossimi dodici mesi. Dando uno sguardo complessivo si nota che le soluzioni indicate abbracciano un’ampia varietà di temi, stili e geografie, con la possibilità di attingere a fonti di valore altamente differenziate.
Secondo l'analisi di abrdn, dopo un 2024 caratterizzato da elezioni, esuberanza tecnologica e cambiamenti di politica fiscale, per il 2025 i temi chiave da monitorare sono tre. L'impatto di Trump 2.0 con i nuovi dazi che, pur rappresentando un rischio, offrono opportunità legate a nearshoring e reindustrializzazione degli Usa. Ci sono inoltre la potenziale ripresa della Cina, guidata dai consumi per la prima volta dalla pandemia, e le opportunità offerte dall’India, che si distingue per il suo percorso di crescita potenzialmente lungo.
Più in generale sebbene molti investitori si concentrino sull’eccezionalismo USA, la casa di gestione vede una maggiore resilienza nei bilanci, un più forte potenziale di generazione di flussi di cassa e sostegno alle valutazioni nei mercati emergenti. "Pertanto, riteniamo opportuno diversificare il portafoglio attraverso soluzioni come la nostra strategia Emerging Market Income che mira a capitalizzare il potenziale di reddito non sfruttato nei mercati emergenti", dice Matteo Buonomini.
La strategia si concentra su società dei mercati emergenti allineate a tre temi chiave. Il primo è la transizione green che crea opportunità nei settori delle rinnovabili, del nucleare, del rame e delle utility. Il secondo è la tecnologia come piattaforma, con aziende che migliorano l’accesso ai consumatori tramite e-commerce e digitalizzazione. Il terzo infine riguarda i consumi interni, che crescono con l’aumento della ricchezza nei Mercati Emergenti, offrendo opportunità di investimento in brand nazionali ben posizionati.
1/18Filippo Battistini segnala la strategia Allianz Best Styles Global Equity SRI, per la capacità dell’approccio ‘Best Styles’ di AllianzGI, dimostrata nei suoi 25 anni di storia, di saper navigare scenari in costante evoluzione e di generare extra-rendimento nei diversi contesti di mercato. “La componente strategica core di un portafoglio di investimento azionario ben si presta ad essere investita secondo l’approccio ‘Best Styles’, un approccio di investimento sistematico a basso tracking error che offre un’esposizione ai mercati azionari ottimizzata per diversi fattori e stili di investimento”, spiega l’esperto della casa di gestione.
Parte della gamma Best Styles, l’Allianz Best Styles Global Equity SRI investe nel mercato azionario globale puntando a cogliere i premi al rischio offerti da cinque stili di investimento (Value, Momentum, Revision, Growth e Quality) per tradurli in fonti di potenziale extra-rendimento rispetto al mercato. “Lo scopo è di generare sovraperformance in modo disciplinato, stabile e per lo più indipendente dal contesto economico e di mercato”, dice Battistini. “Il fondo è gestito con un processo sistematico, basato su tecniche quantitative di calcolo ed analisi dei dati e sulla ricerca, e su una rigorosa attività di controllo del rischio”, dice. “Persegue inoltre la strategia SRI e promuove investimenti che tengono conto dei criteri ambientali, sociali e di corporate governance applicando contemporaneamente determinati criteri minimi di esclusione; è infatti classificato come art. 8 in base alla regolamentazione SFDR”, conclude.
2/18Secondo Antonio Volpe, in un contesto di politiche monetarie che stanno tornando verso la normalità, le strategie votate al dividendo dovrebbero ritrovare l’interesse degli investitori. "Nell’era del quantitative easing a farla da padrone nella generazione della performance sono stati la crescita degli utili e l’espansione dei multipli, mentre il contributo del dividendo è stato relegato a un ruolo marginale. Attualmente ci sono le condizioni perché il dividendo possa tornare a contribuire in modo più rilevante", dice.
