Azioni Italia, dove vale la pena puntare

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foto: autor Luc De Leeuw, Flickr, creative commons

Ieri, in un contesto di debolezza per il settore bancario, a Piazza Affari i titoli MPS, Popolare Emilia e Popolare Milano hanno chiuso la giornata in forte ribasso finendo in asta di volatilità. Nel post stress test si fa molto trading sulle banche a livello europeo e, in questa fase, si tende ad andare corti sulla periferia e lunghi sull’Europa continentale. La congiuntura italiana, del resto, sta mostrando segnali contrastanti: l’indice FTSE MIB, il principale indice di benchmark dei mercati azionari italiani, nell’ultimo mese (fino al 29 ottobre) ha perso il 7,88%, portando la performance da inizio anno a un risicato a +1,74%. Cautela quindi sulle azioni Italia e quindi sul settore bancario che sul listino è predominante. I conti non sono previsti particolarmente brillanti dagli esperti del settore mentre ci si interroga sui fondamentali e sulle prossime condizioni dell’economia.

Ma volatilità del settore dopo gli esami della BCE e deboli attese sui prossimi risultati trimestrali fanno si che le valutazioni trattino a sconto e non manchino quindi le buone opportunità. Unicredit, Intesa Sanpaolo e Fineco sono alcuni dei titoli preferiti da Alfredo Piacentini, presidente di Banca Albertini Syz e gestore del fondo Oyster Italian Opportunities che, all’interno dell’evento ‘Made For Italy: perché investire in Italia’ organizzato da Morningstar e da Oyster Funds, ha spiegato il suo posizionamento di portafoglio e i titoli che trova interessanti. Oltre ai bancari sopracitati, il money manager si dice positivo su Finmeccanica “dove stiamo ricominciando a investire e su titoli delle small cap del packaging, Ima.

Continua Alessandro Pacchiani, membro del consiglio di amministrazione di Banca Ifigest e fund advisor dell’Oyster Italian Value: “cerchiamo aziende con mercati di sbocco internazionali, una struttura finanziaria non complicata e con un’interessante politica dei dividendi, superiore al 4-5%. I settori di ingegneria, impiantistica e infrastrutture legate alla costruzione di lavori pubblici sono interessanti. Ci interessano società come Tenaris, Salini Impregilo, Danieli&C., Buzzi e Cementir. Buzzi sta soffrendo sul fronte dell’esposizione che ha in Russia ma non c’è stato un ritracciamento importante del fatturato. Cementir ha grandi commesse ed è forte della sua esposizione in Turchia. L’Italia oggi sta soffrendo dal punto di vista delle valutazioni borsistiche ma farà meglio degli altri se il governo farà le riforme”, spiega il manager. Altri titoli che interessano Pacchiani sono Dea Capital e le azioni sia ordinarie sia privilegiate del gruppo Unipol che “con la nuova gestione promette bene, ha una reddittività importante e un dividendo atteso tra il 7 e l’8%. Inoltre ha messo in portafoglio anche una quota, seppure piccola, di MPS.

Sta di fatto che nel 2014 gli investitori sono tornati sui fondi azionari Italia: i flussi netti stimati sono pari a +1,8 mld di euro da inizio anno a fine agosto (organic growth rate: +51%) e le valutazioni sono attraenti in termini relativi. Investire in azioni italiane, fa sapere Sara Silano, managing editor di Morningstar, “non è stata la scelta migliore degli ultimi dieci anni dato che altri mercati hanno avuto performance migliori ma i fondi azionari Italia hanno creato valore per i sottoscrittori. Il fondo azionario Italia, in media, ha sovraperformato la gestione passiva a 3-5-10 anni, in termini di rendimenti aggiustati per il rischio, nonostante sia più caro sia degli etf sia degli altri fondi Paese europei”. Il mercato italiano (Ftse Italia All Share) è concentrato: 30 aziende fanno l’85% della capitalizzazione. Le altre 190 si spartiscono il restante 15%. Conclude la Silano: “le mid cap hanno un ruolo importante nel creare valore per gli investitori dei fondi azionari Italia”.