Per questo consiglia l'Amundi Funds Global Equity Income ESG che investe a livello globale in aziende con un diverso approccio alla distribuzione dei dividendi. Il portafoglio è costruito mantenendo un’elevata diversificazione settoriale. "Il team di gestione evita di concentrarsi solo sulle aziende ad alto dividendo, perché spesso non offrono un interessante potenziale di crescita; guarda invece con interesse alle aziende, individuabili in tutti i settori, che hanno dividend yield bassi ma offrono un potenziale di apprezzamento. Il team divide le aziende in due categorie: Dividend Anchors, aziende affermate per la loro capacità di distribuire dividendi importanti e stabili nel tempo (circa 70% del portafoglio), e Dividend Compounders, aziende che mostrano un livello di dividendi piuttosto contenuto ma offrono un buon potenziale di apprezzamento del capitale investito nel tempo e un potenziale di crescita futura dei dividendi apprezzabile (circa 30% del portafoglio)", spiega il professionista di Amundi SGR.
Quindi il fondo offre una maggiore diversificazione settoriale poiché il team di gestione non si focalizza solo su aziende high dividend (strutturalmente concentrate su alcuni settori) ma anche su quelle che offrono un potenziale di crescita, una maggiore esposizione a tematiche growth e un maggior orientamento alla qualità.
3/18In un mondo dominato dal progresso tecnologico, innovare è fondamentale. È questo il messaggio lanciato da Luca Giorgi che segnala una strategia sistematica sull'azionaria globale: il BSF Systematic Global Equity High Income Fund.
La piattaforma Systematic Active Equity integra dati tradizionali e alternativi con intelligenza artificiale e umana per generare alpha e garantire diversificazione. L’approccio d’investimento si basa su un modello proprietario che sfrutta centinaia di data-set globali e segnali di investimento per identificare opportunità di investimento sul mercato. "Si tratta di una strategia azionaria Dividend che, grazie all'approccio sistematico, si distingue per l’assenza dei tipici bias settoriali delle strategie Dividend (es. sovrappeso Energy o Sanitario)", dice Giorgi. "La strategia investe in azioni globali cercando di massimizzare il rendimento distribuibile sia tramite la selezione di titoli che l'utilizzo di opzioni call", aggiunge.
4/18All'interno di BNP Paribas AM si privilegiano le azioni rispetto ai titoli di Stato, in quanto "prevediamo elementi di supporto per i titoli azionari e l'inflazione grazie al rafforzamento della crescita economica statunitense, che spinge la domanda. Siamo convinti, in quanto investitori, di dover continuare a concentrare le nostre risorse su una crescita sostenibile nel lungo periodo e sulle opportunità di promuovere e preservare la sostenibilità ambientale, far progredire la transizione energetica e assicurare un passaggio giusto ed equo verso un’economia a basso tenore di carbonio", commenta Daniel Morris.
Secondo l'esperto, sia la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico che l’adattamento ai rischi del riscaldamento globale richiederanno soluzioni creative. "In quest’area - fondamentale per gli sforzi orientati a una transizione green - le opportunità per gli investitori si evolvono velocemente. L’eccezionale varietà delle possibili applicazioni dell’Intelligenza Artificiale sembra destinata a trainare l’innovazione e la distruzione creativa negli anni a venire. Crediamo nel potenziale di rendimento dei titoli azionari in settori come la sanità, l'istruzione, la logistica e la mobilità. Vi sono però dei fattori di rischio da tenere sotto controllo. Tra questi ricordiamo le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG), la regolamentazione e la volubilità del sentiment degli investitori", dice. Consigliando il fondo US Small Cap.
5/18In un mondo in continua crescita, che presenta capacità di acquisto sempre maggiori e un aumento delle aspettative di vita, emergono diversi temi d'investimento interessanti secondo Matthieu David: "da un lato vi è l'aumento della domanda di energia e materie prime scarse attraverso l'estrazione mineraria, le infrastrutture, l'agricoltura o il petrolio e il gas, dall’altro vi è un numero crescente di consumatori facoltosi che guardano ad attività nel settore dei beni di lusso, dei prodotti per la casa e del tempo libero, ed infine l'aumento della domanda di servizi sanitari per gli anziani".
In questo scenario descritto dal Branch General manager – Italy di Candriam, la strategia che consigliano è il Candriam Equities L Global Demography investe in società globali ben posizionate per beneficiare delle diverse evoluzioni demografiche mondiali. In particolare, considerato il contesto macroeconomico attuale, la strategia presenta un'inclinazione qualitativa in sovrappeso verso il settore tech e quello healthcare. "A nostro avviso, l'innovazione tecnologica presenta forti tendenze secolari (IoT, transizione su cloud, machine learning, intelligenza artificiale, automazione), mentre il settore healthcare continua a svolgere un ruolo chiave, grazie ai progressi della medicina e delle tecnologie mediche che favoriscono la longevità e una migliore qualità di vita", conclude.
6/18Il fondo Capital Group New Perspective (LUX) è una strategia azionaria core globale e flessibile che è rimasta attuale per oltre 50 anni grazie a una ricerca bottom-up per individuare le società che guidano e traggono vantaggio dai cambiamenti derivanti dall'evoluzione dei modelli commerciali globali e dai cambiamenti secolari multigenerazionali dell'economia globale.
"Lanciata nel 1973, la strategia New Perspective mira a conseguire una crescita di capitale di lungo periodo, investendo in uno spettro di società multinazionali che vanno dai leader affermati di oggi a potenziali futuri campioni globali. La flessibilità strutturale e la diversificazione della strategia New Perspective mirano a generare risultati duraturi, in quanto i gestori possono riorientare il portafoglio sulla base di convinzioni d'investimento a lungo termine su un orizzonte temporale pluriennale", spiega Matteo Astolfi.
Secondo l'head of Client Group Italy di Capital Group, tra le vari tendenze di lungo periodo e pluridecennali osservate dai gestori emergono: l'innovazione sanitaria, la digital disruption, la transizione energetica e l'evoluzione della globalizzazione. "Negli ultimi 51 anni, la strategia ha sovraperformato l'indice MSCI ACWI di quasi il 3,5% annuo in media al netto delle commissioni", ricorda l'esperto.
7/18A detta di Alessandro Fonzi, la solidità dell’economia e la leadership tecnologica sono due elementi importanti quando si guarda agli investimenti azionari. "Ad oggi, l'economia USA beneficia di una combinazione di bassi tassi d'interesse per consumatori e imprese, spese significative in difesa e intelligenza artificiale, e politiche di deregolamentazione. Inoltre, la crescita del settore tecnologico rimane un fattore trainante grazie al dominio delle "Magnifiche 7" (forse 8)", dice l'esperto.
Secondo il professionista di DPAM, sebbene le valutazioni siano elevate, l’enfasi sulla qualità delle aziende e la crescita degli utili (non l’espansione dei multipli) potrebbero favorire le azioni di qualità rispetto a quelle value. "Le small caps emergono come un'opportunità grazie alla solidità dei bilanci e alla maggiore esposizione all'economia domestica. Il mercato USA rimane dunque la scelta primaria, con enfasi su azioni di qualità e small caps. L'Europa offre opportunità cicliche, ma con rischi strutturali che ne limitano il potenziale di lungo termine", prosegue.
In questo contesto, alla società piace la strategia azionaria globale DPAM B Equities Artificial Intelligence, che investe in aziende che ritiene possano essere i potenziali vincitori di domani capitalizzando sul valore creato dallo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA). Si tratta tipicamente di fornitori di infrastrutture cloud, di aziende di software con capacità di IA all'avanguardia o di aziende produttrici di semiconduttori, necessari a supportare la sempre maggiore capacità di calcolo delle apparecchiature che allenano e sviluppano l’IA. "L’ascesa dell'IA generativa rappresenta una potenziale opportunità per le società growth di qualità a grande capitalizzazione, soprattutto nel settore tecnologico. Pensiamo che le aziende in grado di sfruttare le proprie risorse finanziarie, le reti di distribuzione consolidate e l'accesso a dati proprietari possano essere davvero avvantaggiate", conclude Fonzi.
8/18"Nel passaggio dall’anno scorso al 2025, non cambiamo le nostre prospettive, che restano rialziste sia quando si parla di mercato azionario nazionale statunitense – sulla scia del risultato elettorale – che quando si parla di mercati emergenti, con una view cauta sui titoli internazionali. È piuttosto l'Europa chiamata a fronteggiare ostacoli che derivano dal rallentamento della crescita economica, dall'incertezza politica e dal potenziale aumento tanto dei costi legati alla difesa quanto ai dazi durante la presidenza Trump", spiega Anna Paola Marchi.
Al contrario, la director di Federated Hermes ritiene che il listino statunitense beneficerà dei tagli fiscali, della deregolamentazione e dei continui tagli dei tassi della Fed, rendendo particolarmente interessanti le small e mid cap, settore che tende a ricavare una percentuale molto più elevata dei propri ricavi a livello nazionale, rispetto alle società a maggiore capitalizzazione che sono più legate in tema di ricavi al commercio internazionale.
"Riteniamo pertanto che il nostro fondo azionario statunitense Federated Hermes US SMID Equity Fund sia ben posizionato per il 2025. Per quanto riguarda il fronte dei mercati emergenti, le prospettive di stimolo, in particolare guardando a Pechino, rappresentano un'interessante scelta contrarian. In questo caso, riteniamo che siano tali fattori a contribuire a giocare a favore del nostro fondo Federated Hermes Asia ex Japan Equity fund, che ha un’inclinazione a favore del value e uno stile contrarian", conclude l'esperta.
9/18Secondo Sarcone il 2025 si prospetta essere un anno caratterizzato dalle divergenze, “con politiche monetarie, inflazione, crescita e geopolitica in tutte le principali aree geografiche che potrebbero prendere direzioni molto diverse”, afferma. “Il risultato delle elezioni negli Stati Uniti aumenta la probabilità di reflazione e questo, unito a politiche macroeconomiche e monetarie espansive che dovrebbe supportare gli utili delle aziende”, dice Sarcone analizzando il contesto macro. “Tuttavia, vi sono alcuni titoli le cui valutazioni restano elevate, pertanto sarà importate guardare a investimenti che possano offrire un’esperienza di investimento migliore nel lungo periodo”, dice l'Head of Sales Italy di Fidelity International.
Per l’anno appena iniziato riteniamo vi siano alcuni elementi che si riveleranno chiave per il posizionamento dei portafogli: un’esposizione globale ai mercati e la generazione di un reddito periodico. “Nell’azionario, che continuiamo a pensare rimanga un investimento imprescindibile essendo stato il comparto che più di altri nel lungo periodo ha offerto rendimenti reali interessanti, riteniamo il Fidelity Funds - Global Dividend Fund risponda alle caratteristiche sopra citate”, spiega l’esperto. “Offre all’investitore un’esposizione diversificata e più conservativa ai mercati azionari globali attraverso l’investimento in aziende di alta qualità, con fondamentali e prospettive di crescita solide, valutazioni ragionevoli e che storicamente hanno distribuito dividendi sostenibili nel tempo”, dice. “Il Global Dividend Fund, nel tempo, ha dimostrato di generare interessanti rendimenti limitando i ribassi nelle fasi di maggiore volatilità”, conclude.
10/18Il settore tecnologico ha dimostrato una crescita forte e costante negli ultimi anni e le prospettive per il 2025 rimangono molto promettenti. Questa la view di Franklin Templeton che ritiene che la tecnologia continui a essere un motore di innovazione e sviluppo, con settori come l’intelligenza artificiale, la blockchain e la biotecnologia pronte a offrire opportunità significative di crescita. L’attenzione per il 2025 è quindi sul Franklin Technology Fund: “Rappresenta una solida opzione di investimento grazie a una strategia ben definita e a un team di gestione esperto”, spiega Michele Quinto.
“Il fondo è gestito da un team di esperti con una comprovata conoscenza del settore che applica un rigoroso processo di selezione degli investimenti tecnologici di successo”, continua. “Un orientamento di lungo termine e il vantaggio di risiedere nella sede di San Mateo vicino alla Silicon Valley, la culla delle società tecnologiche, sono alla base del nostro track record di successo. Questo rappresenta un significativo vantaggio competitivo insieme all’adozione di un approccio attivo alla gestione degli investimenti, cercando di identificare le aziende con il maggior potenziale di crescita e innovazione”, prosegue.
Il fondo offre una diversificazione geografica e settoriale, investendo in aziende tecnologiche di tutto il mondo e in vari sottosettori, riducendo così il rischio associato a singoli mercati o tecnologie. “Storicamente, il fondo ha offerto rendimenti superiori rispetto alla media del mercato, rendendolo una scelta attraente per gli investitori che cercano di capitalizzare sulla crescita del settore tecnologico”, evidenzia il Country Head. Il fondo soddisfa inoltre i requisiti dell’Articolo 8 del Regolamento SFDR con impegni vincolanti nella sua politica d’investimento per la promozione di caratteristiche ambientali e/o sociali. Tutte le società in cui investe dovrebbero adottare buone pratiche di governance.
11/18Loredana La Pace sottolinea come la fase iniziata nel 2022, caratterizzata da un rapido e vigoroso inasprimento della politica monetaria, è stata un fattore negativo per le small-cap, che detengono una quota di debito a tasso variabile maggiore rispetto alle loro controparti large-cap e sono quindi più sensibili ai tassi d’interesse." Inoltre, queste aziende sono state messe in ombra dalle mega-cap statunitensi, sostenute dai progressi dell’intelligenza artificiale. Di recente, tuttavia, riteniamo che si sia verificata un’inversione di tendenza. Le small-cap hanno sovraperformato le loro controparti large-cap durante l’estate 2024, supportate dall’inizio del ciclo di allentamento dei tassi d’interesse e riteniamo che lo scenario macroeconomico continuerà a rappresentare un fattore trainante per le small-cap nel 2025", dice la Country head Italy di Goldman Sachs Asset Management.
Ultimamente, secondo l'esperta, oltre a un contesto favorevole di riduzione dei tassi, le valutazioni delle small-cap sono scontate a livelli interessanti rispetto al passato. "L’effetto combinato degli sconti di valutazione e del contesto favorevole di taglio dei tassi crea per gli investitori l’opportunità di aggiungere diversificazione ai portafogli in uno scenario di rischio di concentrazione delle mega-cap statunitensi all’interno dell’S&P 500. Inoltre, sebbene le stime sugli utili varino ampiamente, sembra esserci un consenso sul fatto che la crescita degli utili delle small cap nel 2025 supererà quella delle large cap. Per investire in questa asset class privilegiamo un approccio d’investimento attivo e riteniamo che gli approcci fondamentali e quantitativi possano aiutare gli investitori a generare alpha e ad orientarsi in questo vasto mercato", conclude.
12/18La tradizione di Janus Henderson Investors nel settore degli investimenti in small caps affonda le radici in oltre 40 anni di storia. "Con un approccio che combina strategie globali e regionali, offriamo agli investitori un'esposizione diversificata al grande potenziale delle società a piccola capitalizzazione. Attualmente gestiamo più di 10 miliardi di dollari, un risultato che testimonia la solidità della nostra esperienza e della nostra capacità di adattarci ai cambiamenti del mercato globale", ricorda Federico Pons.
Secondo l'esperto le small caps rappresentano un universo meno esplorato, ricco quindi di opportunità per chi adotta una gestione attiva. Il nostro impegno si basa su una ricerca rigorosa e sulla capacità di identificare società sottovalutate con forti prospettive di crescita. Un lavoro che ci distingue nel panorama degli investimenti. "Sfruttando la nostra presenza globale, le ampie capacità di ricerca e la conoscenza approfondita dei vari settori, siamo in grado di offrire agli investitori soluzioni strategiche e diversificate, ottimizzando il potenziale di rendimento di queste aziende. Il fondo Janus Henderson Horizon Global Smaller Companies rappresenta la sintesi perfetta a questo fine", prosegue.
Inoltre, oggi la società guarda al futuro con ottimismo. "La diminuzione dei tassi d'interesse in diverse aree geografiche e le prospettive di ripresa economica stanno creando un contesto favorevole per le small caps. Se l'inflazione continuerà a scendere e il trend di reshoring proseguirà, le condizioni saranno ancor più vantaggiose per le piccole aziende, che potrebbero beneficiare di un miglioramento delle performance operative. Inoltre, con le attuali valutazioni, le small caps sono ai minimi storici rispetto alle large caps, ogni segnale positivo sul fronte della crescita e della redditività potrebbe essere ben accolto dal mercato, generando opportunità interessanti per gli investitori", conclude Pons.
13/18Per navigare le attuali incertezze dello scenario di mercato M&G Investments punta sul reddito generato dai dividendi globali tramite la strategia M&G (Lux) Global Dividend: “Il team di investimento del fondo persegue un approccio diversificato all’investimento in dividendi con la flessibilità di investire al di là dei titoli difensivi più strettamente associati alle strategie di dividendo”, dice Andrea Orsi.
“Il fondo ha due obiettivi: generare una combinazione di crescita del capitale e reddito superiore a quella del mercato azionario globale (come misurato dall'Indice MSCI ACWI Net Return) su un periodo di cinque anni; e aumentare il flusso di reddito ogni anno in termini di dollari statunitensi, applicando al contempo criteri ESG”, continua. “Il fondo detiene solitamente azioni di meno di 50 società e applica un approccio di selezione dei titoli di tipo bottom-up, basato sull’analisi finanziaria di singole società, concentrandosi su aziende che hanno un potenziale di crescita dei dividendi nel lungo termine”, spiega. “Sono selezionati titoli caratterizzati da diverse fonti di crescita dei dividendi al fine di creare un fondo in grado di far fronte a condizioni di mercato diverse. Il fondo investe in titoli che soddisfano i criteri ESG, applicando un approccio di esclusione e un orientamento ESG positivo”, conclude.
14/18L’eccezionalismo americano e il protagonismo dei giganti tech hanno abituato gli investitori a Borse trainate da un ristretto numero di titoli “magnifici”. Ma secondo Luca Tenani lo schema sta cambiando. “Già nel 2024 abbiamo assistito a un allargamento dei mercati e riteniamo che questo ampliamento continuerà, suggerendo la necessità di soluzioni globali capaci di catturare performance in un contesto di maggiore dispersione geografica e settoriale”, dice l’esperto di Schroders. “Senza considerare l’elevato livello di concentrazione degli indici, che dovrebbe mettere in guardia da approcci passivi tout-court”, aggiunge.
In questo contesto, secondo la casa di gestione, le strategie QEP (Quantitative Equity Products) rappresentano un modo efficiente di accedere ai mercati azionari globali con basso tracking error ed elevata diversificazione. “Si qualificano come una valida alternativa – o complemento – ad allocazioni passive, con un pricing paragonabile”, dice Tenani. “Il track record ultraventennale del fondo Schroder ISF QEP Global Core, ad esempio, dimostra la sua capacità di generare alfa in modo costante e ripetibile in diversi contesti di mercato, combinando approccio quantitativo e gestione attiva e limitando il rischio legato agli indici”, conclude.
15/18Donato Savatteri consiglia il T. Rowe Price Funds SICAV US Smaller Companies Equity Fund. Ecco perché. "Dopo la vittoria di Trump alle elezioni statunitensi, sono diversi gli elementi che rendono interessanti le small cap americane. Le politiche di deregolamentazione e di riduzione delle imposte sulle aziende, promesse da Trump in campagna elettorale, dovrebbero favorire le aziende più piccole che, oggi, nel mercato americano, rappresentano meno del 20% della capitalizzazione di Borsa ma contano per il 70% delle aziende quotate", dice.
Inoltre, secondo l'esperto di T. Rowe Price, puntare sulle small cap permette di investire sul mercato statunitense senza posizionarsi sulle Magnifiche-7, con vantaggi in termini di valutazioni e diversificazione. "Un'altra tendenza che potrebbe favorire questo segmento è il nearshoring, dato che si tratta generalmente di società orientate al mercato domestico e che, quindi, potrebbero diventare i principali fornitori delle grandi aziende multinazionali", prosegue.
Inoltre, con i tagli dei tassi da parte della Fed che dovrebbero continuare anche nel 2025, a detta di Savatteri le small cap sono destinate a beneficiare di un contesto più favorevole, considerando anche la solidità dell’economia statunitense che, con nove trimestri consecutivi di crescita del Pil, dovrebbe continuare su una traiettoria positiva anche il prossimo anno.
16/18UBS Asset Management inizia il 2025 con un sovrappeso sugli attivi rischiosi, in particolare sul mercato azionario statunitense. “I dati confermano un contesto macro costruttivo: non ci aspettiamo una recessione, ma un rallentamento di crescita e inflazione. Il potenziale aumento dei dazi potrebbe essere inflativo, ma pensiamo che Trump possa essere più cauto di quanto annunciato e riteniamo che la Fed possa valutare l’inflazione derivante da questa mossa come effetto una tantum”, dice Bellingeri che aggiunge: “Le valutazioni di partenza sono elevate, ma il profilo degli utili delle aziende USA è solido e meno sensibile al settore manifatturiero rispetto alle altre regioni e il potenziale alleggerimento della regolamentazione rappresenta un fattore positivo”.
La preferenza è per un approccio growth. "Nella nostra strategia UBS USA Growth Equity Fund riteniamo che l’IA possa sostenere diversi settori, come il tecnologico, composto da aziende di elevata qualità con comprovata redditività e aspettative di profitti in crescita", afferma Bellingeri. "Il rapporto prezzo/utile delle azioni growth USA potrebbe non dipingerne il quadro completo, poiché queste aziende hanno migliorato la redditività, il ritorno sul capitale e la conversione del flusso di cassa", continua. "Nella strategia UBS USA Growth Equity Fund poniamo attenzione alle valutazioni e acquistiamo le aziende che riteniamo valide quando i prezzi di mercato sono inferiori a quelli stimati. Un’altra nostra caratteristica è quella di combinare tre tipologie di aziende/fattori di crescita per adattarci alle varie fasi di mercato: cicliche, legate all’andamento del ciclo economico; classiche, aziende mature che si stanno rinnovando; élite, aziende in fase di ipercrescita, sottovalutate dagli investitori", conclude l'esperto.
17/18“Nel contesto del 2025, l’incertezza economica e geopolitica rafforza l’importanza di una strategia fortemente diversificata”, avverte Diana Lazzati che punta sulla strategia alla base del Vanguard FTSE All-World UCITS ETF. “Nella gamma di Vanguard rappresenta una delle scelte più popoplari tra gli investitori orientati al lungo termine per esporsi al mercato azionario. Questo ETF offre una diversificazione globale, coprendo quasi 3.700 titoli in circa 50 paesi, tra mercati sviluppati ed emergenti”, dice l’esperta che conclude: “Si tratta di una strategia ideale per ridurre il rischio specifico e beneficiare della crescita economica globale. Inoltre, la replica fisica del benchmark garantisce trasparenza e coerenza con la performance del mercato. Le masse di questo ETF sono cresciute molto negli ultimi anni e sfiorano ora i 30 miliardi di euro”.
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